COLLEZIONE VINILI ASPETTA MUSEO

Un patrimonio culturale che raccoglie la storia della musica mondiale, come dice lui, “che vi farebbe sgranare gli occhi”. Gianni Mantovani, emiliano classe ’40 si è da poco trasferito a Gradisca d’Isonzo. E con lui, ancora imballata, la sua collezione di 20 mila pezzi, soprattutto vinili (molte rarità, acquistate all’estero e mai arrivate in Italia) ma anche cd, dvd, locandine di concerti (ad esempio di Ray Charles con B.B. King), libri e biografie musicali dei grandi del jazz, del rock e soul: Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Benny Goodman, Frank Sinatra, Elvis Presley fino agli italiani Mina e Celentano.

Di sogni ne ha realizzati, Mantovani, che ha passato la vita nutrendosi di musica, girando il mondo e incontrando i suoi miti. Gliene rimane, ora, uno da concretizzare: vorrebbe assicurare un futuro degno alla sua collezione. «Il mio desiderio – spiega – è donarli per farne un museo della musica, vorrei ci fosse qualcuno interessato a raccogliere e valorizzare questo mio patrimonio. Sono sicuro che verrebbero da mezzo mondo a visitarlo, e il mio materiale potrebbe poi arricchirsi con i contributi di altri che come me hanno in casa vinili e non sanno dove metterli».

Mantovani è stato musicista e ha suonato nelle balere e night club, in particolare in Emilia Romagna e poi Piemonte, Lombardia, Veneto con ospiti quali Gigliola Cinquetti, Nini Rosso, Nilla Pizzi. «Viaggiavo molto, Parigi, Francoforte, Zurigo e la mia mania, la mia “droga” (anche se ovviamente odio le droghe) era e sarà sempre quella di comprare dischi. Negli anni ’50 tornavo a casa da Parigi con due valigie di vinili, li mettevo in un magazzino e poi partivo e andavo in Germania, alla ricerca di altri dischi. Organizzavo serate all’Arena di Verona, scambi culturali con la Germania, ero presidente della banda, della scuola di musica, ero un deus ex machina, mai fermo». 

La sua passione principale era il jazz americano, ha conosciuto infatti i più grandi del genere: «Sono stato ospite a New York di Max Roach, ho incontrato Ella Fitzgerald due volte: all’Arena di Verona e a Parigi insieme alla grande orchestra di Count Basie. Duke Ellington l’ho incontrato e abbracciato due volte, ho l’autografo anche di tutti i suoi musicisti, quando nel novembre ‘71 sono andato ad ascoltarlo a Bologna, ho fatto i complimenti a Harry Carney che era il suo sax baritono, c’era con me mio figlio di 8 anni, gli dissi che studiava musica e speravo diventasse bravo quanto lui, così lo prese in braccio: momenti che sarebbe stato bello immortalare, purtroppo lì non avevo la macchina fotografica. Poi ho incrociato Sonny Rollins, almeno 5 volte, il mio idolo Benny Goodman, Lionel Hampton a Milano, Reggio Emilia, Modena». Partendo dagli anni ’30 e ‘40, la collezione si ferma più o meno agli anni ’70. Della musica italiana include Celentano, Mina, Tenco, Buscaglione, Carosone, Quartetto Cetra: «Ho conosciuto Rita Pavone – prosegue –, Teddy Reno, Little Tony, Bobby Solo, Nilla Pizzi, Paolo Conte, il mio idolo Lelio Luttazzi». 

Un archivio che potrebbe essere utile anche a chi studia la materia, come già accaduto in via privata: «Ci sono giovani – conclude – che si sono laureati consultando il mio materiale, una ragazza di Mantova veniva a casa mia perché voleva fare una tesi di laurea sui musical americani, Frank Sinatra, Bill Crosby, Gene Kelly, un altro ragazzo si è laureato sulla vita di Miles Davis, uno sulla swing era con Duke Ellington, Count Basie, Benny Goodman, Lionel Hampton, Glenn Miller».

Elisa Russo, Il Piccolo 28 Maggio 2022  

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