«Anche se non è un concept album vero e proprio, c’è una tematica comune, un atteggiamento che come gruppo condividiamo nei confronti del mondo contemporaneo. La voglia di cambiare le regole, la rabbia per le ingiustizie che tutti i giorni sono sotto i nostri occhi e la consapevolezza che il cambiamento non può che essere un percorso collettivo». Esce sulle piattaforme digitali e in cd “Gore”, nuovo disco della band groove metal triestina Darkpools per l’etichetta Ghost Record. Registrato all’Ater Era Studio da Samuel Simonovich e poi mixato da Lorenzo Gavinelli dello Zero Point Energy Studio a New York che ha curato con il gruppo anche la produzione; la grafica è di Cristiana Simoni e Davide Giorgi. I Darkpools, attivi dal 2016, sono formati da musicisti con esperienze in altre metal band locali: Andrea Dean (Up Today, RobertOfTheSquare e New Deal) alla voce, Angelo Rusalem (Beholder Eye, Night Side Eclypse e New Deal) alla chitarra, Davide Giorgi (Altered States, Bespin, 1neday, Whatafuck) al basso e voce, Davide Purinani (Massive Destruction, New Deal) alla chitarra, Michael Bonanno (Utopya, Steelblade, Omega Project, 5 Years Gone) alla batteria. Il nome del progetto prende spunto dall’economia, precisamente dai mercati dove si muovono somme incredibili di denaro e si decidono le sorti della finanza e del mondo senza alcuna regola se non quella dell’utile di pochi grandi gruppi. Il singolo “Gore” è accompagnato da un videoclip girato tra Conconello, Padriciano e Via della Muda Vecchia: «Le riprese del video – afferma la metal band giuliana – sono state seguite dal nostro bassista, che con attrezzatura basilare e tanto talento è riuscito a creare un piccolo gioiello». Lo stop dei concerti ha colpito duramente i Darkpools: «Così come – commentano – quasi tutti i gruppi che credono che la dimensione live sia quella migliore per godersi la musica. Lo stop prolungato ha purtroppo causato anche la chiusura di molti locali in cui ancora si poteva suonare musica propria. Speriamo che un allentamento delle regole permetta alle realtà vecchie e magari anche a qualche nuovo locale di ripartire con i live». «Il paradosso incredibile di Trieste – concludono – è che ci sono moltissime formazioni attive e pochissimi luoghi in cui suonare dal vivo. Eppure questo non ferma la voglia di mettere su una band e portare avanti i propri progetti. Purtroppo, mancando gli spazi, non si crea una adeguata sinergia tra le band e sono poche le occasioni per le collaborazioni».
Elisa Russo, Il Piccolo 24 Dicembre 2021