Oggi sarò un po’ più breve del solito.
Forse.
Da contratto, devo incensare Ricky Russo prima di tutto.
Che mi dà questo spazio.
E gli devo fare i complimenti per i suoi dj set, in particolare per la performance di Venezia: per il secondo anno di fila (e quindi non è un caso, oppure è un caso di recidiva) è stato chiamato a mettere i suoi dischetti alla super-exclusive festa di chiusura per la Biennale di Venezia 2011.
Applausi, applausi per Ricky Russo.
Sangue del mio sangue!
Adempiuti i miei obblighi da contratto, anzi no – devo ancora ringraziare Walter Somà che ha realizzato la sigla della mia rubrica – posso dirvi che la
puntata 88 è dedicata a due debutti discografici interessanti che vi voglio proporre e segnalare.
Hanno un qualche legame i due?
Direi di no.
Semplicemente il fatto che entrambi li ho, virtualmente, conosciuti in quanto fan di Edda. Ed in seguito a questo contatto mi hanno inviato i loro cd, cosa che mi fa sempre una gran paura. Quando una persona gentile con cui hai qualcosa in comune, ti sottopone una propria creazione. Paurissima. E se non mi piace?
E invece sta volta mi è andata bene, altrimenti non sarei qui a parlarne.
Il primo cd che vi segnalo è Carlozeta “Materiali di Risulta”, progetto solista di Carlo Zanetta, già voce dei Fratelli Rigoni (trio indie rock acustico). Classe 1974, una lunga militanza in numerose formazioni attive a Novara, a partire
dagli anni ’90 fino ad oggi.
Carlozeta è un cantautore dai riferimenti eterogenei (Perturbazione, Afterhours,
Moltheni, Bugo, Massimo Volume, CSI, Giuliano Dottori, fra gli altri) i cui pezzi (in
italiano) costituiscono una simbiosi tra rock d’autore, folk ed elettronica.
Fra l’ottobre 2010 e il marzo 2011 ha registrato il suo primo disco solista, prodotto da Gigi Giancursi e Cristiano Lo Mele dei Perturbazione.
L’influenza dei Perturbazione si sente in maniera abbastanza forte, ospite nel cd anche Elena Diana violoncello dei Perturbazione stessi.
Seconda segnalazione è l’album di Sandra Ippoliti.
Il cd è impreziosito dai disegni di Silvia Settepanella, ci tengo in maniera speciale a segnalarla. Anche perché è stata lei a mettere in qualche modo in contatto me e la sua amica cantautrice. Silvia si definisce “stregata e curata da Stefano Edda Rampoldi” e mi racconta che nei disegni del cd di Sandra “c’è veramente solo Edda… unico ascolto ossessivo compulsivo, mio mantra per più di un anno… fino alla rinascita miracolosa di pensieri buoni”.
Loudvision scrive:
Sandra Ippoliti è una giovane donna laureata in archeologia e con una forte passione per la musica.
Fin dalla tenera età il pianoforte fu suo grande amico, seguito poi dalla chitarra a cinque corde. Inevitabile prenderla come supporto nel panorama della musica indipendente italiana.
Oggi ci guida attraverso una sequenza di brani soft dalle atmosfere impalpabili, dove la voce tenue e delicata si mischia alle ombre del jazz e alla purezza del folk, producendo poesiole che descrivono i dubbi e le perplessità di una vita ancora in fase di crescita.
La Ippoliti è in giro da qualche anno, per dire ha aperto per Bugo e violante Placido nel 2007. Collabora anche con Umberto Palazzo che le fa conoscere (se ho capito bene) Moltheni.
Ma catapultiamoci nel 2011, anno in cui esce l’album omonimo. Le canzoni della Ippoliti sono piccoli stralci di emozioni, che non hanno una struttura prestabilita, non hanno un ritornello, nè una strofa, sono semplicemente delle melodie capaci di riportare la pace dei sensi della sua esecutrice. Sono delle piccole terapie che non hanno alcun criterio strutturale che nascono nell’improvvisazione, che catturano uno stato d’animo. Un modo tutto suo di vivere la musica come strumento per ottenere la bellezza e la pace”. Si legge nella sua mini bio.
Bello questo concetto di musica che cura, chi la fa e chi l’ascolta.
È un po’ quello che succede ai dj set di Ricky Russo.
Balsamo per le orecchie!