«Mettere a disposizione la mia musica per il cinema è una cosa che ho sempre desiderato fare, è una grande emozione sentirla accompagnare le immagini di un film, essere l’espressione sonora di un sogno cinematografico. Speriamo accada di nuovo»: s’intitola “La morte del pop” il nuovo singolo del cantautore triestino d’adozione The Leading Guy (prodotto da Concerto Records e distribuito da Believe) e fa parte della colonna sonora di “Notti in bianco, baci a colazione”, il film diretto e interpretato da Francesco Mandelli, tratto dall’omonimo libro di Matteo Bussola, uscito nelle sale a ottobre e presentato in apertura della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Dopo l’esperienza con la Busy Family, Simone Zampieri, in arte The Leading Guy, nato a Belluno ma residente nel capoluogo giuliano da una quindicina d’anni, ha pubblicato il primo disco “Memorandum” nel 2014, sono seguite aperture importanti per Ben Harper, 2 Cellos, Niccolò Fabi, Jack Savoretti, Max Gazzè, Xavier Rudd, Jake Bugg fino alla firma con la Sony con cui ha fatto uscire “Twelve Letters” nel 2019, quando è stato anche l’artista opening della tournée teatrale di Elisa. Ha intrapreso poi un nuovo percorso, passando dall’utilizzo dell’inglese nei testi alla lingua madre. Il primo esperimento in tal senso è stata la cover di De André “Se ti tagliassero a pezzetti” inclusa nel tributo “Faber Nostrum”, a seguire il brano originale “Per non andare via” nel 2020. L’anno scorso ha realizzato un secondo inedito: “Solo Musica” con la partecipazione speciale di Vinicio Capossela.
“La morte del pop” è un pezzo scritto appositamente per la pellicola, seguendone la linea ironica e leggera. Come nasce?
«Il ritornello mi è rimbalzato in testa per mesi sino a che un giorno mi sono deciso e ho scritto l’intero brano. Sapevo sarebbe stata la cosa più pop che avessi mai scritto e nel testo ho cercato di ironizzare sulla condizione degli artisti contemporanei, me compreso, che spesso si trovano costretti a inseguire un mondo musicale che cambia alla velocità della luce. Ogni giorno ci svegliamo e qualcosa di nuovo ci costringe a tenere il passo, spesso in affanno. “Lo sconosciuto sul giornale sembra non stia tanto bene, la faccia che fa, sembro io”. Penso questa sia la frase giusta per riassumere il brano».
Ma cos’è per lei il pop?
«Uno stato d’animo, un’attitudine. Si può fare bene e si può fare male, come ogni cosa, ma essere pop è una questione d’atteggiamento. Io non mi reputo un musicista pop, anche se spesso le mie canzoni potrebbero essere definite tali».
La canzone anticipa il suo terzo album. Quando verrà pubblicato?
«Ci sarà di sicuro un nuovo singolo autunnale e poi finalmente il disco. Dopo il lungo stop forzato di questi due anni ho avuto bisogno di un po’ di tempo per riannodare i fili del progetto. La musica ha subito un colpo tremendo e siamo ancora un po’ rintronati… ma ci siamo, per fortuna».
Trieste ha influenzato le sue nuove canzoni?
«Ne “La morte del pop” non ci sono riferimenti espliciti ma altri due brani in arrivo saranno interamente dedicati a Trieste. Ho voluto raccontare a mio modo le piccole cose quotidiane che fanno di questa città la mia preferita».
Con lo stop dei live a cosa si è dedicato?
«In questi due anni ho scritto molto con altri artisti. L’idea di fare l’autore per altri cantanti è una cosa nata durante la pandemia ma che ho scoperto piacermi molto. La priorità rimane The Leading Guy ma è stato bello condividere idee musicali, aiuta a crescere».
Elisa Russo, Il Piccolo 30 Maggio 2022
