I suoi due recenti singoli “Marinai” (di cui è disponibile anche un videoclip) e “Limbo” (ispirata, nientemeno, al contrappasso dantesco) stanno raccogliendo un ottimo riscontro e fanno attendere con curiosità un album di debutto: Anastasia Zanello, diciottenne di Mortegliano, assicura di avere nel cassetto almeno una ventina di canzoni che le piacerebbe produrre e pubblicare. La giovane artista friulana, che ha fatto anche parte del coro The NuVoices Project diretto da Rudy Fantin, si è fatta notare vincendo nel 2019 il concorso Play Homepage nella categoria inediti con due brani in inglese e a ottobre si è classificata prima al concorso “Se Tu Sês Bon”. Sogna di partecipare a “Sanremo Giovani” e non esclude di provare il percorso dei talent «non per vincere ma nell’ottica di fare un’esperienza». «Quando ero piccolina – racconta – cantavo nei cori delle scuole oppure in chiesa, ma non l’ho mai considerato come un potenziale canale per esprimermi: per me esisteva solo il pianoforte. Con il tempo ho deciso di intraprendere gli studi e valorizzarlo sempre di più: ho studiato canto lirico, moderno, ho spaziato tra diversi generi e ora magari mi oriento sul pop, sul jazz, sul blues, sul rock». Si avvicina da subito alla musica, Anastasia, che a cinque anni comincia a suonare il piano, stimolata anche dall’ambiente famigliare. Il canto è arrivato un po’ dopo ed è la strada che oggi percorre con determinazione: fondamentale in questo la scuola Groove Factory di Martignacco.
In una carriera artistica quanto conta la predisposizione naturale e quanto lo studio?
Il talento va sempre messo a fuoco, sostenuto da qualcosa, una persona può avere una sua musicalità innata però senza lo studio, che fa capire certi meccanismi, il talento rimane fermo.
Dopo sette anni di conservatorio ha preso un’altra direzione?
Mi sono allontanata principalmente perché mi sentivo oppressa e i miei sogni, progetti, idee erano considerati da molti docenti non dico ridicoli, ma illusioni superficiali. Sembrava esistesse solo la musica classica, senza apertura agli altri generi. Quindi ho coltivato le mie passioni, ho continuato lo studio del pianoforte, lo suono a casa. Però mi sono detta: il canto è la mia vera e propria vocazione, il percorso che voglio portare avanti nel tempo.
Che generi ascolta?
Amo follemente la musica classica, da lì nasce e si sviluppa tutto quanto, però essendo giovane guardo sempre al futuro. Sono aperta a tutti i generi, prevalentemente pop music inglese, ogni tanto mi ritrovo ad ascoltare indie italiano. Sono cresciuta con i dischi di Zucchero, Phil Collins e i Coldplay, “Ghost Stories” è il mio album del cuore.
Il suo primo singolo?
“Marinai” è nato da un processo di riscoperta personale, è scritto quasi tutto in metafora. È stata la mia prima esperienza a livello di produzione, seguendo anche il video e il suo montaggio. Mi definisco “perfettina”, curo i dettagli, per cui se guardo adesso quella canzone penso che è bella ma ricomincerei tutto da capo perché ho sempre nuove idee.
E il secondo?
“Limbo” fa parte del progetto Dante Pop – Groove On Tour in collaborazione con l’associazione Living Music. Realizzarlo è stata una sfida perché il tema centrale su cui sviluppare gli argomenti era proprio Dante, una tematica abbastanza insolita e invece sono riuscita a realizzare qualche frase, qualche verso sul contrappasso dantesco e da lì sono andata poi a costruire la canzone.
Si è appassionata a Dante. Merito di bravi insegnanti?
Sono una ragazza molto curiosa, mi piace andare a scavare quindi una parte arriva da me, ma ho avuto insegnanti davvero bravi, professori che ci hanno messo l’anima e mi hanno fatto capire l’importanza della lingua italiana e tutto quello che ci si può sviluppare sopra, mi si è aperto un mondo.
La sua generazione come vive la musica?
L’approccio è cambiato, ci basta un click e troviamo tutto ciò che ci serve e penso che il rapporto con la musica sia distratto, oggi da pochi viene considerata realmente per quello che è e sembra quasi che sia un sottofondo nei momenti morti della giornata. Per me è centrale.
L’ultimo libro che l’ha colpita?
“Piccolo dizionario delle emozioni” di Ivana Castoldi (Feltrinelli), amo vivere appieno emozioni e sentimenti, e questo libro mi è piaciuto molto perché mi ha fatto cambiare punto di vista sulle emozioni, su come arginarle. Essendo cantante devo imparare a controllare me stessa e gli impulsi, devo essere più razionale.
Il suo rapporto con i social?
Mi rendo conto che c’è una dipendenza, nel voler mettere in mostra tutto ciò che faccio e vedere quello che fanno gli altri, sento che la mia vita dipende dallo schermo del telefonino però è una cosa che assolutamente non mi piace e con il tempo sto cominciando a ridimensionare l’utilizzo, a mettermi dei timer cercando di non superare le tre ore giornaliere (sommando anche l’utilizzo della rete per studio e per lavoro), darmi delle regole. Mi sono accorta che tutto quello che mi arrivava dai social mi faceva stare male e mi demoralizzava. Ho capito che lo schermo non è la realtà. La realtà ce l’ho in mano io e devo gestirla.
ANASTASIA ZANELLO BIO
Friulana, classe 2003, frequenta il liceo artistico a Udine. Inizia il suo percorso musicale con il pianoforte a cinque anni, alla scuola di musica C.E.DI.M di Gonars; nel 2010 entra al Conservatorio Tomadini di Udine, nel 2017 studia canto moderno e lirico, nel 2018 entra a far parte della scuola The Groove Factory. Ha pubblicato due canzoni: “Marinai” e “Limbo” e ha in archivio una ventina di inediti.
Elisa Russo, Il Piccolo 27 Novembre 2021