Una voce di quelle che ti fermi ad ascoltare, quando t’imbatti in lei che canta per le strade di Trieste. Amber è il suo nome d’arte, ma quello di battesimo racchiude ancora di più il suo destino di cantante. Sì perché i suoi genitori la chiamano Giorgia in onore della loro cantante preferita. “E poi”, “Come saprei”, “Di sole e d’azzurro” risuonano non solo dallo stereo: anche la mamma è cantante, così cantare diventa naturale come respirare in casa Giurco. Al suo interesse principale per il canto, Amber ha affiancato la chitarra, il pianoforte e il ballo: in particolare pratica la disciplina del tip tap, con la scuola Toc Toc Trieste. Si cimenta anche con i musical, ad esempio “Joseph and the Amazing Technicolor Dreamcoat” al Politeama Rossetti. Partecipa ai concorsi FVG Talent Show a Gorizia e Premio Casa della Musica di Cervignano, collabora con alcuni dei musicisti locali più rinomati: Francesco Cainero, Emanuele Grafitti, Matteo Brenci, Moreno Buttinar, Marco Vattovani e, con alcuni di loro, ha in progetto di pubblicare il debutto discografico che raccoglierà i suoi inediti. Nel frattempo continua a suonare per strada, cover e pezzi propri, da sola o in duo con Angela Cotterle e la si è vista anche su palchi importanti come quello estivo di San Giusto (per il Trieste Calling The Boss) o alla Sala Luttazzi (in apertura di Riccardo Gileno).
In arte Amber, perché Giorgia era già preso?
È proprio in onore della cantante che i miei mi hanno chiamato Giorgia, in casa ascoltavamo molto lei, Alex Britti, Tiziano Ferro, Lucio Battisti. Quando ho cominciato a fare l’artista di strada mi è venuto in mente un personaggio che avevo interpretato con la mia scuola di teatro, si chiamava Ambra, un ruolo che mi è piaciuto molto, in cui mi sono immedesimata. Allora ho deciso di essere Amber, che richiama il colore dei miei capelli.
Avere la mamma cantante l’ha stimolata o inibita?
Cantavamo da sempre assieme, poi è nata mia sorella (oggi ha 16 anni) e anche lei ha sviluppato la passione per la musica e ora ci divertiamo un sacco a cantare a tre voci.
Il suo debutto?
Nei cori della chiesa e della scuola. Poi ho iniziato a ballare il tip tap e ho fatto un po’ di musical, cantavo, ballavo, recitavo e ho cominciato a suonare la chitarra e il pianoforte da autodidatta.
Com’è suonare per strada?
Bellissimo, è sempre imprevedibile. L’esibizione dipende dal pubblico che passa in quel momento, dal meteo, varia in base a tanti fattori. Se qualcuno si ferma sono molto contenta. Mi arricchisce, si conoscono persone: mi è capitato il signore che mi parlava in giapponese o l’artista di strada che mi raccontava dei suoi viaggi, non ti annoi mai. È un bel contesto per fare arte.
Il più bel complimento che le hanno fatto?
Che trasmetto emozioni cantando e nei testi che scrivo. Quando canto sono me stessa al 100%, senza maschere e filtri, la musica è la parte in cui sono più vulnerabile ma non per questo mi sento di dover cambiare qualcosa per il pubblico. Sono molto trasparente.
Amy Winehouse, Camila Cabello, Post Malone, Davide Shorty, Michael Jackson tra le cover visibili online: come le sceglie?
In base a ciò che mi piace, dal pop al cantautorato agli evergreen, a volte resto fedele all’originale, altre volte mi piace cambiarle e personalizzarle.
Cosa può anticipare, invece, dei suoi inediti?
Ho circa venti canzoni, dalle più leggere alle più intense e sto lavorando per produrle e pubblicarle, trovo sia divertentissimo costruire la propria canzone. Mi sto appoggiando a diversi produttori a seconda dei brani, da Francesco Cainero e Matteo Brenci (40 Fingers) ad altri nomi emergenti.
L’esperienza del Premio Casa della Musica di Cervignano?
L’anno scorso con l’inedito “Maledettamente” ho ricevuto il premio come miglior testo da Riccardo Onori (chitarrista di Jovanotti) e anche il premio del pubblico, una bella soddisfazione. Un’esperienza che permette di confrontarsi con altri giovani artisti, di diversi generi e approccio alla scrittura. Quest’anno ho partecipato con un altro inedito che si chiama “Scacchi Matti”.
E i talent show televisivi?
Un mondo che mi spaventa, temo sia artefatto, non veritiero come suonare live. Non vorrei perdere la mia identità o essere messa in situazioni di stress che non so gestire. Ho seguito X Factor e adesso Amici, può essere d’ispirazione per capire quello che funziona, prendere spunto, anche capire quello che non mi piace e dove non voglio andare.
Vivere a Trieste può essere un limite per la carriera?
Trieste è una piccola isola felice. Il limite può essere che a volte qua le cose funzionano ma poi non si esportano. Tutti si conoscono e si supportano però è difficile espandersi. Non che sia impossibile. Ma a volte quasi ci si adagia a rimanere “comodi” in questo angolo d’Italia.
Il suo disco del cuore?
Il primo album della cantante americana Tori Kelly, “Unbreakable Smile”, un’artista che mi ha ispirata tantissimo sia per cantare e suonare la chitarra che poi per scrivere i miei pezzi. Mi sono fatta anche un tatuaggio con il logo di questo album: lo considero l’inizio di tutta questa mia fase musicale e sarà sempre con me.
BIOGRAFIA
Giorgia Giurco, in arte Amber, ha compiuto 20 anni il 25 settembre. Genitori triestini, nonni pugliesi, diplomata al Carducci, suona pianoforte e chitarra da autodidatta e studia canto con Joy Jenkins. Ha riscosso buon successo al FVG Talent Show di Gorizia e Premio Casa della Musica di Cervignano. Artista di strada, ballerina di tip tap, sta lavorando al suo primo album di inediti. Sui social è Imjustamber.
Elisa Russo, Il Piccolo 5 Febbraio 2022
