La rassegna di musica italiana «Made in Miela» si avvia alla chiusura. Dopo aver ospitato nomi di rilievo del panorama nostrano come Meg, Amari, Tying Tiffany, Raiz e Tre Allegri Ragazzi Morti, è stata la volta dei Casino Royale. L’ultimo appuntamento è per il 7 maggio con il concerto di Caparezza.
I Casino Royale, band milanese in pista da circa vent’anni, di recente hanno dato alle stampe «Not in the face», versione dub del loro ultimo e fortunato album «Reale», remixata da Mr. Howie B, e stanno lavorando all’album nuovo. Nel frattempo hanno inventato un progetto live particolare, chiamato«Royale’sRockersReggaeSession». Dopo aver macinato lunghi tour, hanno deciso di proporre uno spettacolo diverso per spezzare la routine. Si presentano in sei sul palco: Alioscia (voce e leader indiscusso) accompagnato da Patrick (voce e piano), Manna (basso), Pardo (chitarra), Rata (percussioni) e Ale Soresini (batteria). Al Miela hanno proposto i loro cavalli di battaglia riletti in chiave reggae, riportando l’audience ai tempi in cui cantavano: «Ragga per i 5 sensi/ il vapore brucia e lo senti/ Stai vivendo sopra il treno per Babilon». Ritmo in levare dalle sonorità anni ’70 e primi anni ’80. L’esperimento convince, Alioscia chiede conferma al pubblico: «Allora che dite, funziona sta roba reggae, no?!». La dimensione intima e raccolta del teatro valorizza la band più del contesto dispersivo di Piazza Unità: la loro performance alla Barcolana, qualche mese fa, era risultata molto più fredda. Caldi e coinvolgenti: il pubblico di affezionati balla e risponde bene. Ma suscitano anche nostalgia. I vecchi brani fanno inevitabilmente pensare ai tempi in cui la voce di Alioscia duettava con quella dell’altro storico cantante della band: Giuliano Palma. Che non per niente è detto «The King»: il suo timbro solare e la sua presenza carismatica rendevano i Casino Royale davvero speciali. Qualche anno fa Palma abbandonò i vecchi compagni per dedicarsi a tempo pieno alla carriera solista e ai Bluebeaters. È impossibile ascoltare «Re Senza Trono» e non percepire la sua assenza. Canzone al femminile, che parla di amore. Ricorda Alioscia: «Era il 1993, cuore a pezzi e giuravo che non sarebbe mai più successo, volevo anche farmi un tatuaggio con scritto “No more pain”… E invece quante altre volte è capitato da allora…». Dall’album del ’93 viene ripresa anche «Dainamaita». Altro super classico: «Sempre più vicino», brano del ’95 che all’epoca aveva sicuramente un impatto più forte, visto che si parla del «millennio che si avvicina» e di come si aspettasse l’avvento del 2000 «pronti al peggio». Vengono riproposti anche brani da «Crx», tra i più convincenti: «Là sopra qualcuno ti ama». Certi riarrangiamenti spiazzano e incuriosiscono: senza l’elettronica e il drum’n’bass tutto è più scarno e aiuta a cogliere sfumature diverse. Forse i pezzi che funzionano di più sono quelli più recenti come «Protect me» e «Royale Sound» che chiude il concerto alla grande. I Casino Royale dovrebbero lasciarsi il passato alle spalle e procedere sicuri nella strada che hanno cominciato a intraprendere, senza troppi rimpianti e senza paura di cambiare.
Elisa Russo, Il Piccolo 12 Aprile 2008