Un album realizzato a distanza, senza che i due protagonisti si incontrassero mai di persona: è proprio figlio dei nostri tempi “Contrasti”, opera prima del duo formato dal musicista, compositore e arrangiatore lombardo Filippo De Paoli e la violinista triestina Eleonora Montagnana. «Il primo incontro è avvenuto solo due settimane fa, su un palco – spiega la musicista giuliana – per mesi ci siamo scambiati file e tracce, per fortuna io avevo approfittato della quarantena per affinare le mie capacità di produzione musicale homemade. La prima parte del disco l’ho registrata a Trieste sotto Natale dell’anno scorso». Montagnana non vive più in città dal 2013 ma qui è nata, cresciuta e formata musicalmente (al Conservatorio Tartini). «Già da bambina – racconta – volevo fare la musicista, ma a Trieste mi sentivo un po’ lontana dalle realtà musicali importanti. Poi ho fatto un’audizione a Firenze per l’Orchestra Giovanile Italiana, sono uscita dalla mia comfort zone e ho cominciato un percorso interiore ma anche fisico, fatto di spostamenti. Ho capito che le cose le devi far succedere». Così, un passo alla volta, oggi Eleonora conta un curriculum da paura: suona nella band di Vasco Rossi nel videoclip di “Se ti potessi dire”, ha registrato con Paola Turci, Loredana Bertè, Mina, Mika, Nek, Renato Zero; ha coronato il sogno di far parte dell’orchestra del Festival di Sanremo nel 2017, ha partecipato a trasmissioni televisive come “La Corrida” o “Music” con Paolo Bonolis (affiancando sul palco una gamma di artisti che va da Bocelli a Marilyn Manson), si è prestata anche al cinema, alle serie tv (“L’ispettore Coliandro”), agli spot pubblicitari… Se le si chiede chi, dei personaggi famosi con cui ha lavorato, le è rimasto di più non ha esitazioni: «Ezio Bosso, molto caro anche a Trieste, è stato la figura più importante per me, mi ha dato tanto a livello musicale e umano, mi ha influenzato con consigli ed esempi, è un punto di riferimento. L’ho conosciuto quando viveva a Torino, poi si è trasferito a Bologna che è la mia città d’adozione e poi è stato strano ritrovarlo, anche se per poco, nella mia città natale». Eleonora oggi ha deciso di focalizzarsi su musica e recitazione: «Il violino elettrico – continua – è molto versatile, trasversale. Ho fatto una scelta che si sta rivelando vincente: lavorare sulla mia figura musicale al di là di contesti altrui. Sicuramente mi mancano i concerti nei teatri, ma so che torneranno. Lavoro molto anche in rete, ho già l’estate prossima piena di ingaggi ma è una cosa da sviluppare e mantenere, mai adagiarsi o fermarsi, bisogna sempre inventarsi novità. La tecnologia fa paura ai musicisti ma ci salverà». Proprio dai social (dove ha pubblicato anche una simpatica versione col violino di “Viva l’A e po’ bon”) arrivano riscontri positivi sul nuovo album: «Sta piacendo a tutte le fasce d’età, anche ai giovanissimi, ho scoperto che qualcuno monta delle performance sportive o coreografie sui miei inediti. La varietà vale anche per i generi: mi scrive chi ascolta la classica come chi segue il rock o il metal».
Tornerà dalla famiglia a Natale? «Impegni lavorativi permettendo, cerco sempre di venire. I miei vivono in una casa nel verde sotto l’ex opp, già stare lì o fare un giro nel parco fino alla chiesetta e il Posto delle Fragole è una fuga per l’anima. Parlare in dialetto è liberatorio, anche se è stato motivo di pianti disperati all’Accademia di teatro: ho dovuto faticare più degli altri per aggiustare la dizione».
Elisa Russo, Il Piccolo 8 Dicembre 2021