«Planning Great Adventures», debutto dei triestini Elbow Strike, esce in questi giorni per la Go Down Records. Il progetto nasce da Chris T Bradley, songwriter giramondo: nato a Trieste nel 1972 (la madre è di Liverpool e suo padre di La Spezia), fin da piccolo ha vissuto in Africa, in Gabon e poi in Venezuela, Olanda, USA… Trieste è stata la sua base, a fasi alterne.
Il titolo «Planning Great Adventures» è nato ancor prima delle canzoni stesse, come spiega l’autore: «Sono un avventuriero, ho viaggiato tantissimo. Per viaggiare (e non da turista) devi essere coraggioso. Anche nella musica devi esserlo. E devi cercare di diffondere energia positiva, se sei pessimista non puoi trovare quello che c’è di bello al mondo».
Scritto ad occhi chiusi e di getto nel suo nucleo essenziale, in gran parte in Thailandia (a Tokyo, invece, è nata la canzone «Tokyo Town»), per essere poi completato e registrato in Italia, a Trieste (e masterizzato a The Vault Mastering Studios di New York), continua Bradley: «Mi è arrivata l’ispirazione e l’ho scritto di botto. Non è troppo cerebrale, è una cosa emotiva. È un disco rock. Può piacere a chi è dentro al power pop, all’hard rock, all’heavy, anche ai più duri. I suoni sono cattivi. Ma la potenza si incontra con la melodia, su dei ritornelli che sono forti ma rimangono orecchiabili, ti restano in testa». Tra i riferimenti si può scorgere anche la fissa per band come Clutch, Foo Fighters, Raging Slab, Alice in Chains, Soundgarden. Al di là delle influenze, i tratti di originalità che caratterizzano il progetto sono dati soprattutto dalla personalità dell’autore, che ha girato America, Europa e Asia con un orecchio attento a recepire tutta la musica internazionale, che ha potuto assorbire e fare propria.
Ospiti del disco sono E1Ten, artista olandese e cantante dei Gotcha AllStarz! cresciuto con George Clinton, fa parte della Funkadelic; sue sono le voci in «Stoneman» e «Waiting For the Sun» e Marc “Swazi” Sokpolie (bassista dei Track Addicts), che suona il basso in «Waiting For the Sun». La collaborazione con i Gotcha AllStarz! avrà sicuramente seguito nei live (e nel loro disco in uscita a febbraio 2014 ci sarà la voce di Bradley a prestare i cori in una canzone: a luglio 2013 ha partecipato alle registrazioni del nuovo album dei Gotcha! e ha cantato assieme al leader della band E1Ten in «Free As a Bird»).
Accompagnano Bradley su cd e dal vivo: Marco Mattietti alla batteria, Simone Rosani al basso e voci, Andrea Abbrescia alla chitarra e Jakob Scek alla chitarra e voci. Hanno collaborato alla realizzazione: Nicola Ardessi che ha registrato l’album e suonato l’organo hammond, Francesco Bardaro (ha registrato il brano «Elbow Strike Mofos» al Track Terminal Studio), Ilija Kalc e Marco Liziero suonano alcune chitarre e Daniele Busato il banjo; Massimo Milazzo ha disegnato la copertina. Tre anni di lavoro tra composizione e studio, pianificando mirabolanti avventure per dare luce a questo disco: 11 canzoni di rock potente che spazia dallo stoner, all’hard rock, al grunge, southern rock e molto altro. Il cd è disponibile a Trieste da TecnoMusic, Via di Torre Bianca 39 (oppure si può ordinare sul sito ufficiale www.elbow-strike.com).
«Planning Great Adventures» è un concept album che ha come filo conduttore il tema degli alieni, che hanno sempre affascinato Bradley, sin dalle storie di presunti avvistamenti sentite in famiglia per continuare poi con quelle narrate al cinema: «Scrivere di storie d’amore non fa parte del mio carattere, avevo più voglia di scrivere qualcosa sulla mia incazzatura, su questo mondo controllato dai potenti. Gli alieni sono un pretesto per osservare gli umani da un punto di vista esterno e spingerli ad un cambiamento: non istigo alla guerra e alle rivoluzioni violente, ma invoco alla rivoluzione come evoluzione».
Delle esperienze all’estero Bradley ricorda: «Vengo da una famiglia inglese e sono appassionato di musica estera quindi mi è sempre venuto più facile scrivere in inglese. In Olanda avevo formato una band e scrissi una canzone («White Bird In The Black Sand») che denunciava i danni ambientali causati dal petrolio e nella stessa c’è una strofa in italiano ed era piaciuta molto, tanto che una radio di Hollywood mi ha invitato per un’intervista. A Los Angeles questa canzone passava spesso per radio allora ho preso la chitarra e sono andato ad Hollywood, nel 2006». Concerti a Las Vegas, Seattle, Miami, Santa Monica, San Francisco… Dopo tanto suonare e girovagare, ha sentito il bisogno di realizzare un repertorio proprio: «Sentivo di dover mettere la mia energia in qualcosa di positivo. La musica è la mia vita. Quando ho deciso di fare questa cosa mi sono reso conto che a Trieste non avrei mai potuto scrivere un disco. È una città bellissima che però non mi fa vedere oltre di quello di cui ho bisogno, quindi sono andato sei mesi in Thailandia e lì ho scritto. Dopo sei mesi sono tornato in Italia con le idee chiare. Con Mattietti (caro amico e grande batterista, persona molto importante per questo progetto) ho cominciato a dare una forma al disco. Abbiamo provato vari chitarristi, fino a trovare Abbrescia, chitarrista davvero particolare. A livello di tecnica, gusto e originalità è eccezionale. Rosani è un bassista fantastico, molto tecnico (ha suonato con i Madsword, stile Dream Theater). Poi c’è Scek, l’ultimo arrivato e il più giovane della band, chitarrista molto talentuoso visto anche la giovane età. Con Trieste ho un rapporto di odio e amore. Una cosa positiva è che c’è tanta gente brava a suonare: è senz’altro una città di artisti. Il mio domani, però, lo vedo altrove».
Elisa Russo, Il Piccolo giovedì 7 novembre 2013