CHRISTIAN NOOCHIE RIGANO IN TOUR CON TIZIANO FERRO

A sei anni di distanza dall’ultimo tour, dopo vari rinvii a causa della pandemia, finalmente Tiziano Ferro torna negli stadi con il suo “TZN 2023 Tour” che parte proprio dal Teghil di Lignano il 7 giugno. Anche questa volta con lui sul palco ci sarà il monfalconese Christian “Noochie” Rigano. Nato a Gorizia nel 1975, Rigano suona il pianoforte ed è considerato un autentico fuoriclasse delle tastiere e dei synth digitali. Tra le sue prime esperienze, quelle al fianco di Elisa (che accompagnò al provino Sugar/ Caselli), nel 2000 l’incontro con Michele Canova, produttore storico di Tiziano Ferro e tanti altri, che lo porta a lavorare con i big della musica italiana, come Jovanotti. Con Gianna Nannini suona dal 2009 e di recente ha fatto tappa al Rossetti di Trieste: «È stato bellissimo suonare vicino a casa – ricorda Noochie –. Alle prove Gianna voleva assolutamente inserire in scaletta una canzone triestina che aveva sentito una volta in un’osteria, non si ricordava però quale fosse, gliene ho accennate alcune da “La mula de Parenzo” al “Tram de Opcina” ma non l’abbiamo individuata, poi lei è vulcanica, presa da mille cose, non ne siamo venuti a capo». 

Con Ferro da quando collabora?

«Dagli inizi, abbiamo fatto assieme il primo tour nel 2001, nei club. Ancora non era così conosciuto, anche se era appena uscito il singolo “Xdono” che stava girando bene».

E Canova come lo aveva incontrato?

«Mentre stavamo registrando la canzone di Elisa “Cure Me” in uno studio di Mogliano Veneto, anche lui era agli inizi, abbiamo legato. Quando poi doveva metter su una band per Ferro gli sono venuto in mente».

Che impressione le ha fatto Ferro all’epoca?

«Era molto diverso da adesso, un giovane ragazzetto ma si vedeva che era tenace. La famosa canzone “111” si riferisce ai suoi chili, era riuscito a dimagrire tantissimo, tornare in forma: già questo ti faceva capire come fosse determinato, con le idee chiare. Aveva il fuoco, sapeva dove voleva andare fin da subito». 

Da allora ha collaborato sempre con lui?

«Ho fatto tutti i tour tranne quello del 2015, purtroppo si era sovrapposto col tour di Jovanotti negli stadi e visto che stavo lavorando anche sui pezzi nuovi di Lorenzo ho deciso di restare con lui. Altrimenti non sono mai mancato ai live di Tiziano».

E in studio?

«Dal secondo album “111” fino a “Il mestiere della vita”, ho registrato un sacco di pianoforti, tastiere, a volte ho contribuito agli arrangiamenti».

Come siete organizzati per le prove?

«Dopo qualche prova di soli musicisti a Milano, si unirà anche Tiziano e verremo a Lignano nella prima settimana di giugno a provare allo stadio, con i movimenti di palco, le luci dello spettacolo, in vista della data zero. Un concerto sostanzioso, tra pezzi nuovi e classici».  

Che effetto fa suonare negli stadi?

«Una bella botta, non ci si abitua mai. Ma magari a volte mi emoziono di più davanti a trenta persone, perché i trentamila sono molto distanti, una marea indistinguibile di cui ti arriva una vibrazione potente però non hai il contatto visivo diretto… insomma sono due situazioni molto diverse». 

È sempre attivo anche in regione?

«Ho il progetto di musica elettronica Lakick con Andrea Fontana e “Un violino su Marte” con Simone D’Eusanio. Diversi concerti con i Playa Desnuda e un pezzo nuovo in arrivo. Forse l’anno prossimo, per celebrare i trent’anni, una reunion dei So Fuckin What (la band di cui si “innamorò” Elisa, con Max Gelsi al basso, Andrea Fontana alla batteria, Michele Poletto alla voce)». 

Elisa Russo, Il Piccolo 15 Maggio 2023

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