Domenica 23 giugno, dalle 18, Chris Liebing, nome di punta dell’elettronica mondiale, chiuderà la quarta edizione della Festa della Musica a Trieste (da giovedì 20, quattro giorni di concerti, dj set, mostre, spettacoli), nel parco di San Giovanni (ex OPP). Gli ingressi sono gratuiti nelle prime tre giornate (si esibiranno tanti artisti locali: Luca Lucchesi & XYZ, Doppia Personalità, S.I.P. Band, Welcome Coffee… l’elenco completo è sulla pagina Facebook dell’evento), sono invece a pagamento per Liebing (si possono avere informazioni sulla prevendita sempre dalla pagina Facebook, oppure da Hydro City in Via Delle Beccherie 1).
Liebing è uno dei maggiori punti di riferimento della musica elettronica dell’ultimo decennio, dj, produttore, conduttore di un radio show (ha avuto ospite in una puntata perfino Martin L. Gore dei Depeche Mode, di cui è grande fan) e forza propulsiva dietro ad etichette come la CLR e la Spinclub Recordings. Si è distinto negli anni per carisma, professionalità e una tecnica innovativa e ha saputo creare un linguaggio personale, in grado di rendere di massa le sonorità più crude e metalliche della fredda Germania. Il suo slogan è: «Crea anziché ri-creare», cercare di esprimere con la musica qualcosa di proprio senza percorrere sentieri già tracciati. «Fa parte di quella ristretta cerchia di dj e produttori che hanno reso la techno un genere di pubblico dominio senza mai scendere a compromessi ma mantenendo un’integrità artistica pressoché immutata in 22 anni di carriera. È stato anche tra i primi, assieme a Richie Hawtin, a sviluppare periferiche che hanno “sdoganato” il djing attraverso il laptop», commenta l’esperto di musica elettronica Denis Furlan.
Dice Liebing: «Questo è un buon momento per la musica elettronica, c’è molto interesse, soprattutto negli USA, in parte è dovuto al successo commerciale di David Guetta e simili. Dopo tanti anni in pista, ora mi sento più entusiasta e appassionato che mai. Soprattutto perché oggi la tecnologia mi permette di fare cose che dieci anni fa mi sognavo. Ci sono territori nuovi da esplorare e sento che posso migliorare ogni giorno. Inoltre incontro molti club e molte realtà super professionali. Certo non mancano le serate in cui tutto va storto, ma anche quello aiuta a crescere ed in qualche modo è fonte di ispirazione e divertimento!».
Il sound di Liebing si è costantemente evoluto durante la sua carriera di dj, è stato uno dei primi ad usare le nuove possibilità offerte dal digitale in maniera davvero creativa. Le manipolazioni di elementi individuali in tempo reale giocano un ruolo centrale nei suoi set. La sua carriera comincia nel 1990 nell’area di Giessen, dove suonava principalmente hip hop, soul, pop. «Non ci volle molto perché io mi lasciassi alla spalle quei generi e iniziassi a suonare house, techno e musica elettronica in generale», spiega il dj tedesco, che delle sue prime performance ricorda: «In uno dei miei primi set, ero così nervoso che avevo preparato un foglio di carta con la scaletta dei pezzi annotata. A fine serata mi resi conto che non avevo minimamente guardato quella lista, semplicemente avevo suonato i dischi. Da allora ho sempre improvvisato, perché non puoi mai prevedere che circostanze troverai in un club». E lo dice uno capace di reggere anche 13 – 14 ore di fila di dj set come accade regolarmente al Berghain di Berlino: «Uno dei dance floor che più mi ispirano, un vero e proprio viaggio in mezzo alle persone. Non preparo una playlist specifica ma porto tanti vecchi dischi che non suono da un po’ e mi lascio trasportare dal flusso». La passione per la musica elettronica lo spinse ad aprire un suo club, lo Spinclub, nel 1994. Nello stesso periodo maturò le prime esperienze in studio e fondò l’etichetta Soap Records. Un lavoro alla Eye Q Records a Francoforte, gli fornì esperienze utili e contatti nella scena techno. Una sera un amico dj ammalato gli chiese di sostituirlo all’Omen club, raccolse da subito l’entusiasmo del pubblico e da lì diventò resident del leggendario club, spesso assieme a importanti dj internazionali, fino alla chiusura dell’Omen nel ’98. Nel ‘96 lasciò la Eye Q e fondò la sua prima etichetta, la Audio: in questo periodo realizzò successi mondiali come “Audio 07” e “Audio 11”. Nel ’99 chiude la Audio e nasce l’etichetta CLR, arrivano per lui i primi riconoscimenti della stampa specializzata che lo proclamano “miglior dj nazionale”, “miglior remixer” e “miglior produttore”. Nel 2001 ha fondato la CLRetry che si occupa solo di remix e ha fatto uscire mix di produttori come Marco Carola, Gaetano Parisio, Adam Beyer, Steve Rachmad, Speedy J., Chris McCormack, DJ Rush, Ian J. Richardson e Ben Sims. Dal 2005 Chris produce nel suo studio di Francoforte e comincia a collaborare con Speedy J. Nel 2009, in occasione del decennale della CLR, Chris ed il suo team inaugurano un ufficio a Berlino. Il dj tedesco comincia anche a realizzare un podcast settimanale della CLR che conta più di 250 mila ascolti mensili. Racconta: «Mi piace lavorare con persone che si divertono veramente a fare musica e che portano buone vibrazioni nell’etichetta. Tra gli artisti con cui lavoro c’è feeling. Non ho il tempo di ascoltare tantissimi demo, spesso me ne passano alcuni gli amici, perché sanno cosa cerco. Consiglio agli artisti che vogliono avvicinarsi ad un’etichetta di presentarsi di persona, conoscere la squadra, instaurare un contatto e sviluppare una connessione umana. Ha più senso creare un contatto personale, piuttosto che mandare 20 demo a caso a delle etichette che non li ascolteranno mai».
A livello di performing dal vivo, Chris ha suonato praticamente ovunque: festival come I Love Techno, Time Warp, Awakenings, Dissonanze, Coachella, Sonar, Monegros, Exit Festival, (a Trieste è già stato nel 2007, all’Hip Hop)… proponendo un set up e una tecnica che vanno oltre la semplice figura del dj, il tutto aiutato anche da un gran sorriso, sempre presente sul volto di Liebing e sicuramente contagioso.
Elisa Russo, Il Piccolo 13 Giugno 2013