Avvicinarsi al repertorio di due classici della musica italiana come Mina e Celentano non è mai semplice, ma la formazione triestina Acqua e Sale – in scena sabato alle 20.30 alla Sala Luttazzi, per la rassegna “Una luce sempre accesa” – lo fa con grande dedizione, in uno spettacolo studiato nei dettagli, dagli arrangiamenti curatissimi alle dinamiche e scenografie, fino alle videoproiezioni, ai costumi di scena e il trucco.
Il tributo nasce nel 2017 quando Flavio Furian (visto in tv a “Colorado” su Italia1, star in città con “Macete” – esperienza recentemente conclusa che dà vita ora al nuovo marchio “Domace” ancora in coppia con Maxino –, abile imitatore che nei suoi show ha sempre inserito una personale versione del “molleggiato”) e sua moglie, la cantante Ornella Serafini, decidono di mettere in scena uno spettacolo che celebri la coppia d’oro della musica italiana, trovando la disponibilità e la competenza di musicisti già affermati in altri progetti: dopo qualche cambio di formazione oggi li accompagnano Marco Ballaben alle tastiere, Alessandro Leonzini al basso (sabato sarà sostituito da Francesco Cainero), Paolo Muscovi alla batteria, Francesco Zanin alla chitarra e Giovanna Rados al violino e voci. Il tour è prodotto dalla triestina Good Vibrations, che prima della pandemia li ha portati nei teatri di tutta Italia e nelle piazze estive, toccando anche Austria, Slovenia, Croazia e Montenegro.
«Mi è sempre piaciuta la poliedricità di Mina – dichiara Serafini – ho stimato il coraggio delle sue scelte. Ci tengo a dire che non la imito, ma mi piace giocare con la voce, fare un richiamo delle sue sonorità. Abbiamo rispettato l’espressione musicale di ognuno, non con l’obiettivo di fare delle cover fedeli ma di esprimerle con il filtro delle nostre personalità». Il risultato? «Non un semplice concerto ma uno spettacolo ricco di scenette dove Furian mette in gioco la sua verve comica», e brani senza tempo come “Brava”, “L’emozione non ha voce”, “Azzurro”, “Acqua e Sale”, “Il tuo bacio è come un rock”, “Il ragazzo della Via Gluck”, “Grande Grande Grande” che dimostrano di far parte del dna di tutti gli ascoltatori e non smettono mai di emozionare e coinvolgere.
Elisa Russo, Il Piccolo 04 Marzo 2022
