DELIRI AMERICANI PUNTATA 18 – 19 – 20

Venerdì 3 gennaio, alle 5pm (23.00), va in onda la 29a puntata di IN ORBITA AMERICAN EDITION su Icn Radio NY. In collegamento Rossano Lo Mele di Rumore; Gianfranco Franchi ed Elisa Russo. Ascolti: The Clash, Warpaint, PERTURBAZIONE, Tre Allegri Ragazzi Morti, Jennifer Gentle, Toni Bruna, Eddie Cat, Cortex e Housemartins. Replica Sabato 4 gennaio, alle 12pm (18.00).

Deliri Americani Puntata 18

 

Qualche puntata di riepilogo di quello che è stato per me il meglio delle uscite italiane del 2013. Avrei dovuto scegliere 10 dischi, invece così di getto me ne sono venuti in mente 11. Allora ho deciso che 11 sarà il mio numero fortunato per il 2014. E via.

formigole-copertina-web-320x320In apertura del meglio di quest’anno, non potevo non mettere “Baiamonti” di Toni Bruna, che ormai è diventata una delle canzoni preferite non dell’anno, ma della mia vita. Pensa che l’ho anche messa come suoneria del mio iPhone. E volevo stupire Toni Bruna stesso. Quindi, mentre stavamo facendo due chiacchiere di persona gli ho detto con anda da furba: “Prova a telefonarmi, così senti che suoneria ho eheheh”. Lui di fronte a me, mi telefona. Ma io ho il telefono in modalità silenziosa. GENIO. “No no, scusa, ecco richiamami ora!”. Attivo la suoneria. E niente. Non suona. Non ha più suonato, ma solo per quel giorno lì. E questo sai perché? Perché è il miracolo di Toni Bruna, visto che lui è contro la tecnologia. Mi ha bloccato la suoneria. Con le sue onde elettromagnetiche. Questo è Toni Bruna: una forza della natura.

Il suo “Formigole”, album di debutto, in realtà a Trieste lo ascoltiamo già da qualche anno. Ma nel corso del 2013 è stato ristampato dall’etichetta Niegazowana ed è stato distribuito a livello nazionale rendendo l’uscita ufficiale. È finito anche in alcune classifiche di fine anno, tra i migliori dischi del 2013. Tutti quelli che ne hanno parlato, lo hanno fatto in termini più che entusiastici. E allora Viva Toni Bruna e speriamo tanto di poter ascoltare un suo nuovo disco nel corso del 2014.

 

empty fills coverAltro augurio, altro ascolto tra il meglio dell’anno: «Empty Fills» di Eddie Cat. Abbiamo già parlato altre volte di questo cantautore anglo triestino e del suo bellissimo album, un disco con dei suoni curatissimi, un classico come i dischi di una volta. L’augurio per l’anno che arriva è che questo album venga ristampato da un’etichetta e venga distribuito a livello nazionale ed internazionale, in modo che il prossimo anno potremo trovarlo nelle classifiche come è successo a “Formigole” di Toni Bruna.

 

cortex_cover_dig100dpiTerza scelta: è puramente casuale il fatto che restiamo geograficamente a Trieste, la mia città. Ho scelto in base alla bellezza dei dischi e non in base alla provenienza. Ma voglio proseguire con Cortex.

Cantautore triestino che quest’anno ha fatto uscire un album che si chiama «Cinico Romantico». Una chitarra jazz anni trenta, un amplificatore valvolare, un’armonica, un pianoforte e una voce distorta sono gli ingredienti che compongono le 10 canzoni di questo bellissimo lavoro; tutti gli strumenti sono suonati da Cortex tranne le batterie di «Per avere il tuo cuore» e «Omino Luci Blu» suonate da Francesco Valente (Il Teatro Degli Orrori). Una cosa che lui non vuole mai che si dica ma a me incuriosisce, è che nel 2008, aveva partecipato al concorso internazionale Tour Music Fest, dove era stato premiato da Mogol con una borsa di studio per il CET (scuola di musica di Mogol), al CET si era diplomato l’anno successivo come “Interprete di musica leggera Italiana”: cioè, diplomato da Mogol. Ti pare una cosa trascurabile? Cortex è il piccolo Lucio (non quello che gli piace la nutella, intendo Lucio Battisti) triestino. E con questo, è il caso di chiudere il primo blocco. Lo so.

 

Deliri Americani Puntata 19

(In onda il 17 e 18 gennaio 2014)

564471_4871838608507_1687747755_nNella prima parte sulle uscite italiane più interessanti del 2013, per una pura coincidenza avevo scelto tre artisti con provenienza geografica Trieste. Ebbene, ne ho un quarto ed ultimo. Eh sì, perché tra i miei dischi preferiti di quest’anno c’è «Outside My Window» (Lademoto Rec.), quarto album per il soul singer triestino Al Castellana. Una finestra che si affaccia a San Giacomo, quartiere popolare di Trieste, e si apre al mondo: il disco è distribuito a livello internazionale, sugli stores digitali e “fisicamente” nei negozi specializzati (anche in UK e Giappone da dove, negli ultimi anni, stanno arrivando calorosi riconoscimenti). Il disco è suonato dal Soul Combo, collettivo di musicisti che da sempre accompagna il soul singer triestino ed è completamente prodotto da Castellana stesso assieme a Daniele Speed Dibiaggio. Tre brani sono co-prodotti da alcuni tra i migliori beatmaker italiani: Shablo (Club Dogo, Marracash, Fabri Fibra), Rossella Esse The Essence (che a 20 anni ha già prodotto brani per nomi come Ghemon) e K9.

Al Castellana, in questi anni sta raccogliendo più all’estero che non in Italia. Allora a questo punto, visto che siamo su una radio americana che sta dando spazio ad artisti italiani, volevo lanciare un piccolo appello a tutti gli artisti del nostro amato Stivalone malandato.

Posso?

Adesso non vorrei fare quelle robe alla Movimento 5Stelle…

Però un Sveglia con 20 punti esclamativi e anche qualche 1 digitato nella foga ci starebbe…

 

Il mondo non finisce in Italia! Credetemi. C’è vita (e ce n’è molta di più, fuori dai confini nazionali).

 

loves you more coverQuesto ci traghetta ad un’altro disco che ho scelto tra i migliori del 2013: «Loves You More» (Niegazowana/Audioglobe) è un tributo tutto italiano ad Elliott Smith, cantautore americano scomparso dieci anni fa. Mi sono già occupata di questo tributo, tanto che sono stata contattata da un fanclub americano che mi chiedeva info su questa bella compilation, mi chiedeva se in rete ci sono due righe di presentazione in inglese. Bene: non ci sono! E questi siamo noi italiani, facciamo un tributo ad un americano, potremmo avere un bacino di utenza mondiale, far conoscere i nostri artisti e invece no. Noi facciamo la promo in italiano. E sai perché? Perché non ci crediamo abbastanza.

 

1240162_627190030649182_173700526_nCon la speranza che raggiunga comunque le orecchie di tutto il mondo anche perché tutti i pezzi sono in inglese (eccetto uno, quello di Edda), vi invito a recuperare questa compilation che contiene il meglio della musica made in Italy come Eva Poles, Jennifer Gentle, IlVocifero… e a proposito de IlVocifero: altra segnalazione. «Amorte», un nome un programma. Un disco che secondo gli autori (Walter Somà e Aldo Romano) è un disco pieno di amore. Secondo me, invece, è un disco pieno di dolore. E morte. È un esorcismo del male che abbiamo dentro. Comunque bellissimo. E tra le uscite migliori del 2013. Un brano in cui la cantante Dorina, oltre che essere co-autrice, presta la sua voce. In uscita anche il videoclip. “Lucyd” è la mia scelta.

 

Deliri Americani Puntata 20

(In onda il 24 e 25 Gennaio 2014)

 

giudaCambiamo toni e buttiamoci su roba più festaiola. Una band che so apprezza molto anche Ricky Russo che li ha visti per la prima volta dal vivo con me l’anno scorso all’Etnoblog di Trieste e quest’anno invece se li è visti a New York. Niente meno. Forti dei successi all’estero (amatissimi in Inghilterra e Usa), i romani Giuda realizzano un nuovo acclamato album: «Let’s do it again» (Damaged Goods/ Fungo). Riconfermano il sound del precedente lavoro: un infuocato mix di 70’s glam rock e puro punk rock inglese primi anni ‘80. Gli eroi del punk capitolino hanno resuscitato un genere praticamente sepolto da quarant’anni: il glam rock di gruppi inglesi come The Sweet, Slade, The Faces, T-Rex e Mud fuso al junkshop glam di gruppi minori come Hector e Jook, l’aussie rock di Vanda e Young ed il pub rock/punk dei primi Cock Sparrer e Slaughter And The Dogs. Pur seguendo le tracce del debutto, questo secondo capitolo offre una maggior varietà di sfumature, ad esempio in «Hold Me Tight», pezzo dal sapore romantico. I brani hanno una struttura più complessa ma senza perdere energia e spontaneità, con melodie che catturano. Registrato in analogico dal produttore Danilo Silvestri assieme al chitarrista della band, Lorenzo Moretti, «Let’s do it again» contiene dieci anthems di glam pop rock’n’roll, il cui unico scopo è intrattenere, senza la pretesa di innovare o spingere a grandi riflessioni esistenziali.

Calibro-35-traditori-tuttiAmatissimi all’estero anche i Calibro 35. «Traditori di tutti», quarto album in studio degli eroi del poliziesco, nasce dalla fertile creatività del quintetto milanese e, per la prima volta, contiene solo brani originali. Dodici tracce ispirate dalla lettura dell’omonimo classico del romanzo giallo firmato Giorgio Scerbanenco. La band è partita con una sezione di tour nei Balcani: in Serbia, in Croazia, fino ad arrivare in Slovenia, mentre la prima data italiana è stata al Tetris di Trieste. Io ho avuto il piacere di vederla ed è stato uno dei concerti più belli del 2013. E allora Calibro 35 sia.

 

Tra i generi che seguo, devo dire che quest’anno non mi ha appassionato molto il rap made in Italy. Forse non sono stata abbastanza attenta io. Forse sono troppo vecchia per un genere più adatto ai giovani. Può essere. In ogni caso mi ha colpito ed ho seguito con piacere solo Dargen D’Amico, che poi è un mix tra rap e cantautorato. Con stile.

 

dargen_d_amico_vivere_aiuta_a_non_morireIl nostro rapper/cantautore (o “cantautorap”) milanese (di origini eoliane) è un outsider, un cane sciolto, incatalogabile. Uno che mette in musica ciò che sente, senza chiedersi come verrà recepito, o senza che questo pensiero gli ponga dei limiti. E allora, dopo un lavoro abbastanza ostico come «Nostalgia Istantanea» del 2012, nel 2’13 è uscito «Vivere Aiuta a Non Morire» (Giada Mesi/ Universal) un album molto più fruibile ma mai banale, pieno di pezzi ballabili e ospiti celebri: Max Pezzali (nella canzone d’amore «Due Come Noi»), J-Ax, Enrico Ruggeri («È Già»), i Perturbazione («Con Te»), l’esordiente (visto anche all’ultimo Sanremo e scoperto proprio da Dargen) Andrea Nardinocchi, Fedez & Mistico, Michelle Lily, i Two Fingerz… Dargen ha una scrittura unica, una capacità di usare giochi di parole e costruire immagini poetiche sorprendenti, tanto che il critico Christian Zingales l’ha definito: «Uno dei più grandi talenti emersi in Italia negli anni Zero, con una scrittura folle e visionaria, capace di andare ben oltre i confini dell’hip hop, una sorta di cantastorie del 2000». Lo stesso Pezzali l’ha descritto come un “funambolo” e un “enigmista”. Essere unici è un dono e una condanna: i puristi del rap forse non capiscono lo stile di D’Amico e lo stesso può succedere con il pubblico affezionato ai cantautori. Ma chi ha l’apertura mentale per entrare nel mondo di Dargen, non ne uscirebbe più. Per comprendere quanto sia controcorrente e distante dai clichè del rapper macho, basta ascoltare il singolo: «L’Amore a Modo Mio» con J-Ax, canzone rap inno alla monogamia in cui l’ex Articolo 31 entra in discoteca e non si fa ammaliare dalla bella di turno (“io sono coniugato/ tu invece sbagli i verbi/ non sono più in balia/ non è megalomania ma è mega la monogamia”). Irresistibile anche l’altro singolo: «Un Fan in Basilicata (Almeno)», nato dall’ironica constatazione che ancora nessuno ha invitato Dargen a suonare in Basilicata.

In chiusura due uscite che musicalmente non hanno molto in comune ma che io trovo particolarmente dense. Cioè impegnative.

Blixa-Bargeld-Teho-2012-RABSCH-4347-CopiaTeho Teardo & Blixa Bargeld«Still Smiling» (Specula Records) Una collaborazione riuscitissima quella tra il compositore pordenonese Teho Teardo ed il berlinese Blixa Bargeld, leader degli Einstürzende Neubauten (e nei Bad Seeds con Nick Cave). I due si erano già incontrati per la realizzazione della pièce teatrale “Ingiuria” e avevano poi collaborato in un brano della colonna sonora di “A Quite Life”. Dopo quella canzone avevano cominciato a scrivere del materiale assieme. È nato così «Still Smiling» (Specula Records), registrato tra Roma e Berlino. Tra i collaboratori ci sono i Balanescu Quartet e la violoncellista Martina Bertoni.

12 canzoni oniriche e crepuscolari (inclusa una nuova versione di “A Quiet Life” ed una cover di “Alone With The Moon” dei Tiger Lillies), che mescolano musica classica ed elettronica con testi in inglese, tedesco, italiano (impagabile sentire Blixa in «Mi Scusi» raccontare che il suo italiano è “ancora giovane e inesperto”, che “l’accento, quello no, non se ne va” e che le ginocchia gli fanno “Giacomo – Giacomo”). Con questa vena di ironia e auto ironia, si può dire che a questo album non manca nulla: c’è da sognare, emozionarsi, sorridere.

CoverQUINTALE_300dpiI Bachi Da Pietra sono un duo nato nel 2004 e formato da Giovanni Succi (Madrigali Magri) e Bruno Dorella (Ronin e OvO). All’inizio del 2013 è uscito «Quintale» (La Tempesta/ Woodworm), registrato e mixato da Giulio Ragno Favero (Il Teatro Degli Orrori). Come bilancio di questi mesi dall’uscita dell’album Succi dice: «Da gennaio ci stiamo divertendo e pare pagheremo i nostri debiti, quindi col botto. Molta più gente ai concerti e molti lo scoprono adesso, il che va benissimo. Un disco dei Bachi Da Pietra è da metabolizzare con calma. Certo vino va anche un po’ dimenticato al buio e poi aperto nel momento giusto, che per tutti è diverso».

 

 

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