Giovedì dalle 22.30 al Café Rossetti (Largo Gaber 2) suonano due band triestine: gli Etoile Filante e The Academy; a chiudere la serata Honky Tonky djset (Jack Rabbit Slim e Lupin). Il concerto rientra all’interno della rassegna Blondie Fashion Nights, che proseguirà il 17 maggio con Olly Riva & The Soul Rockets e Limes.
Gli Etoile Filante, band di culto a livello sotterraneo, sono giunti al quindicesimo anno di attività, propongono una particolarissima miscela di elettro-pop disturbato da interventi noise ed atmosfere psichedeliche e darkeggianti. La band di Laura, Csko e Ico ha finora dato alle stampe 5 minicd/EP ed ha partecipato a 4 compilation (di cui due giapponesi), muovendosi sempre all’interno del circuito indipendente. Nel corso degli anni, l’ambito d’azione si è allargato anche a collaborazioni con compagnie di danza contemporanea per i cui spettacoli il gruppo ha preparato le musiche, spaziando in territori che si sono distanziati dal loro stile usuale per addentrarsi in atmosfere minimal di grande suggestione. La band è attualmente impegnata nella promozione delle sue produzioni più recenti.
The Academy sono il gruppo di punta dell’indie rock danzereccio made in Trieste, di recente si sono aggiudicati la vittoria delle selezioni regionali di Arezzo Wave (assieme a Borderline). È appena uscito il loro primo lp «Meaning of dance» (Lademoto). I componenti del gruppo hanno accumulato varie esperienze in altre formazioni: Gianluca Calligaris alla voce, chitarra e synth (Lara B e AbbaZabba), Marco Seghene al basso, voce e produzione (Lara B, Eddie Cat, AbbaZabba, Jade e Mike Sponza), Alessio Gambarrota alla batteria (Bizzarrie e Carpool to Nashville) e Vito Gelao alla chitarra e ai synth (Dubtitude e Rudeboys). Dal vivo la formazione include anche Pierpaolo de Flego (The Mothership, Free Strangers’ Society) al bass synth e Nicola Narbone (Cultured Apes) alle tastiere. Il nuovo disco, spiega Seghene: «Contiene dieci brani stilisticamente eterogenei. Si trova su tutte le principali piattaforme digitali (tra cui Itunes, Spotify, Amazon e Soundcloud). Stiamo cercando di allargare il più possibile il nostro raggio d’azione, primo perché facciamo musica in inglese, secondo perché il panorama italiano pone dei limiti soprattutto a chi propone musica come la nostra. Il web da questo punto di vista è un ottimo strumento». Aggiunge Calligaris: «Il titolo del disco racchiude un po’ il messaggio dell’intero album, che è la nostra personale visione riguardo al significato della danza come rituale. Questo messaggio si può trovare più o meno celato all’interno dei testi. Il disco infatti gravita attorno alle atmosfere “dance”, o comunque riconducibili alla musica ballabile per la maggior parte dei brani. Ci si è accorti alla fine, che inserire un testo su quelle pulsazioni, significava sostanzialmente cercare di comunicare un messaggio spesso teso ad esorcizzare i nostri demoni e le nostre paure. Il tema della danza ci affascina per la moltitudine di significati, poiché in molte situazioni diventa un mezzo potentissimo per comunicare a volte più delle parole».
Elisa Russo, Il Piccolo 23 Aprile 2014