DELIRI AMERICANI PUNTATA 6 (EDDIE CAT)

Venerdì 13 (oh yes) settembre alle 5pm (23 italiane) e Sabato 14 settembre alle 12pm (18 italiane) in onda su Icn Radio NY la 13a Puntata di IN ORBITA American Edition. Interviste ad Alberto Polo e Rosita Kèss. La mia Rubrica "Deliri Americani" su Eddie Cat. Grazie a Lorenz Gavi per la collaborazione tecnica.

 

 

Sempre nell’attesa di dischi italiani nuovi e bellissimi che usciranno da fine settembre (speriamo, son qui che aspetto), continuiamo questo piccolo riepilogo delle uscite dei mesi scorsi. Il nostro viaggio ci ha portato nelle puntate scorse ad ascoltare Edda, TARM, Jennifer Gentle e Universal Daughters, Toni Bruna, Dorina, IlVocifero, Dargen D’Amico, e la volta scorsa uno speciale sul Trieste Rock City Fest con Gonzales, Elbow Strike e Black Mamba Rock Explosion.

 

eddie cat foto di daniele braidaLa puntata numero sei dei Deliri Americani è completamente dedicata all’ascolto di “Empty Fills” di Eddie Cat. È uno dei dischi italiani che più mi sono piaciuti quest’anno. Che poi dico italiano perché è stato realizzato in Italia, ma è un lavoro assolutamente internazionale. A partire dalla lingua, visto che l’autore è anglo-italiano per continuare con i suoni, le suggestioni, le influenze. Dicevo realizzato in Italia, e per lo più a Trieste (ora i nostri ascoltatori negli Usa – dopo aver sentito Toni Bruna, Dorina, Al Castellana… – si convinceranno che Trieste sia una delle città più ricche di proposte musicali di qualità di tutta Italia, bhè forse è un po’ così). E quindi approfittiamo per citare e salutare la Casa della Musica (e l’Urban Recording Studio), dove Eddie Cat ha co-prodotto il suo ultimo album assieme al produttore e sound engineer Fulvio Zafret. Una struttura molto bella, che anche lì a New York ci invidiereste sicuro. Oh.

 

Un album come quelli di una volta. Nel senso di “bello come quelli di una volta”. Un po’ come noi Russos, gente di altri tempi. Il brano che abbiamo sentito in apertura, «Hard Headed Girl» potrebbe diventare un videoclip e potrebbe avere qualche legame con New York, ma di più non sveliamo che siamo appunto in fase di “potrebbe”. Avete sentito quel rumore di passi alla fine del brano? Ecco, sono sicura che Ricky vuole sapere di chi sono quei passi, perché è un curiosone. Racconta Eddie Cat: «Fulvio Zafret ha fatto una sovraincisione di tamburello. Alla fine senti i suoi passi mentre va a registrare il tamburello nell’altra stanza. Poi si sente l’ultimo colpo e lui che appoggia per terra il tamburello, e poi i passi che fa per tornare in sala, non avevo fatto stop (ma non apposta!) alla fine l’ho sentito dalle casse e gli ho detto che avevamo un finale fantastico. Così l’abbiamo lasciato. E la cosa pazzesca è che quando la porta si chiude, si chiude esattamente con la chiusura del basso. Quindi non è stato ritoccato. È proprio quello che è successo. Mi piacciono molto queste cose».     

Poco dopo aver raccolto questo racconto di Eddie, ho letto il libro “Led Zeppelin la storia orale” di Barney Hoskyns uscito in Italia per Arcana e senti un po’ cosa dice un altro Eddie, Eddie Kramer (produttore ed ingegnere del suono che ha lavorato appunto con i Led Zeppelin): 

«Una delle cose più importanti in questo tipo di musica è la grande gioia che si prova mantenendo alcuni errori, senza tentare di correggerli. Li lasciavamo intenzionalmente, e ce ne rallegravamo se erano dei buoni errori. Robert Plant canta il classico verso in Black Country Woman: sta registrando la linea vocale quando passa un aereo e gli altri dicono: “Cosa facciamo con questo aeroplano?”. E lui. “Noo, lascialo”. Non si può creare roba del genere. Non la puoi fabbricare. Deve accadere, esattamente come in questo caso».

Quindi, come passatempo io vi propongo di andare a riascoltare i vostri dischi preferiti e cercare di individuare questi “errori” volontari ed individuarli. Potremmo anzi fare una gara: trovate i rumori e inventatevi la storia che ci sta dietro. Inviate le vostre storie a Ricky Russo e come premio vi lascerà una settimana la sua stanza di Brooklyn. Si può fare no?

Per concludere la rubrica, invece, ho scelto due pezzi che forse sono i miei preferiti dell’album: «Sometimes Life…» e «Do You Know How I Feel?». Ma ditemi voi se non sono due brani stupendi. 

 

 

 

 

Da venerdì 21 giugno 2013, “In Orbita”, la storica trasmissione musicale nata nel 1997 e curata da Ricky Russo, in collaborazione con la sorella Elisa Russo, andrà in onda su ICN Radio New York, l’unica radio italiana che trasmette 24/7 nell’area della Tri-state (New York, New Jersey e Connecticut).

“In Orbita” sarà on air ogni venerdì dalle 5 pm alle 6 pm (ora italiana: dalle 23 alle 24) e in replica ogni sabato dalle 12 pm all’1 pm (ora italiana: dalle 18 alle 19).

 

Il radioshow verrà realizzato con la collaborazione transoceanica della “Casa della Musica” di Trieste, dove si registreranno alcuni contributi ad hoc (live acustici, rubriche, spot).

 

L’obiettivo di “In Orbita” è quello di raccontare: sia le nuove tendenze della Big Apple (attraverso interviste, speciali, approfondimenti, ascolti in anteprima) sia le novità made in Italy (mantenendo così un contatto diretto con la scena nazionale).

 

Potenzialmente questo scambio culturale, ponte radiofonico tra Stati Uniti ed Italia dovrebbe garantire un’audience piuttosto vasta. Considerando anche la possibilità d’ascolto in streaming, certificata da ICN Radio New York in 230 mila persone ogni giorno, con più di 4 milioni di contatti sul sito.

 

 

 

 

 

 

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