C’MON TIGRE A CERVIGNANO 24.02.23

«Abbiamo suonato l’anno scorso in occasione di Udin&Jazz, era la prima volta per noi in zona e l’accoglienza è stata super, il cartellone anche. Al Friuli ci lega ormai indissolubilmente Mirko Cisilino, friulano, con noi dall’inizio del progetto, è un musicista incredibilmente dotato e parte integrante della famiglia C’mon Tigre»: arriva al Teatro Pasolini di Cervignano, venerdì 24 febbraio alle 20.45, uno tra gli esperimenti più stimolanti e innovativi della musica contemporanea. C’Mon Tigre è un collettivo nato da un’idea di un duo incognito (voci, elettronica, chitarra, cori) che coinvolge diversi artisti nazionali e internazionali che, in uno scambio dialogico tra voci, elettronica, chitarre, fiati, percussioni, modellano paesaggi sonori unici.

«Porteremo in scena il concerto – racconta il duo – che propone il nostro ultimo disco “Scenario”, l’assetto live oltre a noi, sarà con Mirko (tromba, flicorno, effetti), Pasquale Mirra (vibrafono), Beppe Scardino (sax, effetti) e Marco Frattini (batteria). Sul tipo di spettacolo, sulla scaletta, ci piace cambiare le carte in tavola anche all’ultimo minuto, per la gioia dei tecnici».

“Scenario” come si colloca all’interno della vostra discografia?

«Il disco è legato alle opere fotografiche di Paolo Pellegrin, ai suoi scenari. Ci hanno in qualche modo travolto, ispirato, cambiato. Immergersi nel lavoro di un fotografo così grande è stata la novità per noi, e ringraziamo Paolo per questo. Di consolidato probabilmente rimane il nostro modo di lavorare, le collaborazioni, il suono dei brani che è cambiato nel tempo pur mantenendo il proprio carattere».

Innovazione e tradizione: che ruolo hanno?

«Sono due facce prospettiche del nostro lavoro: sicuramente attingiamo dalla tradizione, e da colori molto lontani almeno geograficamente da noi. Lo facciamo con rispetto, perché sono tradizioni importanti che portano con loro fortissimi significati. C’mon Tigre vive la contemporaneità senza vezzi nostalgici ed è in continua mutazione».

Alla vostra musica si accostano spesso immagini, quanto è importante l’intreccio di diverse forme d’arte? 

«È fondamentale per noi, musica e immaginari visivi camminano insieme, è una direzione in cui abbiamo spinto fin dal primo singolo e che ha dato un forte carattere al nostro progetto, non può essere altrimenti quando entri in sintonia con artisti come Gianluigi Toccafondo, Danijel Žeželj o Donato Sansone. Dal vivo lo abbiamo portato in diverse occasioni, con le live performances di Danijel o proiettando i corti animati di Gianluigi. Rifaremo qualcosa, presto: il risultato è davvero molto potente».

Quali sono i più importanti riconoscimenti arrivati dall’estero? 

«Siamo stati invitati a suonare in Danimarca al Roskilde Festival, uno degli organizzatori si è innamorato del nostro primo disco e ci hanno chiamato, una grande esperienza, come anche suonare quest’anno al Fusion Festival in Germania. Abbiamo suonato parecchio anche in Francia, e l’accoglienza è sempre stata molto carica».

E l’Italia?

«Ci ha riservato delle grandi soddisfazioni, le maggiori ce le danno i concerti. Nel 2022 la giuria del MEI ci ha eletto “Migliore artista indipendente dell’anno”. Ne siamo grati».

Elisa Russo, Il Messaggero Veneto 24 febbraio 2023 

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