Cinque Allegri Ragazzi Morti – Il Ritorno

«Il Ritorno è un nuovo inizio, in tutti i sensi. Tornano i miei non morti, dopo più di vent’anni dall’inizio della saga. Ma tanto loro non invecchiano»: Panini Comics pubblica un capitolo inedito dell’opera cult ideata dal maestro della narrazione dell’adolescenza Davide Toffolo: “Cinque Allegri Ragazzi Morti – Il Ritorno”; domenica alle 21 l’autore lo presenta a pordenonelegge (PalaPAFF!, Viale Dante 33), in un incontro con Emanuele Barison.

«È una storia cominciata tanti anni fa, – riprende Toffolo -. Questa volta è ambientata nel futuro, in un ambiente nuovo, i personaggi sono gli stessi ma la situazione intorno è cambiata in modo molto radicale. Milano si è trasformata in una megalopoli, Milanogigante, dentro cui si svolgono le vite delle persone e la provincia italiana non esiste più».

E come si vive senza provincia, da sempre sua grande ispiratrice?

«Ho iniziato a scrivere questa storia cinque anni fa, mi ero trasferito a Milano e la provincia stava vivendo un momento di grave crisi d’identità. Ci ho messo molto a finirla. Dovevo capire cosa c’era di nuovo intorno, e mi scuso con chi l’ha aspettata tanto. Mi è costata tre città almeno. Milano, dove l’ho concepita, Roma dove l’ho sviluppata e Trieste, dove l’ho terminata».

Come mai Trieste?

«A fine febbraio avevo bisogno di un posto tranquillo per chiudere la storia e ho scelto Trieste. Poi sono rimasto lì più del previsto, in Via Cappello, perché è scattato il lockdown e hanno chiuso l’Italia».

Nel libro c’è anche una playlist.

«Adesso la musica ha una fruizione più facile e mi è sembrato il momento più adatto per mettere insieme i pezzi di due storie che sono anche la mia, quella musicale e quella dei Ragazzi Morti. Quindi c’è una colonna sonora per creare qualche suggestione in più».

È vero che quest’opera è stata opzionata per una serie tv, in collaborazione con la casa di produzione Fabula Pictures (Baby, Netflix)?

«Si progetta di fare un serial delle nove storie originali, e si sogna di ripartire con nuovi artisti per scoprire dove sono gli altri ragazzi morti, ma anche dove siamo finiti noi e il nostro mondo, per cambiarlo, magari. Una volta per tutte».

Con i Tre allegri ragazzi morti di recente ha tenuto dei concerti in regione, “La via di casa”.

«La data sullo Zoncolan è saltata per maltempo e verrà recuperata il prossimo anno, era prevista anche una tappa a Trieste, a San Giusto, un concerto da 100 persone, vedremo se si riesce a recuperare anche quella».

Che pubblico avete trovato?

«L’attenzione è molto alta, la gente super motivata. C’è ovviamente anche un po’ di nostalgia, nella speranza di poter rivivere di nuovo certe situazioni di normalità. Mi dispiace che ogni tanto viene confusa una certa maleducazione nello stare per strada (la cosiddetta movida) con la dimensione del concerto che invece è un’altra cosa, molto più controllata».

Nel lockdown ha prodotto anche delle strisce quotidiane, poi raccolte in un libriccino.     

«”Andrà tutto benino”, poi diventati anche concerti comici, ho fatto il giro d’Italia per avere continuità di rapporto e anche capire com’è la situazione in giro. I live sono organizzati sempre in modo rigoroso e rispettoso delle regole».

Insomma, non si è fermato un attimo?

«Un po’ la paura, un po’ la voglia mi ha spinto a non rimanere fermo, anche con la band, l’idea di poter riprendere la vita e incontrare la gente per noi era importante, durante il lockdown abbiamo fatto una canzone, la nostra natura è di restare vivi anche in situazioni difficili».
Elisa Russo, Il Piccolo 17 Settembre 2020


 

 

 

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