Ha portato al talent “Amici” il suo inedito “Piazza Unità”: un biglietto da visita legato indissolubilmente a Trieste quello di Andrea Siragusa. L’esperienza televisiva nel programma della De Filippi è stata breve per il cantante triestino, ma come succede in questi casi per chi brilla di talento vero, le occasioni si moltiplicano e qualche porta si apre. Un passo alla volta: intanto la possibilità di produrre professionalmente il singolo “Piazza Unità” (disponibile sulle piattaforme digitali) grazie all’interesse del cantautore torinese Emanuele Aloia e della sua etichetta neonata Sunflower, con cui uscirà anche un secondo singolo e, chissà, forse un album. È un ragazzo equilibrato, Andrea Siragusa, che ora si firma Sirandré: le tappe, non le ha mai volute bruciare. Classe 2001, figlio d’arte (il papà è il tenore Antonino Siragusa): «La prima opera – dice Andrea – l’ho sentita che ancora ero nella pancia di mamma», a sei anni comincia a suonare il piano.

«Ho imparato praticamente da solo, è stato tutto molto naturale e non mi sono mai più allontanato dal pianoforte che rimane lo strumento che suono meglio – strimpello anche la chitarra e l’ukulele».

Il canto, invece, arriva un po’ dopo?

«Sono una persona molto timida e riservata anche se può sembrare il contrario perché sono espansivo con le persone che conosco. Quindi da piccolo, un po’ per la timidezza e un po’ per il fatto di avere in casa una voce importante come quella di mio papà, ero quasi in soggezione. Allora aspettavo che uscissero tutti e quando restavo da solo mi mettevo al pianoforte e provavo a registrarmi».

E faceva poi ascoltare ai suoi le registrazioni?

«Sì. Finché mio papà mi ha detto: “perché non mi fai ascoltare qualcosa dal vivo?”. Si è rotto il ghiaccio e con la mia testardaggine e qualche lezione con papà, ho imparato a cantare».

Quanto conta il talento e quanto lo studio?

«Sono nato con questa predisposizione, che però andava aiutata a crescere, ci deve essere un equilibrio tra le due cose».

Mamma di Pompei, papà di Messina, si trasferiscono a Trieste dove voi figli nascete. Qual è il suo rapporto con Trieste?

«È una città particolarissima, l’ho sempre considerata una realtà a parte, come se non c’entrasse niente con il resto d’Italia. Lo stile dei palazzi, il clima, il modo di porsi delle persone, il mare su cui si affaccia la splendida piazza: ci si sente fortunati a vivere qui».

Nel 2018 ha pubblicato “Crescere”, dedicata al suo amico Jack Benvenuti morto in un incidente in moto. Era il suo primo brano?

«In italiano sì, prima componevo in inglese. Dopo la tragedia è stato per me un periodo terribile, praticamente per un anno e mezzo sono stato in apnea, con la testa sott’acqua, c’ero ma ricordo molto poco di quello che succedeva intorno a me e quel pezzo è stata un po’ la mia salvezza perché scriverlo mi ha aiutato a cercare di dare un senso a quello che era successo, anche se in realtà un senso non c’è tuttora, però grazie alla musica ho trovato il modo di sfogare tutta una serie di emozioni che stavo vivendo in quel momento. L’ho dedicato a lui e alla sua famiglia e lo ricordo sempre con piacere».

Com’è nata “Piazza Unità”?

«L’anno scorso stavo tornando a casa, mancava un bel po’ a Natale ma la piazza era già addobbata, non c’era nessuno, solo una coppia che stava ballando vicino agli alberi e vedere questa scena mi ha colpito particolarmente. Ho annotato “ed ho visto una coppia ballare in Piazza Unità” e da lì mi sono messo subito al pianoforte, ho cercato di immaginarmi una storia d’amore che avesse a che fare col periodo natalizio e con quella piazza quasi come punto d’incontro».

La partecipazione ad “Amici”?

«Non ci ho pensato due volte, ti permette di esibire il tuo progetto a un pubblico enorme ma anche di fare un’esperienza lavorativa. Una montagna russa fatta di tante emozioni. Era una delle mie prime esperienze davanti a un pubblico così grande, non ero mai stato in televisione, all’inizio è stato difficile, ho avuto un attacco di panico alla prima puntata, per fortuna sono riuscito a calmarmi e cantare il pezzo».

A quel punto è nato il contatto con Aloia?

«Mi aveva fatto i complimenti e io gli avevo scritto che mi sarebbe piaciuto produrre il mio singolo, ma non sapevo come. Eliminato da “Amici” mi hanno ridato il telefono e ho trovato un messaggio di Aloia che si offriva di aiutarmi. È stato un sollievo. Ci siamo sentiti, mi ha parlato del suo progetto Sunflower che è un’etichetta nata da poco grazie a lui e Steve Tarta e abbiamo collaborato insieme alla produzione di “Piazza Unità”, mentre le voci le ho registrate alla Casa della Musica di Trieste. Andremo avanti, l’intento è lavorare ancora assieme».

Cosa vede nel futuro?

«Non escludo niente, talent, Sanremo Giovani… conto di rimanere in campo artistico».

Un disco che l’ha colpita?

«Sono indeciso… Caparezza “Exuvia”… anzi, scelgo “Cheap!” l’ep di Brunori Sas appena uscito; lo consiglio assolutamente a tutti, cinque brani ironici, divertenti, però ti fanno riflettere, un pezzo come “Figli della borghesia” descrive perfettamente tutti noi, riesce a raggruppare tante generazioni».

BREVE BIOGRAFIA

Classe 2001, Andrea Siragusa è diplomato al liceo scientifico linguistico della scuola internazionale di Trieste, ora è iscritto al secondo anno del Dams a Gorizia. Figlio del tenore Antonino, suona il pianoforte e canta fin da piccolo. Ha esordito con il singolo “Crescere” e l’ep “Controtempo” (non più disponibili). Al talent “Amici” ha presentato il suo inedito “Piazza Unità”, poi pubblicato da Sunflower.

Elisa Russo, Il Piccolo 29 Gennaio 2022

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