Fa tappa in regione il tour dei Buñuel, nuovo supergruppo in cui milita anche il triestino Francesco “Franz” Valente (batterista de Il Teatro degli Orrori e dei Lume). Gli appuntamenti sono: il 29 gennaio alle 21 al Deposito Giordani di Pordenone e l’8 febbraio alle 21.30 al Tetris di Trieste. Il progetto, che ha attirato da subito l’interesse del pubblico e della stampa, ha debuttato discograficamente l’8 gennaio, con l’uscita di “A Resting Place For Strangers” per l’etichetta dei Tre Allegri Ragazzi Morti, La Tempesta Dischi (nella sezione “International”). La Tannen Records di Verona ha pubblicato ora la versione limitata in vinile (300 copie numerate a mano, le prime 100 in vinile rosso trasparente). I Buñuel, dal nome del grande regista naturalizzato messicano, nascono da un’idea di Xabier Iriondo (chitarrista degli Afterhours e, negli anni, di tantissimi altri progetti come A Short Apnea, Six Minute War Madness, NoGuru, Todo Modo…), il citato Valente ed il suo compagno ne Il Teatro degli Orrori, il frontman Pierpaolo Capovilla che nei Buñuel, però, imbraccia il basso elettrico come ai tempi dei One Dimensional Man. Il disco, composto e registrato in tre giorni, prende forma negli studi di registrazione La Sauna, nel varesotto. Xabier, Francesco e Pierpaolo propongono all’americano Eugene S. Robinson, storica voce dei californiani Oxbow, di prendere parte alla nuova avventura. Eugene accetta e registra presso gli studi Monte Vallier di San Francisco. Giulio Ragno Favero (prolifico produttore, chitarrista, bassista de Il Teatro degli Orrori), infine, si prende cura del missaggio e del mastering delle nove canzoni dell’album. Nasce dunque un nuovo progetto musicale interamente dedicato al rock più massimalista. Così la band descrive il disco: «Trenta minuti di furia sonora, l’album ci introduce in un’atmosfera purgatoriale, vera e propria cifra artistica di Eugene S. Robinson: una sorta di incubo ad occhi aperti, dove voce e parole si intersecano in costrutti sonori violentissimi, dotati della carica “elettrica” caratteristica dello stile chitarristico di Xabier Iriondo, con Franz Valente e Pierpaolo Capovilla ad occuparsi di una sezione ritmica serratissima, episodicamente lenta ed infernale, rapidissima e hardcore nella maggior parte dell’album».
Elisa Russo; Il Piccolo 24 Gennaio 2016