È un viaggio musicale tra generi diversi e paesaggi naturali, quasi una colonna sonora di un film immaginario: “On Step Back” è il debutto discografico solista del chitarrista e compositore triestino Andrea Vittori. Esce sulle piattaforme digitali (e in un secondo momento su cd) e contiene dodici tracce suonate prevalentemente da Vittori alle chitarre, basso, mandolino, banjo, percussioni, piano, tastiere con la partecipazione speciale di alcuni talenti triestini: le splendide voci di Dorina in “Whisper” e di Gaya Misrachi in “It’s Out There”, il violino di Federico Seraffini, il flauto di Tommaso Bisiak, la viola e il violino di Lucy Passante Spaccapietra in “The Bridge to Midgard” e “The Prophecy of the North”. Registrati dallo stesso Vittori (tranne “It’s Out There” ripresa da Roberto Sopracasa, che alla composizione vede anche l’apporto, in fase embrionale, di Eros Persichella), i pezzi sono stati poi masterizzati da Davide Rizzatti dell’Eccentric Studio. Un album che avrebbe voluto realizzare da tempo, l’occasione è arrivata durante il lockdown che ha imposto la lontananza dai palchi e la possibilità di ritagliarsi più tempo in studio: «Il titolo “One Step Back” nasce ben dieci anni fa, quando vivevo e suonavo alle Canarie. Parlando con un amico inglese mi è rimasto questo modo di dire che si adatta all’atmosfera del disco, molto introspettiva e dark. Per me fare un passo indietro significa dedicarsi alla contemplazione nel contatto con la natura che amo, tra boschi e alberi. Così ogni brano ha una storia e un luogo, la Val Brembana (ho vissuto anche a Bergamo), le Canarie, la Val Rosandra…».
Classe ’71, Vittori ha studiato chitarra alla Lizard (che nel 2000 aveva una succursale a Monfalcone) col maestro Raffello Indri; terminato il corso di studi ha cominciato a insegnare lì lo strumento, oggi nella sede di Palmanova, dove questo sabato alle 16.30 terrà una master class in musica celtica. Le sonorità celtiche, irish, folk, bluegrass sono le sue passioni messe in pratica con la band The Winged Leaves, negli anni ha esplorato anche il rock più duro militando nei ’90 in gruppi come Headmistress e Piramide Euclidea: «L’unica musica che non mi piace – dice – è quella brutta». Dal 2017 fa parte dei 40 Fingers assieme a Matteo Brenci, Emanuele Grafitti, Enrico Maria Milanesi: una formazione di successo planetario a suon di milioni di visualizzazioni in rete, tour internazionali, l’apprezzamento di Brian May dei Queen sul sito ufficiale della band britannica.
Elisa Russo, Il Piccolo 10 Dicembre 2022
