Mi volevo anzitutto lamentare delle copiose piogge, che mi stanno funestando l’estate.
E chiedere gentilmente al Sior Ricky Russo se può intercedere, far qualcosa per darmi un po’ di sole, che mi mette di buon umore.
Nella scorsa rubrica ho parlato dell’abbondanza dei concerti, ebbene sta volta come recensione posso dire che sono stati concerti abbondantemente bagnati (forse buttano giù tanta acqua in modo che ce la mettiamo da parte in caso la privatizzassero?).
Prendiamo il concerto dei Verdena a Gradisca (nell’ambito del Festival Ciao Luca, organizzato dai fantastici ragazzi dell’associazione culturale Totem). Ecco, ha piovuto incessantemente. In queste situazioni difficili, però, si riconosce l’attaccamento dei fan al gruppo: non tutti possono vantare dei fan disposti a stare sotto la pioggia torrenziale, con o senza ombrello per due ore intere.
Io, fino a dieci anni fa – forse – l’avrei fatto (forse).
Ma oggi, l’anzianità m’impedisce assolutamente di vivere situazioni avventurose e anche solo vagamente scomode.
Detto in altri termini, sono in età da reumatismi.
Quindi ho visto l’intero concerto da un gazebo dislocato dietro il palco. Sono divenuta praticamente la guardiana del gazebo. Inamovibile.
Anche dal gazebo, comunque, mi parevano bravi sti Verdena.
Pure stoici.
Un po’ per il clima, un po’ per Alberto che è rimasto bloccato con la schiena e ha portato avanti il concerto con grande sofferenza fisica.
(si sa che il pubblico vuole vedere l’artista sanguinare come diceva Lester Bangs).
Nell’istante in cui hanno suonato l’ultima nota, dal cielo sono scese le vere secchiate.
Tanto che il gazebo di cui ero guardiana (ormai ufficialmente), è divenuto il rifugio di personaggi del calibro di Ricky Russo, Elisa (e intendo la cantante), Liviano Mos dei Jennifer Gentle che – sotto il diluvio – proteggeva con la sua stessa vita il vinile dei Verdena.
Alla fine Ricky Russo non ha neanche potuto mettere i dischi, gli sono state tarpate le sue piccole ali da dj, che storia triste e strappalacrime.
Comunque, in periodo di pioggia, stanchezza e serate casalinghe ho scoperto che la mia vera passione non è la musica. No. Io avrei dovuto fare la criminologa. Oppure, quanto mi sarebbe piaciuto analizzare le micro tracce di dna al Ris di Parma. O essere pubblico ministero, con quelle mantelle tipo super eroe. Quelle sono professioni fiche, altro che giornalista rock! La fascinazione nasce da una morbosa e viscerale passione per due trasmissioni Rai: Storie Maledette e Un Giorno in Pretura. E, complici gli archivi web sempre più forniti, di recente ho passato nottate intere a guardare basita storie di mamme che affogano i loro bebè in preda alla depressione post-parto, donne che fanno fuori l’amante e poi lo portano via in una valigia, mamme che per gelosia freddano le proprie figlie a colpi di spazzolone in faccia, sensitive che risolvono casi irrisolvibili… ma questi sono ancora casi di principianti, se consideriamo invece i personaggi che emergono da processi storici come quello sul caso di Via Poma, il Mostro di Firenze, Angelo Izzo il Mostro del Circeo, l’omicidio del povero Aldrovandi… Roba da far impallidire il Diavolo in persona. (E poi mi lamento che in questo periodo dormo male…)
Comunque, ho notato che non sono la sola ad essersi intrippata.
Questi video sì che hanno tante visualizzazioni!
Mica come quelli caricati da certi cantautori di nicchia.
E le visualizzazioni oggi sono tutto, come ci insegna Fabri Fibra.
L’altro giorno in un video messaggio ha detto:
“Sono Fabri Fibra nella peggior versione di me stesso, sono un po’ schiacciato perché sono in giro (…)”
E poi, bullandosi (giustamente):
“Sono andato a ritirare tre dischi di platino e fanno: 5 dischi di platino più un disco d’oro per il dvd.
Faccio l’elenco per farvi capire quanto mi sto sbattendo, mi riposerò solo quando sarò morto.
La prima cosa che voglio dire è grazie alla gente che mi segue da dieci anni, che compra i miei dischi, che viene ai miei live, grazie di cuore senza di voi non sarei nulla”.
Poi fa una riflessione interessante:
“Qualunque video che uno faccia sul web, leggi i commenti e il 50% dei commenti sono negativi e il 50% sono contro chi scrive i commenti negativi, quindi vi eliminate a vicenda!”
C’è poi un classico luogo comune contro cui il povero Fibra deve porsi:
“Poi molti scrivono era meglio Fibra 10 anni fa
5 anni fa 7 anni fa
alla fin fine sono sempre io”
E alla fine, beffardo:
“Volevo dire che non è importante quello che scrivete nei commenti, per me sono importanti le visualizzazioni, tanto alla fin fine litigate sempre tra di voi però sono importanti le visualizzazioni che poi le porto ad uno sponsor e mi prendo i soldi, io non voi. Quindi grazie anche per i commenti negativi perché aumentate le discussioni”.
Anche io sono sempre la stessa. Solo che magari 10 anni fa non avevo i reumatismi. Anche Ricky Russo, è sempre lo stesso, come Gianni Morandi.