COMA COSE BARCOLANA 29.09.23

«Ho superato le onde di un mare che a volte mi butta giù»: vento, onde, mare sono temi ricorrenti (spesso usati come efficaci metafore) nelle canzoni dei Coma Cose. «Il mare – dicono – è l’ambiente immaginifico per eccellenza, anche se viviamo da dieci anni a Milano, ci sentiamo ancora provinciali e spesso ci mancano i nostri paesaggi». All’attivo tre album (certificati oro e platino), vengono dalla scena indipendente ma hanno conquistato popolarità a seguito di due partecipazioni a Sanremo, nel 2021 con “Fiamme negli occhi” e quest’anno con “L’addio”. Il duo composto da Fausto “Lama” Zanardelli e Francesca “California” Mesiano è in concerto venerdì alle 20, a ingresso gratuito, in Piazza Ponterosso; prima e dopo la loro esibizione, spazio al dj set Broccoletti Pop. La serata dà il via alla 55esima edizione della regata e segna il ritorno della musica associata alla Barcolana (l’ultimo evento risale a cinque anni fa, con il dj di fama planetaria Bob Sinclar in Piazza Unità). 

Per i Coma Cose, coppia nella vita e nella musica, è la prima volta in concerto nel capoluogo giuliano: «Siamo davvero felici – commentano – di approdare finalmente a Trieste, per noi sarà una data speciale anche perché è l’ultima del tour. Proporremo una selezione di brani che spaziano tra gli esordi e l’ultimo disco, ma non mancheranno le sorprese».

Fate base a Milano, ma le vostre origini sono anche in Friuli vero?

Francesca: «Sono nata a Pordenone ma ho origini siculo-calabresi, quindi ho proprio il mare nel dna». 

Fausto: «Io sono gardesano e anche se il Lago di Garda non è salato, è pur sempre un grande specchio d’acqua ricco di ispirazioni». 

Trieste (e anche la ex Jugoslavia) è rientrata nei vostri testi («Per noi che siamo gente di frontiera/ ecco perché apprezzo/ chi ha lo sguardo triste/ come Trieste senza la “e” nel mezzo»). La conoscete un po’?

Francesca: «Ho tantissimi ricordi giovanili delle vacanze in Croazia e Slovenia. Con i miei genitori venivo spesso a Trieste, per me ha la magia di “vecchia signora” che ha vissuto tanti fasti e grandi lotte, una città malinconica come Venezia. Nelle nostre canzoni c’è molto del Friuli e dei confini».

Fausto: «La conosco poco, solo dai racconti di California: conto di trascorrervi una bella giornata a cavallo del concerto».

Trieste chiude il vostro tour italiano. Vi aspettano però due live negli Usa: il 14 ottobre a Miami e il 17 a Los Angeles.

«Siamo in fibrillazione per questo minitour americano, lo stiamo vivendo come un sogno, sarà sicuramente un’esperienza che ci arricchirà: oltre ai concerti sono previsti degli incontri con studenti e maestranze locali. Non è la prima volta oltralpe visto che in primavera siamo stati a Parigi e Londra, entrambe le date sono andate sold-out, a Londra addirittura è rimasta fuori della gente. Per noi è una grande soddisfazione perché musicalmente ci ispiriamo totalmente alla tradizione angloamericana. Ma siamo una band che lascia il testo al centro delle canzoni quindi, cantando in italiano, siamo davvero contenti e orgogliosi di questi risultati».

Quanto aiuta la partecipazione a Sanremo?

«Sicuramente due festival ti rendono noto a un pubblico maggiore, ma il nostro è un progetto atipico che viaggia per dinamiche proprie e scelte sempre volte a tutelare le nostre personalità. Queste scelte rendono inevitabilmente la crescita più lenta ma a noi va bene così, il pubblico cresce di data in data senza stravolgimenti e mantenendo i fan delle prime ore, che crescono e cambiano insieme a noi».

Sui social avete lanciato un messaggio importante scrivendo: “La forza si manifesta in tanti modi, la violenza solamente in uno. E va sempre condannata. Punto”.

«La cronaca ci sottopone troppo spesso casi di violenza sulle donne o su soggetti fragili, questo apre grandi dibattiti in merito a ciò che si possa fare per migliorare la situazione, la nostra è stata una considerazione in punta di piedi, siamo andati dritti al punto sintetizzando al massimo il concetto. Ma ovviamente non basta un post, serve maggiore informazione, serve sensibilizzazione. Tutto passa dalla cultura, dall’educazione, certe cose cambiano se tutti noi cambiamo e si può cominciare anche da piccoli gesti».

Elisa Russo, Il Piccolo 29 Settembre 2023 

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