ALEJANDRO ESCOVEDO a Trieste il 15.07.17

Prosegue la seconda edizione di “Hot in The City”, rassegna di concerti organizzata dalla Good Vibrations con la produzione artistica dell’associazione Trieste is Rock, nell’ambito del cartellone di Trieste Estate. Sabato, in Piazza Verdi alle 21.30 ad ingresso gratuito, il primo ospite internazionale: il songwriter americano Alejandro Escovedo noto anche per le sue celebri amicizie e collaborazioni che vanno da Peter Buck dei R.E.M. a Bruce Springsteen e Ryan Adams. Nell’attuale tour europeo, Escovedo è accompagnato da Don Antonio, apprezzato progetto made in Italy che include membri dei Sacri Cuori: Antonio Gramentieri alla chitarra, Denis Valentini alla batteria, Francesco Valtieri al sax e tastiere e Roberto Villa al basso. L’amico Peter Buck, chitarrista e tra i fondatori dei R.E.M., è stato un collaboratore chiave per l’ultimo disco e spesso lo accompagna nei tour americani, spiega Escovedo: «Certo, a casa ho una grande band, ma mi piace suonare con persone diverse. Don Antonio sono molo interessanti, sono cresciuti ascoltando black music ed è una componente che avrei sempre voluto inserire nella mia musica ma finora non ci ero riuscito». Un ritorno in città per Escovedo: il grande chitarrista che passa dal punk rock al roots e all’alternative country, aveva già suonato nella stessa piazza nell’estate 2012, in quell’occasione aveva anche improvvisato un intenso duetto con la cantante triestina Dorina. Commenta: «Amo suonare dal vivo, per me è l’aspetto più importante. È la strada più dura da percorrere, perché significa essere sempre in viaggio e sacrificare altri aspetti della vita come le relazioni ma non voglio diventare un recluso in studio. Mi piace l’interazione con il pubblico».

Figlio di emigranti messicani (padre suonatore di mariachi e fratello storico percussionista di Santana), Alejandro presenta questa volta il recente album «Burn Something Beautiful» che rivisita con sangue, classe e passione le sue avventure rock: «Il disco è dedicato ai miei genitori e a tutti gli “immigrati che hanno reso grande questo paese”» (netto e sarcastico riferimento al “Make America Great Again” di Donald Trump). La produzione di «Burn something beautiful» è stata affidata ad uno dei suoi tanti fan, Peter Buck, che ha dichiarato di aver realizzato il sogno di arrangiare e scrivere insieme a lui. Così in passato hanno fatto, tra gli altri, Bruce Springsteen e Ian Hunter, mentre è lunghissima la lista degli artisti che hanno interpretato le sue “street songs” d’amore e di lotta, quasi sempre autobiografiche.

Con la sua prima band, the Nuns, Escovedo aprì per i Sex Pistols a San Francisco, divenne parte della scena punk di New York a fine anni ’70, quando viveva al Chelsea Hotel: «Sid e Nancy erano miei vicini di stanza al Chelsea. Frequentavo i Ramones, o mi capitava di vedere Lester Bangs al lato del palco che suggeriva a Nico i testi che si era dimenticata. Sono stato fortunato a vivere quel periodo in quei luoghi; mi mancano molti di quei personaggi, che purtroppo non ci sono più». Il songwriter texano, classe ‘51, dopo la militanza in varie band, ha intrapreso la carriera solista dal 1992; ora che il suo album “Gravity” festeggia i 25 anni, è considerato uno dei personaggi più influenti ed amati negli States dagli addetti ai lavori e dai colleghi.

 

Elisa Russo, Il Piccolo 15 Luglio 2017

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