Sabato alle 21.30 gli Amari sono in concerto al Tetris di Trieste. Dariella, Pasta e Cero, nucleo di base della formazione udinese, hanno alle spalle quasi quindici anni di attività, dopo tre anni di silenzio dal fortunato e anglofono «Poweri» (con relativi passaggi alla BBC e nelle playlist di mostri sacri come Erol Alkan), sono tornati ad inizio 2013 alla lingua di Dante con «Kilometri», che nel titolo (e non solo) vuole essere un tributo a tutti i chilometri fatti in tre lustri di corse in furgone, di club in club, di città in città, in Italia come in Europa. Chilometri che li hanno resi uno dei gruppi pop per eccellenza del panorama musicale indipendente. Un disco nato tra Milano e il Friuli, e registrato a Città di Castello, nel cuore dell’Umbria, negli studi di Leonardo “Fresco” Beccafichi. Anche qui, tempo e chilometri che ancora una volta si legano, insieme alla quantità di strumenti d’ogni tipo (dal Fender Rhodes all’omnichord) suonata dai tre, con l’aggiunta di Sergio Maggioni, Pietro Fabbri ed Enrico Librio.
Quasi un anno di “Kilometri”: quali sono stati i vostri passi dopo l’uscita dell’ultimo album?
«Siamo ripartiti subito in tour perché alla fine è la cosa più bella che c’è, il contatto diretto con la gente che viene a sentirci rimane forse la benzina più forte che abbiamo», racconta Il Pasta. «In furgone non ci siamo annoiati, avevamo un sacco di compiti per casa: c’è un nostro featuring nel nuovo disco di Stefano “Stylophonic” Fontana, con una lista di nomi “big” che quando l’abbiamo detta alle nostre mamme si sono emozionate! (ndr: Da Mina a Samuel dei Subsonica, da Caparezza a Irene Grandi…). C’è un altro progetto ancora top secret al momento, possiamo solo dirvi che ci siamo messi alla prova con qualcosa di nuovo per la band: scrivere la colonna sonora di un film. È stata un’esperienza incredibilmente stimolante, speriamo il film esca a breve e i nostri “temi” vi piacciano come è piaciuto a noi scriverli!».
Una lunga carriera ed un percorso in anni non facili per la musica italiana. Quali sono state le prove più dure da superare? E quali le più grandi soddisfazioni?
«Le prove da superare ci sono ogni giorno, soprattutto in questi anni di musica tutta in salita. Siamo fortunati ad avere la “benzina giusta” da chi ci ascolta, ma per noi si tratta sempre e comunque di mettersi in gioco ogni volta e tentare di non ripetersi. Di soddisfazioni ne abbiamo avute tante, tantissime, forse la più bella però è stata finire in copertina di “Cronaca Vera”. Voglio dire, ad andare a cantare in playback il sabato pomeriggio su Rai2 son bravi tutti no?».
Mancate da un po’ da Trieste, che ricordo avete di questa città?
«Il ricordo è bellissimo, ma cercheremo di onorarlo con qualcosa di nuovo: per chi non ci vede/sente da un po’ ci sono un po’ di sorprese sul palco, nella formazione, nei suoni, insomma vogliamo vedervi tutti al Tetris questo weekend, lo vogliamo così tanto che facciamo il bis domenica sera per chi sabato ha già qualche impegno inderogabilmente amoroso (gli altri non sono giustificati!)».
Come siete distribuiti geograficamente?
«Al momento la formazione è amorevolmente divisa 50/50 fra Udine e Milano, connessa da skype, facebook, Trenitalia e Autovie Venete».
La scena musicale udinese?
«Qualcosa si sta di nuovo muovendo, attitUdine è una sorta di movimento nato in risposta alle recenti “repressioni” che la musica live ha subito nella nostra provincia (ma che ben sappiamo stanno diventando all’ordine del giorno in tutta la penisola). Come dicevano quei tre ragazzi di Brooklyn qualche anno fa insomma, “you gotta fight for your right to party”… sempre!».
Che progetti avete per i prossimi mesi?
«A dicembre concluderemo il tour di “Kilometri”, e ci concentreremo sull’uscita del film di cui abbiamo scritto la colonna sonora. Inutile dire che stiamo già lavorando a del nuovo materiale, ma come sempre parliamo di musica, non di architettura, quindi chi vivrà, vedrà!».