«”Mai” è un manifesto che descrive una generazione, quella dei trentacinquenni, difficile da definire. “Millenials” li chiamano, per il solo merito di aver assistito alla rivoluzione digitale e di essere stati coscienti quando il 2000 è diventato l’oggi». Istruiti, cinici, scettici, in grado di reinventarsi: Caspio nel suo nuovo singolo omaggia la sua generazione, che ha voglia di riscatto. “Mai” esce per Le Siepi Dischi, con distribuzione Believe International e anticipa un ep in arrivo a fine anno (il precedente, “Giorni Vuoti” è del 2019). Un nuovo capitolo per il cantautore triestino Giorgio Di Gregorio, batterista, chitarrista, bassista, appassionato di sintetizzatori, dopo un’esperienza nei Free Strangers’ Society dà vita a un progetto solista che decide di chiamare Caspio «perché per me la musica è viaggio, mi piaceva l’idea di un luogo molto lontano e il lago più grande del mondo (o “mare chiuso”) mi richiamava l’acqua, e quindi la mia città». Il brano è stato prodotto con Cristiano Norbedo che ha curato anche il mix; il master è stato affidato a Riccardo Carioti (fonico di Elisa) all’One Eyed Jack Studio. Caspio si muove tra influenze che derivano dagli anni Novanta, passando per il trip hop dei Massive Attack, i Nine Inch Nails e l’elettronica anni Ottanta. In “Mai” si guarda alle spalle e si rivede. Inizia a sentire gli anni che passano, a sentirsi “meno tonico, meno ironico”. Ma cerca di essere indulgente provando a salvare quel buono che c’è, perché in fondo “siamo sorpresi sì, ma inattaccabili”. Si ritrova nella voglia di fare, nella speranza, nell’entusiasmo di chi è un po’ più giovane ma, al contempo, mette in guardia: «non sarà tutto come te l’aspetti, non succederà tutto quel che credi, non si avvereranno tutti i tuoi sogni, tieniti pronto a convivere con il rimpianto di quello che sarebbe potuto essere». Nel videoclip, prodotto da Waves Music Agency e diretto dal regista Pietro Bettini, viene ripreso il tema della giovinezza, che ha delle caratteristiche in cui gli spettatori possono facilmente ritrovarsi: «L’amicizia, in particolare, – spiega Caspio – assume un ruolo fondamentale per ricostruire i ricordi: un migliore amico con cui siamo cresciuti, in cui ci siamo ritrovati, che magari poi abbiamo perso ma che resta impresso in ricordi estremi, bellissimi e bruttissimi, funge da specchio per guardarsi dentro e ritrovarsi oggi un po’ più vecchi sì, ma forse anche più saggi, in grado di capire quanto in realtà il tempo sia importante».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 25 Marzo 2021

 

Articoli consigliati