DAVID BYRNE in Piazza Unità a Trieste il 22.07.18

Due amiche da Verona, una coppia da Vienna, una addirittura dal North Carolina: i quattromila in Piazza Unità per David Byrne sono arrivati da ogni dove. L’ultimo dei tre grandi concerti è stato l’unico a essere messo a rischio dalle previsioni meteo avverse.
Ma alle 21.05, nonostante la pioggia, lo spettacolo comincia come previsto. Con un cervello. Cioè: David Byrne ha in mano una riproduzione di quell’affascinante organo che si è divertito a “sezionare” nel testo della prima canzone in scaletta, «Here»: “qui c’è una regione ricca di dettagli/ qui ce n’è una che raramente usiamo/ questa è una zona che continua a vivere anche quando le altre sezioni dormono”. Inizia così il viaggio intellettuale e sensoriale di un concerto denso, impegnativo ma al tempo stesso leggero e godibile, all’insegna di un pop raffinato. Arrivano quasi in punta di piedi gli elementi dell’ensemble, tutti con lo stesso elegante completo, tutti bravissimi e senza fili: la tecnologia wireless permette loro di suonare in piedi, con gli strumenti tracolla (dalle percussioni alla tastiera), danzando e creando una differente coreografia per ogni pezzo. Il pubblico di Piazza Unità, come per Steven Tyler, decide da subito di non rispettare i posti a sedere e si assembla sotto al palco per ballare e partecipare con calore allo show, intanto la pioggia dà una tregua. Il tour è incentrato su «American Utopia», il suo album solista uscito a marzo e saranno almeno sette i brani da lì estratti compreso il primo in scaletta. Ma ci sono tante chicche, che pescano dalla lunga carriera dell’artista scozzese-americano, come «Lazy», secondo brano del concerto o estratti dai suoi precedenti dischi solisti. Ovviamente ci sono anche canzoni dei Talking Heads, ma anche qui le scelte non sono banali, per esempio manca il cavallo di battaglia «Psycho Killer» a favore di altri successi della formazione new wave newyorkese che fu in pista dal 1974 al 1991: «I Zimbra», «Slippery People», «This Must Be the Place (Naive Melody)», «Once in a Lifetime» e «Burning Down the House». Un David Byrne in splendida forma con un energico show di un’ora e mezza tra musica, danza,teatro, divertimento e testi pieni di messaggi importanti: cosa chiedere di più?

Elisa Russo, Il Piccolo 22 Luglio 2018

David Byrne

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