Oggi, dalle 16, appuntamento con l’ormai tradizionale (quarto anno di fila) Borgo Grotta Circus, il concerto del primo maggio nell’area verde di Borgo Grotta Gigante. L’evento, ad ingresso gratuito, è garantito da un tendone anche in caso di maltempo.
Si chiude alle 21 con i Selton, brasiliani naturalizzati milanesi che hanno collaborato con Jannacci, i Soliti Idioti e Daniele Silvestri. Si parte con sette band regionali: Welcome Coffee, rock-alternative band formata nel 2011 per volontà di Alessandro Pollicardi (chitarra e voce) e Stefano Ferrara (basso), presentano il loro EP «Box #2», i giovanissimi Brazos Black Suit Trio con il loro rockabilly-blues tra cover e pezzi originali sempre all’insegna di tanta energia, la rock band Doppia Personalità con quattro album tra funky, balkan e pop, i ritmi folk dei Figli di Puff, i Boomerangs (in formazione Francesco Candura dei Jennifer Gentle), e un salto nel passato con Les Babettes, vocal trio turbo swing. Il “circo” di Borgo Grotta continuerà in levare dopo i Selton, con i Gimma Spliffa &Friends per una jam session finale che farà ballare a suon di reggae new roots/dancehall.
Gli headliner della giornata, i Selton, band brasiliana che passando da Barcellona è approdata in Italia, presentano “Saudade”, pubblicato in Italia (Ghost Records/Self) e Brasile. Il loro singolo, “Piccola Sbronza” ha riscosso un enorme successo con più di 40 network radiofonici nazionali che lo hanno trasmesso senza soste (oltre ad ospitate live in studio a Radio DeeJay, RadioRai, PopolareNetwork, etc) e con più di 130 mila visualizzazioni del relativo videoclip.
«A Trieste non abbiamo mai suonato. Siamo stati in Trentino, ma è diverso vero?! La vostra zona ancora ci manca e quindi siamo curiosi», commenta Ramiro Levy, voce, chitarra e ukulele della band.
Che concerto portate?
«Presentiamo l’ultimo disco “Saudade”, lavoro che ci rappresenta di più dei precedenti, siamo riusciti finalmente a mettere insieme tutte le nostre influenze, anche tutte le lingue che ci appartengono, cantiamo in italiano, portoghese e inglese».
Avete inciso per la Ghost Records, etichetta che ha in catalogo nomi come Mojomatics, Calibro 35, Dente, Ronin…
«Ci hanno contattati loro, già per il disco precedente che però era uscito come indipendente. Con questo album hanno deciso di diventare nostri partner e di farlo uscire per loro».
Siete apprezzati dalla scena indipendente ma anche da quella mainstream. Come ci siete riusciti?
«È il risultato di tanti anni di lavoro intenso. Noi dedichiamo la nostra vita a questo progetto e ad ogni disco abbiamo conquistato qualcosa. Con “Saudade” abbiamo fatto un salto importante, con un singolo che è circolato parecchio in radio. Faremo ancora tanta strada ma siamo molto contenti finora».
Il singolo “Piccola Sbronza” vede la partecipazione di Dente.
«Con lui siamo molto amici. Nel disco precedente ci aveva dato una mano con i testi. In questo ci ha aiutati di nuovo con i testi e ha cantato con noi».
Il disco è prodotto da Tommaso Colliva (Calibro 35).
«Anche lui è un amico. Tommy era affezionato a noi e si è offerto di produrci, già nel disco precedente. È quasi come un quinto Selton. Lui è bravissimo e ci fidiamo veramente».
Ospite nel disco anche Arto Lindsay.
«Era in tournée in Italia e Tommy lavorava come suo fonico. Arto ci aveva chiamato a fare i cori. Siamo rimasti in contatto e quando gli ho raccontato del disco era molto entusiasta e ci ha aiutato a tradurre in inglese cosa significa “saudade”».
L’incontro con Enzo Jannacci?
«Noi abbiamo iniziato suonando a Barcellona e ad un certo punto c’era il programmo di Fabio Volo, “Italo Spagnolo”. Lì abbiamo conosciuto il nostro primo produttore, che ci ha portati in Italia. Abbiamo passato un anno tra Barcellona e Milano, abbiamo cominciato ad ascoltare tanta musica italiana e abbiamo scoperto Jannacci. Ci siamo innamorati della sua ironia, del suo modo ironico di parlare di cose toste. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo in un programma Rai, ha accettato di partecipare al disco ed è stato un regalo incredibile».
Avete conosciuto e apprezzato molti italiani con una grande ironia (Jannacci, Cochi e Renato, Fabio Volo). In generale come vedete gli italiani ed in particolare i milanesi? Troppo ombrosi per dei brasiliani?
«Cambia abbastanza da zona. A Roma sono più sciolti e comunicativi, con la voglia di parlare anche se non ci si conosce. A Milano la gente è un po’ più timida di primo approccio chissà anche per il clima, ma non mi sento di dire che sono chiusi; noi ci siamo trovati bene, ci hanno aperto le porte e abbiamo fatto un sacco di amicizie. Altrimenti ce ne saremmo andati!».
Il prossimo disco?
«Ci stiamo pensando, uscirà il prossimo anno. Ma a maggio facciamo ancora un tour in Brasile (ne abbiamo già fatti due), poi ancora in Italia per i live estivi e poi ci fermeremo per realizzare il nuovo album. Dobbiamo ancora concepirlo».
Spesso parlate di “anima leggera”. Come si fa ad averla?
«Si inizia andando in Brasile!».
Elisa Russo, Il Piccolo 1 Maggio 2014