«Ennio un maestro» il libro intervista Tornatore/Morricone

MORRICONE COVER«Se c’è un segreto, cercalo nel silenzio. Perché il silenzio è musica, almeno quanto i suoni, forse di più. Se vuoi entrare nel cuore della mia musica, cerca tra i vuoti, tra le pause. Ogni suono è soltanto la pausa di un silenzio. La mia musica parte da qui, da questa idea. E da due giganti, Johann Sebastian Bach e Igor Stravinskij». Una conversazione/intervista tra Giuseppe Tornatore e Ennio Morricone (che diverrà un documentario) dà origine al libro «Ennio un maestro» (HarperCollins, pagg 323, euro 19,50). Due premi Oscar, due amici: proprio grazie alla stima e complicità tra il regista e il compositore, cadono molte barriere che rendono l’intervistato genuino nel mostrare anche le parti più spigolose del proprio carattere (tra le tante, confessa candidamente di buttare via tutti i dischi che gli arrivano, e le uniche volte che li ha sentiti ha poi chiamato gli interessati per dir loro di non perdere tempo con la musica!). Che Morricone non sia un tipo facile, è risaputo. Ma in queste pagine si entra talmente in empatia da far proprie le sue debolezze, i suoi scatti d’ira, i suoi moti d’orgoglio. Che gli hanno chiuso qualche porta, ma nella sua vita professionale altre occasioni non sono mancate. Dagli esordi, giovanissimo, come trombista al lavoro di arrangiatore per Morandi, Vianello, Meccia, Mina, Paoli (pochi forse sanno come ci sia la sua mano su hit come “A-a-a-Abbronzatissima”, “Se telefonando”, “Sapore di sale”, “Fatti mandare dalla mamma”) a direttore d’orchestra a Sanremo per Gino Paoli o Paul Anka, un lavoro in Rai, serie tv come “La Piovra”, perfino gli spot pubblicitari: una carriera fatta di tante tappe. Ai più Morricone è noto come compositore di western, legando il suo nome ai capolavori di Sergio Leone. «Guardate che ho fatto cinquecento film, e i western sono soltanto trenta», fa notare con una punta di fastidio. Pier Paolo Pasolini, Bertolucci, Gillo Pontecorvo, Elio Petri (memorabile la colonna sonora di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”), Dario Argento, Brian De Palma, Terrence Malick, Pedro Almodóvar fino all’Oscar con “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino… la lista è lunga, perché, spiega il maestro «Ho la testa piena di musica, è sempre presente, per questo risulto taciturno». E infine promette: «A cent’anni smetto».

 

 

 

 

Elisa Russo, Il Piccolo 31 dicembre 2018

morricone

Articoli consigliati