Puntata 100.

Non è male, arrivare a questo traguardo.
Chilavrebbemaidetto?
Da ottobre 2009, qui a delirare.
Di queste rubriche, chissà, magari un giorno ne farò un libro.

Un piccolo manuale di sopravvivenza, dove espongo miei personalissimi punti di vista, gusti, preferenze ed idee, senza la pretesa di dire qualcosa di universale.
Perché ognuno ha i suoi codici, come ha detto una cara amica, per descrivere con molta classe il motivo per cui semplicemente con certe persone non ci si trova.

Non ho la pretesa che un vasto pubblico mi apprezzi, ma ho l’ambizione di piacere molto a pochi. Questo mi gratificherebbe. Poi se questi pochi diventano abbastanza o tanti, non ci sputo sopra eh.

Stiamo qui a dare i numeri?

Mi sembra il minimo, visto che è la puntata 100.

E poi in questi giorni ho un po’questa fissa della matematica.

Ho capito che per stare bene e far riuscire al meglio una ricetta, scegliere i giusti ingredienti ed assicurarsi della loro qualità è la partenza, ma non basta.

Perché per far riuscire bene una ricetta è fondamentale mettere gli ingredienti nella giusta quantità (e al momento giusto).

Numeri.

Dosi e misure sono essenziali.

E sono il segreto del successo.

Anche nella musica.

Anche nei rapporti umani: se non stai attento alle distanze e alle misure di ciò che dai e ciò che ricevi non trovi l’equilibrio e si crea qualche pasticcio, sicuro.

“Lui non mi ama abbastanza, loro non mi ascoltano per niente, lei mi chiama troppo spesso, lui non mi telefona mai, mia suocera parla troppo, mia madre si fa troppo gli affari miei”, quante volte al giorno sentiamo frasi del genere, tutte incentrate sull’insofferenza e la sofferenza procurata da misure sbagliate?

Se penso alle ultime volte in cui sono arrivata allo scontro o all’incomprensione con qualcuno, mi rendo conto rapidamente che se avessi regolato bene il dosaggio non ci sarebbero stati incidenti.

Sembra semplice?

Non lo è per niente.

Non esiste ahimè una bella tabella precisa con quantità e unità di misura.

Ma io ci credo, credo nelle distanze e nelle misure.

Anche nei momenti peggiori, puoi contare su di me:

io ti sono lontana.

Dobbiamo imparare a dirlo, perché a volte il classico “ti sono vicina” fa più danni che benefici.

Pensa a quanto bene farebbe una madre capace di dire ai figli, al momento giusto: “ti sono lontana”.

Essere vicini, a volte non è altro che un atto di egoismo.

Di cosa ha bisogno veramente il tuo prossimo?

Presenza o assenza?

È bene chiederselo sempre.

Già che ci sono, vi do altri due ingredienti da mettere nelle prossime ricette per stare bene. E fare una bella torta natalizia di buoni propositi.

Ultimamente credo molto nel baratto e nel passaparola.

Sono due armi vincenti, su cui puntare molto per il futuro.

Il mondo che conoscevamo sta sparendo, i cambiamenti stanno arrivando ad una velocità supersonica. Guarda la tecnologia. Prendi un telefono cellulare di 10 anni fa e un i-phone. E renditi conto quanto tutto si stia muovendo ad una velocità insostenibile. Non stiamo andando incontro al progresso, stiamo andando verso un punto di non ritorno. O forse, stiamo semplicemente per essere rifiondati dritti al punto di partenza. Ma tipo nelle caverne. E si sa che io me la cavo bene con la clava.
Per questo credo fortemente che il baratto e il passaparola siano due retaggi del passato assolutamente da recuperare. E già sta avvenendo, anche nel mondo della musica: ne parlavamo l’altro giorno con un amico musicista che è anche artigiano e per avere i musicisti che suonassero nel suo disco si è regolato in una maniera del tipo: “tu mi suoni la chitarra e io ti faccio un soppalco”, “tu mi metti i fiati e io ti sistemo le porte di casa” e via così.

Ecco, allora Ricky Russo, io ora ti regalo questa puntata numero 100 della mia rubrica tu in cambio potresti…

http://official.fm/tracks/330746

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