BOOMDABASH A UDINE L’1.07.23

«Uno spettacolo concepito come un party: ritmi serrati, tantissima energia e un assetto totalmente nuovo, arricchito dalla presenza del nostro batterista B-Dog e dal nostro corpo di ballo ad impreziosire un live che praticamente è un viaggio: parte dagli albori dei Boomdabash e arriva fino a oggi. Solitamente le nostre performance sono sempre state esplosive ma quest’anno abbiamo davvero spinto al massimo per dare al pubblico l’esperienza più divertente ed energica che potessimo creare». Le star del reggae italiano, i salentini Boomdabash, arrivano al Castello di Udine (La Notte Bianca/ UdinEstate) sabato alle 21.30.

Nella lunga carriera, che parte nel 2002, c’è un ricordo legato al Friuli?

«Uno dei più belli è il Rototom Sunsplash, il primo banco di prova con il grande pubblico, ricordiamo ancora l’ansia, le aspettative, la carica che ci davamo a vicenda prima di salire on stage».

Il 16 giugno è partito il vostro “Summer Tour 2023 – The Party Specialists”: come sono andate le prime tappe?

«Benissimo, un successo che sinceramente non ci aspettavamo. La prima data è stata sold out, grande feedback del pubblico, si sentiva che la nostra gente non aspettava altro se non il ritorno sul palco dei Boomdabash dopo tre anni di stop forzato».

Cosa potete anticipare su “Venduti” nuovo disco in uscita il 14 luglio?

«Sarà l’album più bello di tutta la nostra carriera, anche il più sofferto. C’è tantissimo dei Boomdabash degli esordi, della nostra dancehall salentina con un tocco ovviamente internazionale. Il titolo “Venduti” è l’insulto che ci viene rivolto da quando abbiamo mosso i primo passi nel mainstream, abbiamo voluto prendere una parola negativa e farla diventare il titolo del nostro album più bello di sempre, l’album per tutti, per chi ama i Boomdabash degli esordi e per chi ci ha conosciuto con le nostre grandi hit».

Tanti gli ospiti celebri nelle vostre canzoni (dalle recenti Paola&Chiara a Bertè, Amoroso, Alborosie, Fibra, Annalisa). Come li scegliete? 

«Il focus principale è il rispetto e la stima che devono assolutamente esserci, non seguiamo strategie discografiche o di marketing, ogni canzone per noi è come un vestito, scegliamo sempre l’artista che può indossarlo in maniera perfetta. Questa è la base per cui un pezzo possa diventare un successone: collaborazioni fatte solo ed esclusivamente per strategie discografiche o radiofoniche risultano non genuine, e la non genuinità porta sempre sulla strada del flop».

Milioni di stream, dischi di platino… Che effetto vi fanno?

«Ogni tanto ci fermiamo a pensare a tutto il successo discografico della nostra band e ci fa sorridere come per noi non sia cambiato assolutamente nulla. I numeri per noi restano appunto solo numeri, li trattiamo come semplice risultato del nostro lavoro, non il fine ultimo di tutto. Siamo sempre i quattro ragazzi di paese che hanno inseguito un sogno».

Come si crea un tormentone?

«Non esiste una ricetta, ci affidiamo alle nostre sensazioni, entriamo in studio e facciamo la musica che ci piace fare. Quando ascoltiamo un brano e sentiamo la classica pelle d’oca allora capiamo che quel pezzo potenzialmente ha i numeri per fare bene, e solitamente è sempre stato così». 

Elisa Russo, Il Messaggero Veneto 29 Giugno 2023 

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