Mentre stavo cercando idee per la rubrica, mi è venuta in mente questa riflessione leggermente tranchant:
“La coppia è il concetto più sopravvalutato della storia dell’umanità”.
Mi vengono così, come illuminazioni.
Illuminazioni poi decostruite in tre fasi che si succedono alla velocità della luce.
1. Per due lunghi secondi di esaltazione mi sembrano genio puro (do dei gran cinque alti al mio intelletto, palesemente superiore alla media),
2. subito dopo realizzo che trattasi di cazzata mastodontica di cui ridere e/o vergognarsi
3. nella fase tre, mi convinco che siano intuizioni quantomeno degne d’indagine.
La società di oggi ti perdona qualunque cosa, anche la più illegale e abietta.
C’è un percorso di recupero e di reinserimento per chiunque, anche per chi si è mangiato il proprio partner dopo averlo conservato a pezzi nel freezer.
Delitto passionale, lo chiamano.
E lo giustificano!
Non ti si perdona però una riflessione – lucida – del tipo: stare in coppia mi procura una serie di disagi, sacrifici, fastidi, sofferenze che non sono disposta a sobbarcarmi, perché la parte bella dello stare con qualcuno non mi ripaga della parte negativa che ne traggo. Analisi dei costi e benefici. Semplice economia. Sembrerà cinico, ma dopo anni di castelli in aria sgretolatisi miseramente, è ora di fare due conti primi di imbarcarsi sul Titanic (sempre con la ottusa convinzione giovanile di aver vinto un viaggio vacanza sulla Love Boat).
Questo è un gesto anti-sociale non sostenuto da devianza o malattia, quindi la società non può accettarlo, e ti punisce.
Ti punisce come?
Semplice.
La famosa questione che al supermercato non esistono le buste di minestrone per i single, hai presente?
Quello è il centro di tutto!
La società ti impone un ruolo a suon di sacchi di minestra surgelata per famiglie, e buste di risotto che sono sempre per due. Easy.
Con tutto il rispetto per la gente felicemente sposata e fidanzata – per non parlare di quella accoppiata a vita per inerzia (termine giuridico: fine pena mai aka ergastolo): ci state spacciando per naturale uno stato che naturale non è. Siamo venuti al mondo soli o in coppia? Prendiamo il caso proprio della coppia ben accoppiata e felice, apparentemente più difficile da invalidare (ma io lo farò, con tutta la mia scienza, nel giro di due minuti).
Una collega mi voleva convincere di aver trovato la sua metà, la sua anima gemella, l’altra metà della mela, il pezzo di puzzle mancante, hai presente come si esprimono no? sembra che hanno vinto alla lotteria… Si vabbè…l’anello evolutivo tra uomo e scimmia, penso io… Ecco, molte persone ti spacciano quasi per formula matematica l’alchimia che hanno con il proprio partner e la magia che ha portato ad incontrarsi (era destino!). Sembra che il fidanzato te l’ha forgiato Dio stesso con le sue mani. Prende un po’ di argilla, due peli, un pomo d’adamo (non dirò altro per non essere volgare) ed olè: come un bambino che gioca con la plastilina eccoti plasmato un compagno. Ma non uno qualsiasi. No. Quello perfetto per te. Era scritto nel destino! Ebbè… ci sono gli assistenti di Dio che scrivono i libroni del destino, per ciascuno di noi tra i miliardi di miliardi di esseri che popolano la storia dell’umanità. Abbastanza credibile. “Aspetta… a pagina 567, fa che Guendolina di Santantonio al Monte Inferiore incontri la sua metà, Rodolfo Scacciapanni di Santantonio al Monte Centrale”. Me li vedo!
Ragioniamo.
Vi sembra sensata questa teoria?
Vi pare che Dio perda tempo ad impastare barba e muscoli mentre deve creare pianeti e universi? E lui stesso o chi per lui, sta lì a redigere libri del Destino per noi insignificanti formiche?
Vi do una chance.
Poniamo di sì.
Iddio con le sue mani vi ha forgiato l’anima gemella.
Vi ha pensato, ha fatto una cosa per voi! (da notare la similitudine con Babbo Natale).
Il Creatore però, non può limitarsi a farvi un regalo, ve lo deve consegnare a domicilio o quasi perché siete anche pigri e non mettete il naso oltre il vostro comune di residenza (ecco la seconda similitudine con Babbo Natale, e due cominciano ad essere troppe… se consideriamo che nell’immaginario comune spesso Dio e Babbo Natale vengono raffigurati come uomini di una certa età, grossi e con la barba bianca traete un po’ voi le conclusioni…).
Bene, io non penso che questo Dio Babbo Natale sia così bravo nelle consegne.
Gli concedo anche l’abilità della creazione, ok.
Ma delle consegne, no.
Neanche se gli viene in aiuto il libro del Destino.
Penso quindi che, se esistesse la mia anima gemella (o addirittura più di una, che culo!) sicuramente sarebbe in Alaska, in Patagonia, in Tasmania… Insomma, sarebbe spalmata da qualche parte sul globo. Dovrei girare parecchio per trovarla. E non ne ho il tempo, le finanze, la voglia. Pensa agli antichi cavalieri che attraversavano il mondo, uccidevano draghi e nemici, fomentavano guerre per concupire una bella (spesso senza neanche averla vista). Quelli sì che si facevano in quattro. L’uomo moderno, dopo aver lavorato 8 ore, dormito altre 8 e essersi occupato di tutto il resto (mangiare, lavarsi, parenti amici-hobby-sport a ciascuno il suo) nelle restanti 8 ore… quanto tempo gli resta matematicamente per andare a cercare l’anima gemella che Iddio Natale gli ha nascosto in Papua Nuova Guinea? Siamo realisti. Quello che chiamiamo innamoramento, è un semplice ottundimento ormonale che scatta per il meno peggio che ti capita davanti in quella mezz’ora libera che la vita, per grazia, ti lascia.
E qualcuno di noi può anche decidere che è una cosa talmente poco appagante e poetica da poterne fare a meno.
Il mio suggerimento è dunque quello di approfittare dell’estate per andare in giro per il mondo in cerca della propria metà (non accontentarti del vicino di casa, c’è un eschimese che ti aspetta pieno di amore per te!).
E se non riesci nell’intento, penso sia giunta l’ora dell’accettazione sociale.
In un mondo civilizzato, ste cazzo di confezioni di minestrone per una persona devono invadere i supermercati.
Rivoluzione sia.