Non si può dire che a Trieste e dintorni manchino le occasioni di vedere musica dal vivo. Prendiamo spunto da sabato 4 giugno. I Russos sono andati a Gradisca a vedere i Verdena. La scelta era praticamente obbligata poiché Ricky Russo doveva esibirsi nelle vesti di parafulmine e giocoliere sui trampoli; al suo fianco la scimmietta interpretata da… No vabé. Ricky Russo doveva mettere i dischi, così come fa lui alla cazzo di cane. Lo chiamerei dj, ma i puristi mi dicono che il dj è un’altra cosa (“xe quel che mixa in battuda ciò”, per dirla in dialetto); lo chiamerei Selekta ma il termine lo può usare da contratto solo il triestino/venezuelano Miguel Selekta. Ha l’esclusiva. Tutto questo per dire che rimarrò sulla prima e vaga definizione: “Ricky Russo METTE i dischi”.
Ebbene, nella stessa sera di sabato, ahimè, ci sarebbe piaciuto vedere anche Dorina in concerto al Crese Village a Muggia e Jon Spencer Blues Explosion al Teatro Miela. Ma anche il festival hip hop a Lignano (con Club Dogo, Marracash, Dargen D’Amico).
E poi in regione c’era molto altro (ad esempio i Quintorigo a Cormons). Un sacco di offerte musicali di qualità nella stessa sera.
Il sovrapporsi di eventi, è stato il leit motiv della stagione 2010-2011 dei concerti a Trieste.
Dopo anni di buio, le realtà e i punti di incontro si sono moltiplicati oltre ogni aspettativa. Arrivando, paradossalmente, ad un punto in cui l’offerta è troppa. Anche il troppo stroppia, e questa situazione – se in un primo momento sembrava giovare alla città, dopo un po’ ha palesemente danneggiato un po’ tutti. Il risultato è stato: un abbassamento della qualità (sia dei cartelloni – è difficile proporre ogni sera artisti imperdibili; sia delle modalità di organizzazione e promozione – lavorare sui grandi numeri richiede uno sforzo professionale ed una competenza non alla portata di tutti).
Potrei perdermi in critiche più specifiche, ma con molto paraculismo non lo farò.
Dirò solo quello che utopicamente mi piacerebbe vedere in un futuro prossimo a Trieste.
Mi piacerebbe che aprisse un posto medio-grande (ottimo il progetto Sala Tripcovich), che richiederebbe competenze specifiche: ovvero convogliare i soggetti più meritevoli del frastagliato mondo musicale/culturale triestino.
Niente volontari e improvvisati alla Tripcovich.
Professionisti del settore, che hanno dimostrato negli anni di saper gestire certe situazioni.
Professionisti retribuiti.
E poi mi piacerebbe che fossero finanziate realtà più piccole (come il Tetris), che potrebbero così dedicarsi ad eventi di qualità ma spesso di nicchia, senza preoccuparsi del fattore “rientro economico”. Cioè vorrei che a Trieste ci fossero di nuovo serate come il primo concerto di The Niro al Tetris, o di Josh T.Pearson sempre al Tetris. Eventi così raccolti, intensi, memorabili ne vedo sempre meno in giro.
Pochi ma buoni.
Così mi piacerebbe.
Il concerto mentre la gente mangia panini
O peggio che peggio grigliata di carne e calamari fritti, io lo vieterei proprio per legge.
O mangi, o ascolti musica.
O ti ubriachi, o ascolti il concerto.
Ah come funzionerebbe bene il mondo se lo avessi inventato io.