Venerdì 25 aprile, alle 5pm (23.00), va in onda la 45a puntata di IN ORBITA AMERICAN EDITION su Icn Radio NY. In collegamento Fabio Cerbone di Roots Highway; dal Belgio Michelle Davis; dai Balkani Stefano Stoner Grazio. Rubrica di Elisa Russo "Deliri Americani" (SUI LUME) . Intervista a Marco Adam Smith Torino. Ascolti: The Hold Steady, The Men, Money, Lume, Radio Zastava, Boban and Marko Markovic, Adam Smith.
Venerdì 2 maggio, alle 5pm (23.00), va in onda la 46a puntata di IN ORBITA AMERICAN EDITION su Icn Radio NY. In collegamento Alessandro Besselva Averame di Rumore da Torino; Roberto Calabrò da Londra; Elisa Russo per "Deliri Americani" da Trieste. Ascolti: Jack White, tUnE-yArDs, Ratking, The Meows, Parálisis Permanente, Stefano EDDA Rampoldi, Eva Poles Official, Iggy Pop, Moon Beat Productions.
Giorni fa passeggiavo per Trieste con il mio amico Eddie, e gli raccontavo di Ricky Russo che va alla presentazione del libro di Paul Stanley dei Kiss (è un momento di meta-teatro praticamente) e gli descrivevo la gentilezza del grande idolo dei Kiss che firmava gli autografi e si soffermava a fare un po’ di chiacchiere con ciascuno dei fans. Parallelamente riportavo un episodio di un piccolo artista italiano che alla presentazione del suo nuovo lavoro si dimostrava piuttosto scostante con fan vecchi e nuovi. Eddie giustamente mi ha detto: pensa alla forza del passaparola. Noi ora siamo a Trieste e stiamo parlando entusiasti della gentilezza di uno a New York. E pensa che ora, in chissà quale parte del mondo, qualcun altro starà facendo la stessa cosa e ancora e ancora in loop.
Allora io dico: se non vuoi essere gentile per far del bene al prossimo, fallo almeno per il tuo ego e per il ritorno che ne avrai. Che poi è tutto un deposito nella banca del karma. Qualcosa ti torna indietro di sicuro. Se non lo fai per gli altri, fallo per il tuo tornaconto. In ogni caso, sii gentile e non sbagli mai.
E sempre in tema di gentilezza non pervenuta, volevo raccontare un episodio e approfitto di farlo nella mia rubrica in onda su radio ICN NY, così mi può sentire tutto il mondo e questo penso sia proprio un bel megafono ed un bel amplificatore di karma.
Dunque, partiamo dalla parte bella del racconto: la settimana scorsa sono andata a Milano, al Circolo Magnolia per vedere una serata tributo ad Elliott Smith, dove suonavano gli stessi artisti già presenti nella compilation curata da Davide La Sala (“Loves You More”, Niegazowana) quindi Jennifer Gentle, Edda, IlVocifero, Eva Poles, Dilaila, Dellera etc… Mi piaceva l’idea di vederli tutti assieme ed in particolare volevo vedere su un palco IlVocifero, visto che da poco mi occupo del loro ufficio stampa (e forse mi occuperò anche del booking) e allora mi sembrava serio farmi un’idea di persona. Quindi diciamo piacere ma anche lavoro. Sui concerti non posso che dire belle parole: intensa la performance di Edda (peccato che abbia fatto un pezzo solo), Eva Poles per me è la regina del rock made in Italy, ottimo come sempre Marco Fasolo nei suoi viaggi psichedelici, bravo e multitasking l’organizzatore Davide Lasala.
Ma la voragine di imbarazzo si apre nel pre concerto. Arrivo al Magnolia nel pomeriggio, poco dopo le 17, con Walter Somà e Aldo Romano de IlVocifero e Paola Dilaila. Passa qualche ora tra noia e bivacco come sempre accade quando gli altri devono fare soundcheck e tu no. Si avvicina la sera, qualcosa tra le 19 e le 20, ovviamente il pubblico è ben lontano dall’arrivare. Però arrivano due buttafuori diversamente magri, agitatissimi e con fare inquisitorio e poliziesco nazifascista manifestano un fastidio cosmico per chiunque non indossi un braccialetto azzurro consegnato rigorosamente solo ai musicisti che saliranno sul palco. Ammettiamo anche che io sia nessuno visto che non suono, resta il fatto che Walter è un musicista, è colui che ha messo in piedi il progetto IlVocifero (sue molte canzoni) ed ha anche il merito della presenza di un ospite di punta della serata, ovvero Edda. Ma soprattutto, siamo esseri umani. E quindi, finché ci comportiamo civilmente andiamo ripagati con la stessa moneta. I buttafuori ci dicono praticamente di sparire, ci chiudono in un recinto di transenne e intimano con fare scontroso di buttare via lattine e bottiglie (non tutte di nostra provata appartenenza). Capisco che non è aria e che me ne dovrò stare un po’ fuori al freddo e realizzo che è meglio fare un passaggio in bagno. Mi fiondo velocemente dentro, dove un buttafuori comincia ad aggredirmi verbalmente per aver trasgredito ai suoi ordini. Cerco di spiegargli che intendo andare un attimo in bagno e poi uscire ma non sente ragioni. Nel frattempo hanno portato il cathering per i musicisti che ai vari tavoli cominciano a mangiare, io spero che qualche portatore di braccialetto azzurro intervenga, ma il cibo distrae. Sono arrivati anche, assieme a Stefano e Tania, un paio di loro amici tra cui uno in sedia a rotelle. Anche il ragazzo sulla carrozzina ha la grave colpa di non portare il braccialetto azzurro e quindi viene sbattuto fuori dal Magnolia. Per fortuna Stefano se ne accorge e interviene, pregando di farli entrare, di non farli stare fuori dalla porta. Qualcuno ha la malaugurata idea di passare un piatto di pasta a questo ragazzo in sedia a rotelle, ma lì il buttafuori interviene dicendo che solo i musicisti possono mangiare. Stiamo parlando ovviamente di vasche industriali di pasta scotta che puntualmente avanzeranno e verranno buttate. Nell’imbarazzo dilagante, il ragazzo si offre di pagare il piatto e credo gli chiedano qualcosa come 4 euro. La miseria umana proprio. Per non creare ulteriori disagi esco, e non ho di certo intenzione di mangiare quella poltiglia. Tra l’altro per essere lì ho speso 150 euro tra treno e albergo e quindi non sto badando certo ai soldi e al risparmio. Mi sale un senso di schifo per la situazione e ripenso ad anni e anni di sbattimenti per essere ospitali, a Trieste e Capodistria. Ripenso ai Subsonica stipati nella nostra 500, ripenso ai panini preparati con amore per le band dei live a Tv Capodistria, le crostate personalizzate per Edda e Toni Bruna, ripenso ai soldi messi e rimessi pur di non fare figure infelici con chi veniva da lontano ma anche da vicino. Mi sale un gran orgoglio per la generosità, l’umanità ed il rispetto che ho sempre riservato alle persone con cui ho avuto a che fare per lavoro, perché questo non è un lavoro come gli altri, non siamo ad una convention delle poste italiane, non siamo in una catena di montaggio, noi siamo i privilegiati che maneggiano Musica, Arte, Magia e quindi Amore, Umanità, Rispetto. E in questo mio mondo di Bellezza il buttafuori tiene aperta la porta al ragazzo in sedia a rotelle, gli stende un tappeto rosso e gli offre un piatto di pasta. Al dente. Queste cose non devono succedere da nessuna parte ma meno che meno le tollero nel mondo della musica. Siccome parlando con tante persone ho saputo che questa è la prassi per il Magnolia, vediamo di agire di conseguenza. Visto che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della musica live a Milano, questi aspetti di disumanità feroce vanno corretti assolutamente. E se così non fosse, si boicotta. Easy.