GIANNI MORANDI VILLA MANIN 08.07.23

«Canto la mia storia, le canzoni di ieri e quelle di oggi, un viaggio dagli anni ’60 al presente cercando di trovare un filo conduttore tra brani che sono un po’ diversi tra loro, ma l’interprete è sempre lo stesso»: il fortunato tour di Gianni Morandi “Go Gianni Go!” che ha riempito i palazzetti, riprende con le date estive, la seconda tappa è a Villa Manin, sabato 8 luglio alle 21. Al di là dei concerti, il celebre cantante e showman bolognese passa spesso in Friuli Venezia Giulia (anche in “gita” tra il capoluogo giuliano e Aquileia). «Uno dei primi ricordi – racconta il Gianni nazionale – è che cantavo al Castello di San Giusto di Trieste tanti anni fa… anzi a dire il vero mi viene in mente un casino successo a luglio del 1968: dovevo suonare lì ma la troupe del film “musicarello” che stavo girando, “Chimera”, decise di mandarmi in Brasile dodici giorni per delle riprese. L’organizzatore della data di Trieste era uno serissimo, non sentiva ragioni e si arrabbiò moltissimo, urlava e mi voleva fare causa. Poi per fare pace ci è voluto un po’ di tempo. Ma parliamo di Codroipo!». 

Torna a Villa Manin, dove aveva già suonato nel 2018.

«È una location stupenda, mi piace molto. Mi ricordo una bella serata, spero che lo sia anche quest’anno».  

Che spettacolo è “Go Gianni Go!”?

«Mi presento “armato” molto bene: ci sono tredici musicisti straordinari sul palco con me che garantiscono grande impatto sonoro e forza».  

A marzo è uscito “Evviva!”. Album numero?

«Quarantunesimo, escludendo le compilation. Nato dalla collaborazione con Jovanotti che ultimamente ho frequentato molto. Sono stato con lui in tante date del Jova Beach, inclusa Lignano. Aveva scritto la canzone che ho portato a Sanremo l’anno scorso e poi altre. “Evviva!” è il riassunto di questi due anni». 

“Evviva!”, “Apri tutte le porte”, “L’allegria”: un incontro all’insegna del buonumore? 

«In realtà nasce in un momento difficile, quando ero in ospedale per l’incidente alla mano ed era il periodo del covid. Lorenzo mi mandò “L’allegria” da sentire, complicata perché ha un sacco di parole “ma se ti piace è tua, magari ti fa bene alla salute”, disse».

La musica è terapeutica?

«Credo di sì. Ci sono persone che mi hanno detto di aver trovato la forza ascoltando “Uno su mille ce la fa” e mi ringraziano. Anche a me la musica aiuta nei momenti di malinconia. Ci colora la vita». 

È vero che a un certo punto non voleva più cantare “Fatti mandare dalla mamma”?

«C’è stato un momento in cui mi sono detto: “ma possibile? Gli anni passano e continuo a cantare una canzone da adolescente”. Quando però mi sono reso conto che fa sorridere, stare bene la gente, è un peccato non farla. Io canto soprattutto per le persone che mi vengono ad ascoltare e cerco di accontentarle. Il mio spettacolo è in funzione del pubblico, per farlo divertire. Se si divertono loro, mi diverto anche io».

Che cosa rende una canzone immortale?

«Io sono sicuro che quando andrò all’altro mondo tutti faranno ascoltare “Fatti mandare dalla mamma”, canzone iconografica che ricorda un periodo felice dell’Italia. Però ci sono anche “C’era un ragazzo che come me”, “Uno su mille”, “In ginocchio da te”, è difficile sceglierne una ma se devo farlo, scelgo la primissima: “Andavo a cento all’ora”». 

Che effetto le fa essere chiamato “l’eterno ragazzo”?

«Beh da eterno ragazzo a eterno riposo è un attimo! A parte gli scherzi, sappiamo che purtroppo di eterno non c’è nessuno. Non mi resta che giocarci un po’ sopra. Mi sembra che questa formula non mi calzi più tanto, ma se la gente mi riconosce così non discuto. Anche Gianni Rivera è rimasto il golden boy». 

Certo si tiene in forma. Parteciperà di nuovo alla maratona di New York?

«Per farla bisogna allenarsi molto, correre centinaia di chilometri: magari la maratona no, ma qualche gara della domenica o una mezza maratona a Bologna, sì. Una volta ero fissato con il tempo, a New York volevo assolutamente stare sotto le quattro ore e infatti riuscii in tre ore e 52, oggi è più difficile ma non voglio smettere di correre: ho troppa paura di rimanere lì sul divano con la copertina sulle ginocchia davanti alla televisione. Anche a velocità ridotta, ma i miei 20-30 chilometri a settimana li voglio fare». 

Qualche anno fa è diventato famoso lo stile simpatico con cui utilizza i social. La diverte ancora?

«Li uso parecchio. Avendo tanti follower, se per esempio annuncio il mio live a Codroipo, molti vanno subito a comprarsi il biglietto. Ma poi li uso anche come una sorta di diario quotidiano, anche se faccio cavolate, mangio una mela, sbuccio i piselli, sto con mia moglie, vado a vedere un film: condivido questi momenti. Con molta leggerezza, se arrivano degli insulti o mi prendono in giro non m’importa, non reagisco mai». 

La situazione post-alluvione in Emilia Romagna?

«I romagnoli hanno uno straordinario carattere, non li ferma nessuno. Spero riescano a salvare la stagione balneare, il 24 sarò anch’io al concerto benefit “Italia loves Romagna” a Campovolo di Reggio Emilia».  

Elisa Russo, Il Messaggero Veneto 18 Giugno 2023   Il Piccolo 8 Luglio 2023

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