«È un violoncellista magnifico, con il suo violoncello può fare qualsiasi cosa. Potrebbe suonare la guerra civile americana, con il suo violoncello»: parole del regista Werner Herzog, per cui Ernst Reijseger ha musicato ben dodici film. Il violoncellista e compositore olandese sarà protagonista di una serata del ciclo “Sound&Vision” al Teatro Miela venerdì alle 21, l’evento è organizzato da Bonawentura con la collaborazione di Andrejka Možina de i Violoncelli Itineranti (che nella mattina di venerdì propone anche un incontro laboratoriale con l’artista). «Ho suonato già a Trieste – ricorda Reijseger – poco prima della pandemia, grazie a Možina. In Italia trovo la curiosità degli ascoltatori, dal Sud Tirolo alla Sardegna e Sicilia, negli anni ho sviluppato tante collaborazioni con artisti italiani, e queste mi riportano da voi». Nelle sue numerose collaborazioni affronta diversi generi: la musica improvvisata e jazz (Harmen Fraanje, Han Bennink, Misha Mengelberg, Steve Lacy, Uri Caine, Deborah Brown), la musica classica e barocca (Yo-Yo Ma, Giovanni Sollima, Erik Bosgraaf, Dutch Wind Ensemble, Forma Antiqva), e la musica tradizionale (Trilok Gurtu, Tenore e Cuncordu de Orosei, Groove Lélé, Naná Vasconcelos, A Filetta, Mola Sylla, Ceylan Ertem).
Reijseger, il suo violoncello la porta ovunque?
«Ci sono così tante collaborazioni possibili, ho lavorato con qualsiasi tipo di espressione artistica, amo mettermi alla prova. Quest’estate ho suonato con un cavallo e il suo fantino, ho lavorato con pittori, fotografi, ballerini, poeti, registi, dj, scultori, atleti, persone con diversi background ed è sempre interessante quando la tua disciplina ti conduce a esplorare territori ignoti e alla fine insieme con l’altro riesci a raggiungere qualcosa che nessuno dei due da solo avrebbe raggiunto».
Com’è lavorare con Werner Herzog?
«È fantastico, perché contiamo ora dodici film assieme e abbiamo anche realizzato un’installazione che si trova in un museo di Los Angeles, abbiamo fatto tante cose ed è stato bello e stimolante, confrontarsi è stata anche una sfida a volte. Il 5 settembre Werner ha compiuto ottant’anni e presto ci esibiremo in teatro a Vienna con Tenore e Cuncordu de Orosei, la cantante senegalese Mola Sylla, il pianista Harmen Fraanje».
Al Miela proporrà le musiche dai suoi film?
«Ci sarà un proiettore video con alcune scene selezionate dai film per i quali ho creato le colonne sonore, farò del mio meglio per accompagnare queste immagini con il mio violoncello, utilizzo anche una sorta di fisarmoniche acustiche o dei piccoli organi originari dell’India, ma per la maggior parte sarà un solo di violoncello».
L’improvvisazione è una componente fondamentale delle sue performance, sarà così anche a Trieste?
«Sì, i pezzi hanno sempre qualcosa di diverso, ogni esecuzione è unica e dipende anche dal posto in cui mi trovo, l’acustica, la situazione, il pubblico».
Cosa prova mentre suona?
«I sentimenti sono difficili da rendere con le parole. Focalizzato e concentrato descrivono sicuramente il mio stato mentre suono, due ingredienti fondamentali a cui ambisco. Cerco di essere il più possibile presente e cosciente, nel flusso, vivo il momento per quello che è».
Elisa Russo, Il Piccolo 14 Settembre 2022
