Emanuele Grafitti presenta il nuovo album “Stories of a hollow body” al teatro Miela il 26.09.18

«Difficilmente il suono di una chitarra acustica potrà risultare fuori moda. La magia di qualsiasi strumento acustico è la sua eternità». Il triestino Emanuele Grafitti – diplomato al conservatorio in chitarra classica (poi specializzazione in jazz), premiato anche da Lucio Dalla, attivo in tanti progetti come Canto Libero e 40 Fingers – domani alle 21 apre il concerto dell’americano Andy McKee al Miela per presentare il suo nuovo album solista: «Si chiama “Stories of a hollow body” – spiega – i brani che lo compongono sono piccole storie musicali che parlano di viaggi (alcuni portano il nome di città), avventure e persone incontrate negli ultimi anni. Mi piaceva molto l’immagine della chitarra acustica come un legno vuoto, uno strumento fantastico che può portarti molto lontano con l’immaginazione. Per questo lavoro ho scelto diverse chitarre, tra cui una nuova chitarra flamenca, che grazie all’accurata registrazione di Francesco Marzona hanno mantenuto la loro naturalezza, facendoci giocare in fase di missaggio solamente con i riverberi». Del suo repertorio dice: «I brani originali nascono in maniera spontanea, per quanto riguarda le cover vado sempre alla ricerca dell’intuizione non forzata. Farei molta più fatica se qualcuno mi chiedesse un arrangiamento di un brano che non sento mio, piuttosto di sentirmi ispirato da qualche canzone ascoltata per caso in radio o da altre fonti. Mi piace variare, passando da Beethoven al pop moderno cercando però di essere sempre riconoscibile e originale».

«Penso che l’intelligenza e il talento con cui nasciamo siano solo delle munizioni che ci sono state donate – conclude – ma per fare l’artista, o qualsiasi altro lavoro, bisogna affinare queste doti in un’arma di precisione. La musica porta con sé delle complessità incredibili, come lo studio dell’armonia, degli stili, della concentrazione e della composizione, oltre che tutto ciò che riguarda il marketing e il saper farsi notare dal pubblico».

 

Elisa Russo, Il Piccolo 25 Settembre 2018

Emanuele Grafitti

 

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