CELTIC HILLS “Blood over intents”

Si fa chiamare Jonathan Vanderbilt e ha fatto la storia dell’heavy rock triestino: negli anni ’80 comincia a girare per la città con i capelli alla Johnny Rotten dei Sex Pistols e diventa noto col soprannome “Jo Punk”, suona in diverse band cittadine (è anche alla voce dei Silence) e organizza memorabili concerti a Trieste e Gorizia (quattro edizioni del Metal Invasion Festival a Muggia, i Madsword al Castello di San Giusto…) e conduce il programma di culto “On the Rocks” alla domenica su Radio Fragola. «Ma la mia prima apparizione musicale risale a ben prima – racconta divertito – a 10 anni, nella colonia estiva a Piani di Luzza a Forni Avoltri, canto una mia composizione che esprime la tristezza dello stare lontano da casa: vinco il primo premio!». Negli anni ‘90 fonda gli Angel Witch e i Vanderbilt, band rock e metal in lingua italiana che nel 1995 vince le selezioni regionali di Arezzo Wave e poco dopo si trasferisce a Udine. Facendo un balzo temporale, è nel 2010 che inizia l’avventura della sua attuale formazione, i Celtic Hills di cui è cantante e chitarrista: «Nascono a Cividale del Friuli con amici del posto – spiega –, da tempo ero un figurante nelle rievocazioni storiche, avevo anche partecipato con un piccolo ruolo al film “Il volo dell’Aquila” e scrivevo in versione metal le gesta dell’antica città celtica diventata romana nel 183 a.c.; il collio friulano abitato dai Kar Keltoi, i celti della Gallia Cisalpina che fondano le Colline Celtiche. Racconto di questa esperienza goliardica al mio amico di vecchia data Leo Giraldi (Starbynary) e con lui registriamo il primo cd autoprodotto “Horns Metal Fighters”. In questa fase la band è ancora un gioco, ma veniamo sentiti da Mattej Valinska, cantante dei slovacchi Ravenclaw, e entriamo con dei pezzi nuovi nella compilation internazionale della Music Glob Alliance nel secondo e terzo volume, recentemente anche nel quarto. Le canzoni girano il mondo e nel 2019 arriva la proposta di un contratto biennale con la Elevate Records». L’attuale formazione è un power trio con Jonathan Vanderbilt alle chitarre e voci, Jacopo Novello (ex Rearth) al basso e Alessandro de Fustinioni alla batteria. Esce ora il terzo cd “Blood over intents”: «Il titolo si riferisce a un rito magico, il lavoro è stato tutto scritto da me e registrato a Gorizia sotto la supervisione di Luca Franzolini degli Aria di Golpe, sono sette brani con diverse influenze death, power, punk, dove il filo conduttore è l’epica della narrazione e i testi di natura storica e filosofica dell’antico Friuli. Le band che influenzano il songwriting sono Amon Amarth, Helloween, Children of Bodom, Ensiferum». Il momento di emergenza ha in parte modificato l’idea di partenza, ma non ha impedito l’uscita del disco: «Il periodo di clausura ci ha impedito di mixare alcune canzoni che sono state escluse dal cd, come pure di realizzare i tre videoclip in programma. Abbiamo così deciso di pubblicare un album con sette pezzi e montare un lyric video. Stabilire oggi programmi live è alquanto azzardato, quindi ne approfittiamo per scrivere i pezzi per il cd del 2021». A un grande conoscitore della scena musicale del Friuli Venezia Giulia, un’ultima domanda sullo stato attuale: «È molto attiva – risponde – e ci sono band come i goriziani Temperance che stanno arrivando a vette mondiali come fu per i Rhapsody. Ammiro i Revoltons di Pordenone e tengo d’occhio, perché promettono bene, i Kryptonomicon di Monfalcone in uscita con il cd di debutto».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 29 Aprile 2020

 

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