“Any Given Christmas”: no, non sarà proprio uguale a ogni santo Natale, quello 2020. Lo aveva già in mente Leonardo Zannier quando scriveva, assieme alla sua nuova formazione, i Doober Dan, questo bel singolo natalizio, in cui anela a un Natale dal senso più alto, dove i buoni sentimenti sono veri, non circoscritti temporalmente e con una certa ipocrisia al 25 dicembre. «“Any Given Christmas” – spiega l’artista triestino – ha un testo un po’ controcorrente perché non ha l’odore del panettone o l’immagine di persone festose che camminano per fare shopping e i regali da scartare, c’è invece una riflessione sul fatto che il Natale arriva una volta all’anno ma si dovrebbe impegnarsi per essere buoni e cercare il prossimo ogni giorno». Poliedrico cantante, attore, presentatore: la carriera ha portato Leo Zannier a spaziare con successo finché in qualche modo è tornato a galla il suo primo amore musicale mai sopito, quello per la batteria dei tempi in cui spopolava con i Bandomat. Quasi per gioco, in una sala prove a San Dorligo della Valle che si chiama Atom Amplifiers, Zannier si è calato di nuovo nei panni del batterista (che contemporaneamente – altra sfida – canta), con la complicità del chitarrista Marko Ota e del bassista Edi Forni. Dopo essersi cimentati nella riproduzione di brani altrui per carburarsi un po’, hanno subito capito di non volere inflazionare il già nutrito panorama di cover band (di cui loro stessi hanno fatto e fanno parte). Hanno sentito, piuttosto, la spinta a comporre brani originali riunendo tutte le loro competenze e le passioni musicali internazionali fatte di blues, rock, funk. Si sono dati un nome giocoso, Doober Dan (con le due “o” da leggere con il suono “u”, all’inglese) ma che senza dubbio richiama il “dober dan” «Perché in qualche modo – racconta Zannier – è stato un “buongiorno” ricominciare con quest’avventura. E poi sono sempre stato un triestino che abbracciava tutte le culture che Trieste poteva offrire». Il trio ha coinvolto nella lavorazione Moreno Buttinar (il batterista e produttore triestino al fianco di star mondiali come Dana Gillespie, Georgie Fame, Bob Margolin, Louisiana Red, Boško Petrović, Lucky Peterson, Cream) che ha prodotto con la Epops e ha inserito il suo compagno della Mike Sponza band, Michele Bonivento, qui al piano e keyboards. Altri due talenti di famiglia hanno partecipato ai cori: il fratello di Leo, Ruggero “Gerry” con la moglie Alexia Pillepich (di recente ha prestato la sua bella voce, assieme ad altre coriste locali, anche al singolo natalizio di Branduardi). Dopo la registrazione all’Area 51 Studio, il mix e master sono stati curati da Davide Linzi. La canzone esce anche con un videoclip davvero di qualità, ad opera del super prolifico Giulio C. Ladini, qui coadiuvato da Enrico M. Lucarelli. Una Trieste notturna suggestiva, pre-natalizia ma deserta fa da sfondo ai protagonisti, cinque Babbo Natale (oltre ai Doober Dan, Francesco Benincasa e il papà di Leo e Gerry, Giuliano). «Giravamo sempre di sera, al limite del lockdown – racconta Zannier – e siamo stati fermati da vigili urbani, carabinieri e volante della polizia in incognito che ci esortavano a rientrare a casa prima delle 22, spiegavamo che avevamo il permesso lavorativo. Certo vedere cinque elementi vestiti da Babbo Natale attirava l’attenzione… Erano i giorni piuttosto freddi di fine novembre ed eravamo ghiacciati dalla Bora. Guardando il video si percepisce il gelo. Senza svelare troppo, la storia è molto emozionale, lascia l’amaro in bocca e solletica gli animi più sensibili, per un Natale ben lontano dal solito teatrino». I Doober Dan hanno già pronti altri 11 brani almeno che finiranno sull’album in uscita a primavera: «Pezzi molto orecchiabili – anticipa – di quelli che quando uno va ai concerti poi esce canticchiandoli, abbiamo cercato insomma di entrare facilmente nell’orecchio delle persone pur suonando rock e blues pesante, siamo un trio che suda sugli strumenti, non che costruisce al computer».
Elisa Russo, Il Piccolo 21 Dicembre 2020