ABBAZABBA, LIVE AL ROUND MIDNIGHT (TS) 22.03.14

Abba Zabba Mimi Antolovic.A tre anni dall’album «The Alphabet», il cantautore triestino AbbaZabba torna sulle scene con un nuovo lavoro (in uscita nei prossimi mesi un EP seguito da un album intero), che segna il passaggio dalla lingua inglese alla lingua italiana. Titolo probabile: «Cambio Automatico», come il processo naturale che ha portato al cambio di lingua. Alessandro Giorgiutti, in arte AbbaZabba presenta in anteprima i nuovi pezzi al Round Midnight di Via Ginnastica, sabato alle 22. Con lui sul palco J.J. Calligaris (The Academy) e Cortex.

AbbaZabba così sintetizza il periodo dall’uscita dell’album precedente alla nascita delle nuove canzoni: «Due anni fa ho perso mio padre ed è stata una cosa che mi ha segnato e cambiato in maniera forte. Poco dopo sono stato chiamato come fonico dei Mellow Mood per un’intensa tournée di cinquanta date estive. Sono in giro con loro, in Italia e in Europa, da tre anni ormai, per me sono come una famiglia. Sono stato per un po’ in apnea e la mia musica l’ho messa da parte. Dopo una pausa, quando ho ricominciato mi è venuto naturale utilizzare l’italiano. Il primo esperimento che ho fatto è stato un brano per Dorina (che poi non è uscito). La canzone, però, è piaciuta a chi l’ha sentita, compreso Paolo Benvegnù. Questi feedback positivi mi hanno dato fiducia. È stata una scoperta di atmosfere nuove, forme diverse ed è stato molto stimolante. Ho scritto molto, una trentina di pezzi solo nell’ultimo anno. Il passaggio all’italiano è stato appunto un “Cambio Automatico”, era latente in me. Sono riuscito a raccontare delle storie, come nella canzone “I Vecchi”, cosa che con l’inglese non ero riuscito a fare».

Ora che utilizza l’italiano, avrebbe un brano per Sanremo?

«Direi di no. L’artista scrive un pezzo apposta per Sanremo. Invece penso che Sanremo dovrebbe accettare i pezzi degli artisti per come sono. Sanremo non permette di avere coraggio. Ma comunque i gruppi forti sono quelli che fanno tante date. Altro che Sanremo! Chi macina chilometri ed ha seguito dal vivo, conta davvero. È il caso dei Mellow Mood o de Il Pan del Diavolo. Magari sulla stampa sono meno presenti di altri, eppure hanno più seguito. Perché i dischi li vendi ai concerti». 

Che sonorità hanno le nuove canzoni?

«”The Alphabet” l’avevo scritto immaginando una band rock. Adesso invece ho composto da solo e musicalmente sono tornato al folk, al mondo dei miei primi EP. Oltre a me, è passato Cortex a suonare qualche chitarra e poi c’è qualche intervento del bassista e del batterista dei Mellow Mood». 

Molti hanno notato che si sente qualcosa di AbbaZabba anche sul disco di Toni Bruna “Formigole”. Che contributo ha dato?

«Ci conosciamo da più di vent’anni, ascoltavamo musica dalla collezione di suo padre, una discografia che mi ha fatto scoprire tutto il cantautorato americano. Ascoltavamo “Bone Machine” di Tom Waits fino alle tre del mattino. E poi Tim Buckley, Frank Zappa, Rolling Stones. La mia mano sul suo “Formigole” in realtà è stata quella di un “mixerman”, lui aveva veramente le idee chiare e una forte personalità. Avrò aggiunto due-tre idee. Ma è prodotto da lui». 

Seguendo i concerti dei Mellow Mood, che situazione trova in giro per l’Italia?

«I posti per suonare ci sono. Tante piccole realtà, come il Karemaski di Arezzo un posto fantastico, gestito da persone davvero in gamba. O il Magnolia di Milano. Funzionano bene soprattutto i locali più piccoli. La crisi non la vedo come una cosa così negativa: spinge le persone a tirare fuori il meglio. Per quanto riguarda Trieste, sono molto dispiaciuto per la questione dell’Etnoblog, un posto che ha fatto la storia della nostra città».

 

Elisa Russo, Il Piccolo Venerdì 21 Marzo 2014
Foto Mimi Antolovec

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