Chi è Cyborg Zero – in concerto mercoledì alle 20.30 in Piazza Verdi (organizza l’associazione Trieste is Rock con la collaborazione di Good Vibrations, all’interno della rassegna “Trieste Estate… d’autunno” promossa dal Comune) a ingresso libero? «È un progetto senza identità, non sveliamo mai chi c’è dietro la maschera. Comunica solo con la sua arte o attraverso il codice binario, che va tradotto da una terza persona». Sembra complicato, ma in fondo maschere, alter ego e misteri costellano la storia della musica e servono proprio per incuriosire il pubblico. Cyborg Zero non è altro che la nuova incarnazione del chitarrista che assieme a Cyborg One formava il duo boogie – blues in pista col nome The Cyborgs dal 2011: «Sono stati otto anni di musica e molte esperienze – racconta Zero – quattro dischi, l’apertura del concerto di Bruce Springsteen a Roma per il “Wrecking Ball” è stato forse l’evento più importante della nostra vita, tour arrivati fino in Canada e Russia…». Tante soddisfazioni: oltre che per il Boss hanno aperto per Iggy Pop & The Stooges, Deep Purple, Johnny Winter, Jeff Beck, John Mayall, Otis Taylor (e a Trieste i Cyborgs avevano preceduto Eric Sardinas al Teatro Miela nel 2011 e Johnny Winter al Politeama Rossetti nel 2012). «Ma avevo bisogno di voltare pagina – continua il cantante e chitarrista romano – ora ho ritrovato il divertimento che c’era all’inizio, che poi col crescere degli impegni era venuto meno. Il 9 dicembre 2017 ho fatto il mio ultimo concerto come The Cyborgs. Già da tempo il mio percorso mi stava avvicinando a un approccio più punk e a un desiderio di ‘’sporcare’’ il blues. Nella ricerca di qualcosa, ho trovato qualcuno, un nuovo compagno di band che si chiama Mr G. e che ora mi accompagna alla batteria. Proponiamo brani nuovi più qualche evergreen, t-shirt sul banchetto. Di solito si fa un album e poi lo si porta in tournée, secondo me invece è stato meglio partire con il tour e poi registrare, così arrivi in studio con pezzi che hai suonato decine di volte dal vivo e sono messi più a fuoco. Nel periodo del lockdown ci siamo concentrati su alcune produzioni, abbiamo pronto un disco, contiene nove brani, s’intitolerà “Zero” e uscirà per l’etichetta 4inaroom, stiamo aspettando un momento più felice di questo per poterlo promuovere al meglio: intanto, a Trieste lo presentiamo in anteprima». Il genere? «Dal blues al punk – risponde – lo chiamiamo punk’n’roll, musica ballabile come il rock’n’roll ma con un’attitudine punk». Con qualche inevitabile aggiustamento, nel rispetto della sicurezza che il momento attuale richiede: «La nostra musica – conclude – è da sempre tendente al ballereccio, all’aggregazione, il pubblico diventava parte integrante dello show e quindi abbiamo dovuto rivedere un po’ la scaletta in funzione di un live più “tranquillo” con la gente seduta e più distante, in una situazione d’ascolto. C’è qualche brano più morbido, ma siamo sempre noi e speriamo che tutti possano divertirsi come al solito».
Elisa Russo, Il Piccolo 6 Ottobre 2020