«Nella mia testa tutto ha una logica, tutto è legato: non sento Beethoven così lontano da Elio e le Storie Tese. Senza arrivare a dire quelle enormità tipo “Io sono il nuovo Mozart” eh! Però intendo che gli obiettivi di Mozart, Beethoven, Rossini erano gli stessi di Sfera Ebbasta cioè comporre e inventare qualcosa di musicale che potesse interessare il pubblico, poi gli esiti finali sono d’accordo che siano lontanissimi. Ma l’esigenza di soddisfare il pubblico è la stessa»: chi segue il milanese Stefano Belisari in arte Elio non si stupisce certo di vederlo “Nella Vienna di Beethoven”, al Teatro Comunale di Monfalcone venerdì alle 19.30, nello stesso periodo in cui ha grande successo per la serie Amazon “LOL – chi ride è fuori” dove si amalgama perfettamente a nove comici con la missione di non ridere alle gag altrui per non venir eliminati dal gioco. Giudice a X Factor, flautista, leader e cantante dei dissacranti Elio e Le Storie Tese – con loro ha suonato spesso alla Barcolana, ma l’ultima volta in città risale all’estate 2019 a San Giusto con gli Ossi Duri: «Mi piace molto Trieste – commenta Elio –, quando sono venuto per il musical “La Famiglia Addams” al Rossetti nel 2015 e qualche anno prima con la commedia di Lina Wertmüller, mi sono fermato diversi giorni e ho trovato una città di appassionati di teatro, con un pubblico molto sensibile».
Torna a Monfalcone con “Nella Vienna di Beethoven”.
«È uno spettacolo in cui parlo molto, sono voce narrante, canto qualcosa ma ho la fortuna di essere contornato da cantanti veri e preferisco che cantino loro. Quando si parla di musicisti classici ci si scorda che moltissimi sono italiani: Rossini, Verdi… e ci si scorda che sono stati giovani. Rossini quando ha scritto le sue opere più conosciute aveva poco più di vent’anni. Beethoven si tende a immaginarlo già anziano, con questo mito della sordità che lo invecchia ulteriormente, ma lui diventò sordo verso i trent’anni e molte opere importanti le ha composte prima. Quello che voglio dire è: non si tratta di musica per persone anziane, anzi è molto stimolante per chi ha vent’anni oggi».
Il suo pubblico cambia a seconda delle proposte?
«Fortunatamente come Elio e le Storie Tese abbiamo sempre avuto un seguito vario: ci sono quelli che si fermano alla parolaccia, all’effetto comico, però ci sono anche quelli che ci hanno apprezzato perché abbiamo fatto cose fuori dal comune, percorrendo strade alternative e mi seguono quando faccio incursioni in altri ambiti».
La musica rimane la sua priorità o a volte le sta stretta?
«È sempre stata la mia passione. Venerdì sono stato ospite a “Propaganda Live” su La7 e suonando il flauto accompagnato dalla band del programma mi sono reso conto da quanto non suonavo e di quanto mi piaccia farlo. Ma fin da piccolo sono interessato a tutto e se mi capitano occasioni in cui posso fare cose alternative alla musica le accetto».
Non è da tutti passare da Beethoven a “LOL”.
«Penso che ci sia modo e modo di fare tutto e cerco sempre di farlo al meglio. Questo successo esagerato, di massa, che nessuno si aspettava, credo arrivi proprio dall’esigenza di leggerezza dopo un anno così difficile. Mi sono divertito, ho pensato potesse essere simpatico e stimolante e così è stato. Registrato a settembre, nei mesi abbiamo avuto modo di frequentarci in altre occasioni, è un bel gruppo, il segreto è l’assortimento delle persone».
Esiste qualcosa che deve far ridere per forza?
«Ognuno ha la propria sensibilità. Ci sono un sacco di cose che fanno ridere me ma gli altri no. Il cast di “LOL” è di dieci comici scelti proprio per occupare un po’ tutto lo spettro comico. Fortunatamente io ho fatto ridere tanti. Ma non tutti».
Ha dichiarato che oggi internet è un carcere.
«Alla sua nascita era un luogo libero ma con il passare del tempo e l’arrivo dei social (che a dispetto del nome sono una delle cose meno social) è cambiato in senso opposto. Io vorrei esistesse una specie di codice come per andare in macchina, con delle regole per circolare. Non è possibile che ci sia questo fenomeno che equiparo a un branco di piranha che assalta chi dice una cosa che secondo loro non va bene. Ci sono troppi processi sommari, senza parlare poi dei fenomeni di cyberbullismo».
Che estate la aspetta?
«Dipende dall’andamento della pandemia, con l’accelerazione delle vaccinazioni tra estate e autunno potremmo tornare a teatro. Io ho preparato uno spettacolo su Jannacci, uno dei miei miti ispiratori, e sarà l’impegno principale».
Elisa Russo, Il Piccolo 5 Maggio 2021