AL CASTELLANA «Outside My Window» COMUNICATO

AL CASTELLANA

& SOUL COMBO

«Outside My Window»

(Lademoto Rec.)
 

Esce il 4 novembre il quarto album

 del soul singer italiano.

 

 

564471_4871838608507_1687747755_nUna finestra che si affaccia a San Giacomo, quartiere popolare di Trieste, Nord Est d’Italia. E una finestra interiore che si apre, in un terapeutico outing musicale che porta a tirar fuori tutto se stesso, con sincerità e senza filtri. Al Castellana decide di aprire e aprirsi in questo suo quarto album, forse il più sorprendente tra quelli realizzati finora. Sicuramente il più maturo e completo. Perché, dimostrata e assodata ormai in una lunga carriera la capacità tecnica e stilistica, questa volta il songwriter triestino si è concesso il lusso di realizzare un disco “di pancia”, un album pulsante verità e genuinità, un lavoro che commuove, intrattiene, riempie anima e cuore, seduce, emoziona. Scritto di getto, dopo un periodo piuttosto duro segnato da alcuni lutti e perdite sentimentali fino a vedere di nuovo la luce, ritrovare la serenità e la Fede, stare meglio e accettare di portare le inevitabili cicatrici che la vita ti lascia addosso. Castellana si mette a nudo e ne esce più umano e forte che mai. Nei testi c’è crudezza, rimpianto ma anche fiducia nel futuro. «Chiudo i conti col passato e guardo avanti. La finestra ha questa doppia valenza: guardo dentro di me e guardo fuori. Apro la finestra e descrivo tutto quello che vedo giornalmente che non è sempre bellissimo e per la prima volta lo dico, non fingo. Sono storie personali, parlo di me. Dei punti fermi della mia vita: la musica, la mia famiglia, mia mamma, l’amore, la Fede ritrovata», spiega Castellana.

 

«Outside My Window» si divide in due parti teoriche, un Lato A e un Lato B, come i vecchi e amati vinili. La prima parte è molto seventies, old school: «Chiudo con il passato a livello personale, ma non musicale. A me piace ancora quella musica e quindi è un ritorno del soul più classico e come sempre ho messo una parte quasi completamente dedicata al soul del passato. La parte B, a sorpresa, ha sonorità molto più nu soul, hip hop».

Soul del passato e soul del futuro. «Il disco di Robert Glasper Experiment per noi è stato una folgorazione, un’illuminazione che ci dice cosa deve succedere adesso nella musica, dove va a finire il soul: il soul si intrufola ovunque. Sentivamo proprio l’esigenza di fare questo Lato B. Che magari verrà recepito più all’estero che in Italia», conclude Castellana.

 

Il disco è suonato dal Soul Combo, collettivo di musicisti che da sempre accompagna il soul singer triestino ed è completamente prodotto da Castellana stesso assieme a Daniele Speed Dibiaggio. Tre brani sono co-prodotti da alcuni tra i migliori beatmaker italiani: Shablo (Club Dogo, Marracash, Fabri Fibra), Rossella Esse The Essence (che a 20 anni ha già prodotto brani per nomi come Ghemon), e K9.

 

LATO A:

 

1. «Outside My Window part 1»: una descrizione di un’umanità in affanno, in un quartiere popolare che è a Trieste ma potrebbe essere ovunque. Un’introduzione a quello che sarà l’album: un lavoro meno “leccato” dei precedenti (a parte un paio di episodi), con sonorità belle crude e vere alla Bill Withers. Traccia co prodotta da The Essence, ragazzina di Napoli fenomenale.

 

2. «Honest Song» parla di successo, solitudine, depressione, fede ritrovata, cose cercate e mai trovate, rinascita…

Bill Withers che si materializza e, a metà del pezzo, un Castellana in stato di grazia, come un Marvin Gaye che vede la luce. Uno dei momenti mistici dell’album, con sonorità belle crude.

 

3. «Lucky Man» primo singolo e videoclip. Una soul ballad che nasce da un frase che la nonna di Castellana diceva a suo papà sull’importanza di avere accanto una donna che ti ama nonostante i tuoi errori e le tue vicissitudini: “Sei proprio fortunato perché, pur essendo una disgrazia d’uomo, le hai fatto passare le pene dell’inferno e lei ti sta ancora accanto”. Voleva essere un pezzo gioioso: molti, però hanno pianto di commozione, sentendolo. «Quando dici la verità la gente capisce», commenta l’autore. «Ho sempre cercato di risultare quello che canta meglio, con i pezzi con gli arrangiamenti impeccabili, molto stile. Una mentalità alla Luther Vandross. Invece questa volta ho pensato che pagherà il fatto che dico la verità: chi vuole capire capirà. Ma l’importante è che mi senta io a mio agio. È la prima volta che non mi preoccupo del giudizio».

 

4. «My Woman» tributo ad una donna scritto in un momento felice. Grande ritorno ai falsetti, super arrangiamento che riesce a far suonare il pezzo come suonavano quelli di una volta, con i flauti… Una bella iniezione di gruppi storici come Spinners, gruppi vocali anni 70.    

 

5. «Still The Same»: accorgersi di non dire mai alla tua donna che l’ami come il primo giorno e capire quanto è importante per lei. Anche i testi (non solo le sonorità) vanno a ripescare il linguaggio degli anni Settanta, non ci sono modi di dire di adesso. C’è un assolo di flauto: rarità assoluta in una canzone made in Italy.

 

6. «Superwoman (Where were you when I needed you)»: unica cover dell’album, pezzo storico di Stevie Wonder (già presente nella compilation «Bless The Ladies») in una versione lunghissima, con un chiaro richiamo a come la fece Donnie Hathaway.

 

7. «Outside My Window part 2» un omaggio ad un amico importante, un bandito dal cuore tenero scomparso due anni fa, un “romantic gangsta”, un ladro romantico, un Robin Hood che quello che rubava divideva. Grandissimo calciatore e cantante. Traccia co prodotta da The Essence.

 

LATO B:

 

8. «I am old»: un uomo di mezza età innamorato di una giovane ragazza: lei se ne va, lui la implora di tornare. Traccia soul r&b co prodotta da Shablo, forse il miglior beatmaker, producer italiano.

 

9. «Nobody»: un nuovo amore. Sonorità nei territori del neo soul di Erykah Badu, Gil Scott – Heron con i bassi che pompano forte. Un capitolo nuovo che si è appena aperto.

 

10. «We Proceed»: risalire dalle tenebre, trovare una persona speciale, ripartire in cerca della pace e della felicità. Pezzo ipnotico prodotto da K9.

 

11. «Salt Lamp Light»: la fine/ non fine di un amore importante. Gli amori vanno, le canzoni restano. Co prodotta da K9.

 

12. «Singing with My Friend (outro)»: un saluto gioioso al caro amico Gianfry in puro Marvin Gaye style, feat. Amir Karalic. «Un dolore immenso che sto ancora elaborando… Eravamo e siamo amici al di là della musica, delle memorabili trasferte e delle soddisfazioni culminate con le collaborazioni con Alan Sorrenti, Tormento, Neffa, Patti Pravo. Ma, oltre ad essere una leggenda di Trieste, Gianfry era prima di tutto Gianfranco Varin ed io ho conosciuto la sua anima sensibile e profonda, la sua grande generosità e bontà, il suo sorriso, ripensare al suo sorriso mi sarà d’aiuto nei momenti più duri. Lasciatemi dire: Gianfry, grazie di tutto, ti voglio bene».

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=jAWOOwl0E5A[/youtube]

 

 

Elisa Russo, Ottobre 2013

Articoli consigliati