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Dorina foto di Damiano Tommasi“Bastassi solo spetar/ come le vece in coriera/ come le alghe in tel mar”: aspettare, come le anziane sul bus, come le alghe in mare, sembra un atteggiamentoeddie-cat-foto-di-daniele-braida molto triestino (calma e lentezza che a volte nascondono, però, nevrosi profonde) quello descritto in questa canzone di Toni Bruna (“iazo”, brano inedito di cui si trova uno splendido videoclip su YouTube). Per dare uno sguardo al cantautorato cittadino non si può che partire dall’artista (artigiano per sua definizione) che ha utilizzato il dialetto, applicato al “folk immaginario”, per il suo debutto “Formigole”, uscito ormai qualche anno fa. Un capolavoro insuperato e inimitabile che resterà nella storia. A cui si spera ci sarà un seguito, anche se il riservatissimo autore non svela nulla sul futuro e da tempo non tiene concerti. Caratteristica di molti artisti triestini di grande talento è questo misto di umiltà, riservatezza, “scontrosa grazia” che rende le loro produzioni uniche per anima e spessore, ma destinate a rimanere fuori dai grandi giri, in cui sgomitare, pubblicizzarsi, esserci ha il suo peso. Underground per scelta, accanto a Toni Bruna, artisti come Dorina (una voce incredibile, che nel 2010 partecipò anche ad X Factor), il songwriter anglo-triestino Eddie Cat che ha registrato alcuni pregevoli album agli Urban Recording Studios alla Casa della Musica, Abba Zabba partito con l’inglese e approdato negli ultimi anni ai testi in italiano, attualmente sta lavorando a nuovo materialeAbba Zabba foto di Mimi Antolovic. ed è impegnatissimo nella sua attività di fonico che lo porta in tournée internazionali al seguito dei lanciatissimi Mellow Mood. Altro esempio: un grande artista come Fulvio bozzetta3Fulvio Bozzetta che esordisce, con tutta calma, a 67 anni con un disco che si chiama non a caso “Metabolismo Lento” e che forse sarebbe rimasto nel cassetto se non fosse stato per il soul singer Al Castellana (anche lui: in vetta alle classifiche britanniche e super apprezzato in Italia e all’estero, ma difficilmente lo vedrete in concerto nella sua città).

 

 

1chiara vidonisNel cantautorato ci sono anche gli esempi di quelli che stanno uscendo con decisione dall’underground da cui sono partiti, come i bravissimi The Leading GuyThe-Leading-Guy_Estate-2016_IMG002_credit-Roberto-Chicco (ex Busy Family) e Chiara Vidonis (ex Linea Bassa): entrambi stanno percorrendo con ottimi riscontri la carriera solista. E poi Cortex, premiato più volte da Mogol per le sue capacità di scrittura o Matteo E Basta che porta avanti un progetto di cantautorato di matrice folk, o Lorenzo Gileno che di recente ha presentato “Kairòs”, un disco realizzato con gusto e grande cura. Anche il fratello minore, Riccardo Gileno, Riccardo GilenoLorenzo Gileno foto di Marina Raccarsi sta rivelando ottimo musicista; racconta: «Ho iniziato nel 2010 a cantare con gli amici, e poi ho cercato di coltivare quella che è sempre stata una mia grande passione. Per un paio d’anni sono stato frontman dei Groove O’Matic, un gruppo funk con cui abbiamo anche partecipato all’Opening Band Live. Poi una volta scioltisi, ho intrapreso la mia strada, componendo testi e musiche delle mie canzoni in inglese. Allo stesso tempo, suonavo il basso nella Free Strangers’ Society e m’impegnavo nel progetto Family Affair con mio fratello Lorenzo: portiamo in giro delle cover estrapolate dal panorama cantautorale italiano sia attuale, sia vintage. In questo momento faccio parte del collettivo r’n’b The Topix e del progetto StopTheWheel. I miei sforzi sono comunque sempre incentrati sul percorso da solista».

www.deanzobec.photoTra i più giovani, un talento da tenere d’occhio è Fiore Lazzerini, classe ’97. Studia chitarra e compone canzoni folk-pop, nel 2014 ha realizzato un EP e si è fatta notare dal vivo tra Circoli Arci, Etnoblog, Balcony TV, Sofar, CXG, Tetris, Trieste calling the boss… Ora sta lavorando al disco di debutto.

Altra bella voce femminile: quella di Irene Brigitte, classe ’89, interprete e cantautrice dai gusti eclettici, passa dalla forma canzone alla sperimentazione aIrene Brigitte2 voce sola. Attiva nell’ambito della popular music, ha cantato in diverse rassegne italiane – Festival Internazionale della Poesia, Trieste Next, Stazione di Topolò, Nei Suoni dei Luoghi, Nuove Impressioni – collaborando tra gli altri con Andrea Massaria (Bossanova Project) e Giovanni Settimo (D’altri luoghi). Dal 2014 approfondisce lo studio del repertorio antico attraverso il Corso di canto rinascimentale e barocco del Conservatorio Pedrollo (Vicenza), dove affianca lo studio del liuto e diverse masterclass. Nel 2016 viene presentato al Festival di Cannes il cortometraggio “La santa che dorme” (regia di Laura Samani) per il quale ha scritto e interpretato la colonna sonora. Irene Brigitte ha dedicato anche un commovente pezzo a Giulio Regeni, il ricercatore friulano era un appassionato di musica e aveva suonato le tastiere con i Fronekaust. Irene, pensando ai talenti locali dice: «Tra i tanti vorrei citare Michael Petronio col suo BTaste e Eleonora Cedaro che ha collaborato anche con Stefano Schiraldi».

Stefano SchiraldiSchiraldi compone, suona e canta fin da bambino. Negli anni ha sfornato centinaia, se non migliaia di melodie allegre, tristi, euforiche, disperate. “Trombeta Stonada” del 2015 è il suo debutto discografico. Racconta: «Ho sempre scritto testi in italiano, l’utilizzo del dialetto è nato nel momento in cui mi trovavo lontano da Trieste: nel 2006 ho lavorato per un anno in Toscana e ho riscoperto in me un legame forte con la mia città natale, accompagnato da un sentimento di grande affetto e indulgenza proprio nei confronti dei difetti, degli atteggiamenti che di più avevo criticato e vissuto con insofferenza durante la mia adolescenza/giovinezza, come ad esempio una certa saccenza, la chiusura verso l’esterno, la ruvidità nei rapporti e anche per la musica tradizionale. I testi di “Trombeta Stonada”, tutti in dialetto tranne uno, sono stati scritti tra il 2007 il 2013, gli arrangiamenti musicali sono stati invece perfezionati più di recente nel lavoro di collaborazione con i musicisti che hanno suonato nel disco». Aggiunge: «Trieste è presente nelle canzoni ma non è la protagonista, direi piuttosto che attraversa le canzoni: in alcuni pezzi rappresenta il mezzo naturale per declinare alcuni temi ricorrenti nella mia poetica che hanno espressione universale a usi, costumi, difetti e maschere locali (“Come un perognoco”, “Gente de media”, “Nissun che me scrivi”, “L’omo xè cussì”); altri parlano più direttamente della città raccontando di non luoghi come Portovecio, di aspetti naturali che appartengono ormai alla natura umana cittadina (“Sufia la bora”) e meno naturali come in “Scovaze” (qui l’imbeccata l’ho avuta da Paolo Rumiz)». Nel 2010 e 2011, assieme a Toni Bruna, ha organizzato “Trieste dormi? – Cantautori e poeti in dialetto triestino”. Ad alternarsi, alcuni poeti e cantautori, oltre ai due ideatori: Massimo Serli, Paolo Paolin, Tommaso Scarcia… Conclude Schiraldi: «Ci piacerebbe organizzare un’altra edizione e siamo alla ricerca di talenti che usano il dialetto».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 18 Gennaio 2017

 

Schermata 2017-01-18 alle 12.26.14paginone cantautori Schermata 2017-01-18 alle 12.25.04 Jambo Gabri Teatro

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