È partito il 9 maggio l’atteso tour in Italia di Alborosie, la star italo jamaicana autentica icona della cultura reggae in tutto il mondo. Venerdì è prevista l’unica data nel Triveneto, a Trieste, nella grande area verde di Borgo Grotta Gigante. Dalle 20.30, oltre ad Alborosie e la Shengen Clan Band ci saranno: i modenesi Lion D & Bizzarri Sound, gli sloveni Siti Hlapci, la crew croata Pulap Radio Station e gli austriaci Sued Massiv Ls. Rebel Elementz. A chiudere la nottata i Northern Lights.
Alberto D’Ascola, in arte Alborosie, è uno dei più importanti protagonisti della scena musicale reggae, cantante, beat maker e musicista, ex leader e fondatore della band Reggae National Tickets, da anni trasferitosi in Giamaica per confrontarsi con la cultura reggae e rastafari.
Nella sua carriera solista ha collaborato con Jon Baker, produttore e discografico della Island Records, la storica etichetta che fece conoscere Bob Marley nel resto del pianeta.
Nel 2011 si è aggiudicato il Best Reggae Act ai M.O.B.O. Awards (Music of Black Origin) davanti a star del calibro di Nas e Damian Marley, diventando il primo artista bianco a vincere un premio dedicato alla musica nera.
«Sono le prime date italiane, ma ne abbiamo già fatte 31 altrove, quindi sono molto stanco!», esordisce Alborosie.
A Trieste era già passato, all’Ausonia.
«È una zona molto calda per la musica reggae ed è sempre un piacere venire lì a suonare. Ricordo il posto con molto piacere».
Che show vedremo a Borgo Grotta?
«Una scaletta molto Alborosie, i miei pezzi dal 2007 fino ad oggi, la mia musica un po’ spirituale, un po’ socio politica, di rivoluzione, di liberazione. Ci sono tante fasi nel concerto: quella in cui salti, in cui canti, in cui pensi. È una bella esperienza, vedo che funziona in tutto il mondo, la gente è contenta».
Il suo nome è legato anche ad una realtà nata nella nostra regione, ovvero il Rototom. “Free Rototom”, è un suo brano a sostegno del festival.
«Con il Rototom ho una collaborazione che dura ormai da vent’anni, dalla prima edizione sono sempre stato lì. Abbiamo fatto un percorso gemello, siamo cresciuti insieme e c’è sempre stata collaborazione tra noi. Una situazione molto bella, era uno dei pochi – se non l’unico – festival italiano che raccoglieva così tanta gente nel nome della musica. In Italia abbiamo estremamente bisogno di festival, ci sono tanti gruppi e tanto pubblico quindi tante realtà diverse che si intrecciano ed è uno scambio culturale immenso. Quindi il Rototom manca tantissimo all’Italia, ora che si è trasferito in Spagna. Ma si sa che le istituzioni in Italia più che aiutare certe realtà le combattono. In Spagna va sempre molto bene, ma è un peccato per gli italiani, perché queste cose ci rendono un paese migliore, che compete con le realtà internazionali: evidentemente c’è qualcuno che non vuole che questo paese si globalizzi ma vuole che rimanga un paese con una mentalità provinciale».
Una volta ha detto che in Italia le mancavano il sale, il pepe, le spezie e in Giamaica le ha trovate.
«Chiaramente ci sono i pro e i contro. L’Italia è un paese più bello per una serie di cose. La Giamaica è un paese magico, molto bello a livello di natura e di ambiente circostante ma poi ci sono un sacco di problemi a livello sociale e politico. Ma comunque è un paese in via di sviluppo. La contraddizione è che certi problemi sociali ci sono anche in Italia, che è un paese ben sviluppato. Alla fine il mondo è tutto un po’ paese, io l’ho girato tutto 4-5 volte e i problemi sono sempre quelli, cambiano le culture, cambiano le facce, le situazioni ma la sostanza è sempre quella».
Ha suonato quasi in tutto il mondo. Eccetto?
«L’Africa. Vorrei andarci, però toccata e fuga. Ho paura delle zanzare!».
In uscita un documentario (dvd+libro su Feltrinelli) di cui si dichiara soddisfatto a metà.
«C’è stato un sacco di lavoro da parte mia e poi quello che è stato effettivamente utilizzato era molto poco, quindi la mia situazione e il mio stile di vita non sono rappresentati al 100%. È stata una scelta dei produttori, però alla fine non mi danneggia quindi va bene».
Solo live o anche registrazioni e produzioni nei prossimi mesi?
«Fino a settembre sarò in giro a suonare. Poi mi ritaglierò degli spazi per lo studio».
Ultime collaborazioni con artisti italiani?
«Ho registrato ”Curre curre guagliò” con i 99 Posse, il video sta passando molto e sta funzionando».
Elisa Russo, Il Piccolo 15 Maggio 2014