Una menzione del Messaggero Veneto per la settima edizione del Premio Casa della Musica di Cervignano va a Dr. Kesh & Simon Vee con “Kill The Flow”: a deciderlo il voto dei lettori online del giornale che, nelle ultime due settimane, hanno attribuito oltre 2.964 like al duo.

Dr. Kesh è Andrea Giano, 26 anni, di Monfalcone mentre dietro al nome d’arte Simon Vee c’è il ventenne Simone Alberto Visintin, di Villesse. Il primo è un dj che si è fatto le ossa ad eventi importanti «all’Alcatraz di Milano – ricorda – mi sono esibito davanti a oltre 7 mila persone», mentre il secondo ha all’attivo diversi singoli come “A Million Letters” che ha raggiunto 10 mila stream in due settimane, “Lizard”, “Free With You”, “Burst”, “Push It” usciti per la Jaywork.

«Quando avevo 13 anni – racconta Dr. Kesh – mi è stata diagnosticata una malattia rara che causa problemi alla vista, non potendo guidare lo scooter ho scelto la console da dj, i miei mi hanno appoggiato. Da allora non mi sono più fermato. Quattro anni fa ho conosciuto Simone, che mi ha introdotto nel mondo della produzione: fino ad allora ero solo un dj, con migliaia di feste alle spalle».

E i primi passi di Simon Vee?

«Registravo le canzoni che passavano in radio per poi tagliarle e mixarle, poi ho iniziato con il primo programma di produzione per vedere se ero portato e da quel momento ho capito che valeva la pena andare avanti. La mia prima produzione è stata “Children” di Robert Miles. Nel 2010 mio papà mi ha comprato un cd di David Guetta e ho scoperto il mondo della musica elettronica».

I vostri ascolti?

«Don Diablo, Lost Frequencies, Avicii, Joyryde. Sono (Kesh) grande fan del dj Don Diablo e della sua etichetta Hexagon, a breve inizierò delle lezioni di produzione proprio con un dj di questa label, MorganJ, mi ha ispirato molto anche nella canzone che abbiamo portato alla Casa della Musica».

Come definireste la vostra musica?

«Un incrocio tra la musica futuristica e la bass house. A nostro modo, siamo un duo che fa un genere unico. Dal vivo ci piace vestirci in colori abbinati, andiamo d’accordo, c’è grande intesa».

Cosa vi ha spinti a partecipare al Premio Casa della Musica?

«Simone partecipava già da diversi anni, a maggio ero andato a vederlo e mi ha spinto a provarci, così abbiamo cominciato subito a lavorare al pezzo per questa edizione».

Simone, come era andata gli anni scorsi?

«Un’ottima esperienza, ho conosciuto gente nuova con cui ho fatto amicizia. Simpatici e disponibili, un bell’ambiente. L’intenzione non è vincere ma divertirsi».

E quest’anno?

«Stare a contatto con altri artisti, in un intreccio di persone che fanno la stessa cosa, è molto stimolante, fa venire tante idee. Cominci a vedere la tua stessa canzone da tanti punti di vista diversi, ti ispira molto. E il workshop di Saturnino è stato illuminante».

La scena musicale in regione?

«Ci sono tanti giovani interessati a fare musica,gli emergenti hanno bisogno di trovare un posto come la Casa della Musica che li aiuti a crescere».

Elisa Russo, Il Piccolo e Messaggero Veneto 16.02.22

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