EDOARDO BENNATO A TRIESTE IL 29.07.22

«Trieste come Napoli è una città di mare, a volte un po’ più ventosa. Ci sono venuto negli anni spesso e volentieri e non solo a suonare, anche nella splendida piazza Unità d’Italia. È di Trieste la protagonista di un videoclip di una mia “canzonetta”: “Ok Italia”. Parlo di Susanna Huckstep, che è stata anche Miss Italia ed è una mia grande amica». Fa tappa al Castello di San Giusto venerdì (alle 20.15 aprono Miami&The Groovers), il tour di Edoardo Bennato «Sarà un concerto – racconta l’artista – ad alto contenuto rock&blues. Il seguito del “Peter Pan rock&roll tour 2022” che sto portando in giro già dall’anno scorso, in effetti era programmato dal 2020, ma la stramaledetta pandemia ci ha bloccati». Lo affianca la BeBand: Giuseppe Scarpato (chitarre), Raffaele Lopez (tastiere), Gennaro Porcelli (chitarre), Arduino Lopez (basso) e Roberto Perrone (batteria). La serata rientra all’interno di Trieste Estate/ Hot in The City/ Trieste Calling The Boss; «Io e Springsteen – continua Bennato – abbiamo un “comune denominatore”: la passione per Bob Dylan, e poi per il tipo di musica che abbiamo scelto, certo in continenti diversi, con una lingua diversa, ma su per giù negli stessi anni».

Contento di esser in tour?

«Non se ne poteva più, chi fa musica quanto il pubblico. Pur non essendo completamente fuori dal “tunnel pandemico” mi sembra che stiamo recuperando alla grande con i concerti, c’è voglia di tornare a stare insieme».

Che rapporto ha con le sue hit?

«Nel tempo ho acquisito la consapevolezza che, per mia fortuna, ho molte canzoni che sono nel cuore delle persone che vengono ai miei concerti, sono tante che a volte non riesco a farle tutte, molte le suono, anche se devo dire che c’è un mio filo logico che seguo, una sorta di coerenza che seguo attraverso la scaletta, che spero il pubblico capisca».

È stato il primo cantante nazionale a segnare gli 80 mila spettatori a San Siro, quali sono le differenze con club e teatri?

«Il concerto di San Siro fu l’ultimo di quindici stadi, tutti sold out, che feci in Italia, per quanto mi riguarda, l’impegno che ci metto non cambia in base a quanta gente c’è, dunque per me è lo stesso».

In emergenza covid, con suo fratello Eugenio ha pubblicato il brano benefit “La realtà non può essere questa”: quanto è importante per lei l’impegno?

«Cerco di fare quel che posso, di restituire parte di ciò che la vita mi ha dato, anche se ho lavorato duro e non mi sono mai risparmiato per cercare di raggiungere gli obiettivi che mi sono prefisso».

Cosa si cela dietro il titolo del suo ultimo album “Non c’è”?

«Una riflessione sullo show business. C’è questo ragazzino che suona per strada (come si può vedere nel videoclip fatto a cartoni animati) non sembra gli interessi, per avere successo, farsi irretire dai vari “gatti e volpi”, non vuole scendere a compromessi per fare la sua musica, al punto di rinunciare ai vari festival, ai talent, a tanti soldi: un bel coraggio».

Gli ospiti del disco?

«Morgan, uno dei più grandi musicisti che abbiamo in Italia, ho molta stima di lui. Clementino è il vero scugnizzo napoletano, uno che è capace di fare rime e rappare alla grande, o guaglione è roba buona».

Le capita di fare un bilancio della sua carriera?

«Per natura sono portato a non indulgere nel passato. Mi piace vivere il presente, anzi il futuro mi intriga ancora di più».

Le prossime?

«Ho dei progetti in cantiere ma: sono nato a Napoli, anzi a Bagnoli, in viale Campi Flegrei al numero 55… quindi, per scaramanzia, non ne parlo». 

Elisa Russo, Il Piccolo 28 Luglio 2022  

Articoli consigliati