Venerdì alle 21.30 Miela Music Live propone i Barcelona Gipsy Balkan Orchestra. La band torna al Miela dopo un convincente live di due anni fa: «È stato un concerto speciale, con tanta energia, la gente era felicissima, ci siamo divertiti e anche sorpresi del calore; è stata una notte particolare, alla fine siamo rimasti almeno un’ora a vendere i dischi», ricorda il fisarmonicista Mattia Schirosa, unico italiano in una band che è un esempio concreto di convivenza e melting pot. La voce è di Sandra Sangiao che viene dalla Catalogna, il percussionista Stelios Togias è greco, il chitarrista Julien Chanal francese, il contrabbassista Ivan Kovacevic serbo, il clarinettista Dani Carbonell spagnolo, così come la new entry Pere Nolasc: «C’è un componente in più al violino, – spiega Schirosa -, ora siamo in sette sul palco, quindi il repertorio è variato e ancor più potente. Al Miela portiamo qualcosa di diverso rispetto all’altra volta». Soprattutto, il gruppo porta in anteprima assoluta il nuovo album “Avo Kanto”, in uscita il 2 marzo: «Il titolo vuol dire “le canzoni degli avi/ degli antenati” in lingua esperanto. Eravamo tutti d’accordo sul concetto che il titolo doveva racchiudere ma non riuscivamo ad esprimerlo in modo chiaro per tutta la band, alla fine abbiamo optato per questa lingua neutrale, che abbraccia tutti i popoli, ci sembrava una bella metafora di quello che facciamo con la nostra musica». Brani che parlano d’amore e libertà, canzoni contro la guerra, canti rivoluzionari, un repertorio ricchissimo che scavalca le frontiere, per abbracciare l’umano, nella sua ricca e meravigliosa complessità, riproponendo il patrimonio musicale gitano, klezmer, bosniaco, serbo, albanese, rumeno, russo e ottomano. «La nostra non è neanche una presa di posizione, è una sensibilità dovuta al fatto che siamo tutti immigrati, ci sentiamo cittadini del mondo, la paura del diverso ci è estranea. Vogliamo promuovere questi sentimenti che abbiamo trovato anche nei nostri viaggi, in cui abbiamo incontrato nuove realtà e culture che ci hanno aperto gli occhi, fornito nuovi modi di vedere la musica e la vita. Desideriamo semplicemente condividere questa maniera di vedere il mondo con la gente, non vogliamo di certo far politica». Schirosa vive in Spagna da nove anni e così racconta la nascita del gruppo: «Ci siamo incontrati naturalmente nella scena musicale barcellonese, dove c’è una comunità interessata alla musica balcanica. Si organizzano feste, jam session, festival che coinvolgono sempre più gruppi». I Barcelona Gipsy hanno suonato in almeno 25 paesi: «Mi sento prima un viaggiatore che un musicista, ho dei bellissimi ricordi, ogni luogo è un’emozione. I Balcani per noi hanno un valore particolare, la Serbia, la Romania… vedere come ci aprono la loro casa e ci spiegano la loro cultura e tradizione è speciale». Nei prossimi mesi continueranno a portare la loro musica ovunque: «Tantissimi concerti, siamo molto felici. Saremo in Italia, poi in Germania per la prima volta, con una doppia data a Berlino, siamo curiosi perché nessuno di noi è di quell’area. Torneremo nei Balcani in sale grandissime, poi Grecia, Turchia, Canada… C’è molto interesse per il nostro lavoro, dopo cinque anni è bello vedere come le cose vanno avanti da sole». L’armonicista conclude con un pensiero alla data triestina: «Dopo il concerto di due anni fa eravamo colpiti dal vento, ma la Bora non ci spaventa di certo, siamo stati in Russia, Norvegia, Mar Baltico… lì sì che era freddo!».
Elisa Russo, Il Piccolo 23 Febbraio 2018