FOTO DI SILVIA SHAH POTENZA
Oggi, venerdì 9 maggio alle 21.30, al circolo D-Sotto di Via Bernini 2 a Trieste, Bruno Romani presenta “Lamentazioni del Doctor Faustus”, progetto che trae ispirazione dal “Doctor Faustus” di Thomas Mann: rileggendolo in età matura, Romani si è trovato a fare i conti con le numerose suggestioni che grondano dal libro e a comporre delle musiche che interagiscono, rispondono e mantengono aperte le varie ossessioni/riflessioni del protagonista, in una dimensione musicale che, sebbene senza confini, mira a far confluire elementi diversi (il jazz, l’improvvisazione) dentro una scrittura di sapore novecentesco.
Bruno Romani al sax e flauto sarà accompagnato da Giorgio Pacorig al piano, Clarissa Durizzotto al sax e clarinetti e Lara Baracetti (di Inglobante Universale, nota per il programma radiofonico “Escuchame” su Radio Fragola) alla voce narrante. Sabato 10, invece, Romani sarà al Visionario di Udine, in duo con Pacorig.
Il polistrumentista friulano Bruno Romani, toscano d’adozione, è artisticamente attivo con i milanesi NoGuru (Xabier Iriondo degli Afterhours ed ex Ritmo Tribale), con i bolognesi Lain, con i toscani Star Pillow, con gli Evolution Reloaded (recente l’album «Seagulls» su Manza Nera Label); con Pacorig ed Iriondo ha pubblicato un brano su “Artisti vari risuonano i Frigidaire Tango” (Go Down Records). Durante gli anni ‘80 è stato il leader (voce, sax e flauto) dei Detonazione di Udine, uno dei gruppi più importanti della no wave e del post-punk made in Italy: sua “Dentro Me”, celebre singolo poi ripreso dai La Crus. Ha collaborato con Alice per quattro album. Ha partecipato alla realizzazione di decine di dischi per etichette come Fonit Cetra, Via Veneto Jazz, Splash. Dei Detonazione, oggi dice: «Penso che avessero una qualità profondamente punk, la presupponenza di fare qualcosa di unico senza considerare i propri limiti. In questa attitudine vedo un’assonanza con il jazz, anche lì si tende a suonare oltre i propri limiti. Questo le persone lo avvertivano e lo avvertono: sporca, pretenziosa e infantile ma era la nostra “roba”».
Dalla metà degli anni ‘80 ha iniziato un’intensa attività jazzistica collaborando, fra gli altri, con Glauco Venier, Gianni Basso, David Boato, Tristan Honsinger, Paolo Damiani. Dei suoi anni friulani ricorda: «Fin da piccolo avevo in casa molti dischi. Mio padre usciva il sabato e comprava anche 10 LP, le cose più strane… La musica in quel momento era importante per la società e ha avuto un forte impatto su di me. Ho avuto la fortuna di poter ascoltare da giovane i concerti di Zappa e King Crimson. Per quanto riguarda la musica italiana ero fan sfegatato degli Area, dei Napoli Centrale, i Perigeo, gruppi jazz rock… anche per il loro impegno politico. Ascoltavo gli Stormy Six. Poi ho cominciato ad ascoltare i grandi del jazz che erano spesso in Italia, Sun Ra alla Fenice a Venezia… i concerti erano l’unico momento d’incontro, c’andavano tutti».
Elisa Russo