Sabato alle 21.30 Frank Get presenta, in anteprima all’Auditorium della Casa della Musica di Via dei Capitelli, il suo nuovo album «Gray Wolf», in uscita il 25 novembre. La serata, ad ingresso gratuito, è organizzata dall’associazione Trieste is Rock. Interamente composto da Frank Get – al secolo Franco Ghietti – «Gray Wolf» è stato registrato con la stessa formazione che accompagna in tour il musicista triestino e che suonerà anche alla Casa della Musica, cioè Tea Tidić (basso e voci), Andrea Reganzin (tastiere) e Giulio Roselli (batteria). Su disco la sezione fiati (The Jailhouse Horns) è invece composta da Angelo Chiocca (sax), Giorgio Ruzzier (tromba) e Andrea Bortolato (trombone); fotografie e grafica sono di Massimo Goina. «Faremo un set unico che comprenderà il nuovo album più alcuni brani tratti dai miei album precedenti (sia solisti, sia quelli con Ressel Brothers e Tex Mex)», anticipa Get.
«Gray Wolf» è il 14esimo album del songwriter dall’anima blues, che racconta: «Proseguo in parte il discorso avviato già con “To Milk a Duck!,” il lavoro realizzato con i Ressel Brothers nel 2014, e soprattutto con il mio precedente disco da solista, “Rough Man”. Questa volta però, invece di parlare di storie direttamente legate alla mia famiglia, ho deciso di raccontare la vita di alcune persone importanti del nostro territorio. Persone, come spesso accade, troppo presto dimenticate». Ad esempio, la storia del bandito che portò a termine una serie di audaci colpi tra Istria e Trieste, ancora Frank Get: «”Colarich the bandit” non vuole essere una celebrazione di questo personaggio. Nel brano cerco di descrivere la situazione storica e sociale che dopo la Prima Guerra Mondiale lo portò a fare certe scelte criminali». “The ballad of Carl Weyprecht” invece è dedicata a una delle personalità più illustri della Trieste asburgica: esploratore, scienziato e ufficiale della Marina Militare austro-ungarica, Weyprecht prese la cittadinanza triestina e legò il suo nome alla scoperta della Terra di Francesco Giuseppe. Con “Nora”, il cantautore fa parlare direttamente la compagna di James Joyce: «Lei fu fondamentale per Joyce, senza il suo appoggio probabilmente molti libri non sarebbero stati scritti. Penso inoltre che sia un simbolo dell’emancipazione femminile: decise di seguire il suo amore, di convivere e di fare figli senza sposarsi in un’epoca in cui questo era visto molto male. Un esempio di donna che ritengo sia ancora molto attuale». Grazie al brano “The outlaw priest” è invece possibile conoscere la curiosa storia di Josip Velikanje, il sacerdote con la pistola originario di Idria – Idrija (Slovenia) che, a cavallo tra XX e XXI secolo, non esitò a ricorrere alle maniere forti per diffondere la parola di Dio tra i fedeli della parrocchia di Sanvincenti – Svetvinčenat (Istria). Altri brani, come “Hard Times” e “Identity”, sono invece dedicati all’attuale situazione sociale, alle difficoltà del momento storico e alla necessità di avere una propria identità che scaturisca dalla conoscenza corretta della storia: «Anche “Homeless” è una canzone attuale e nasce da una scena a cui ho assistito a New York, una riflessione sulla totale indifferenza della gente per un homeless a terra e in difficoltà. Per la gente che passava era come se non ci fosse».
Sono invece dedicate alla musica “The cicada and the ant,” rilettura della favola di Esopo, e “Throwback Blues”, un messaggio diretto a tutti coloro si dicono interpreti del blues, ma ne tradiscono le reali motivazioni, dimenticando le radici e la storia di questo genere: «Il blues è un genere vivo e può essere interpretato in mille modi, non deve per forza avere 12 battute e 3 accordi. È un modo di vedere le cose che serve anche a sublimare le sofferenze vissute. Vedo invece che molti si appropriano del nome del blues solo come facciata: non lo fanno davvero, travisano il senso originale e vero del blues».
Sulle chiusure di alcuni locali cittadini Get commenta: «Non vedo molti sbocchi, sia per la scarsissima cultura nei confronti degli spazi di aggregazione – sarebbe ora di far capire che un club che lavora con la musica dal vivo non è un luogo di perdizione, ma al contrario un luogo di incontro dove confrontarsi e trovare, ad esempio, una maniera di socializzare e comunicare che sia “umana” e non solo virtuale (come purtroppo oramai normalmente accade) – sia per le enormi difficoltà burocratiche che oramai attanagliano in maniera insopportabile tutti i settori di questo Paese. Queste chiusure ci hanno toccato direttamente, infatti avremmo voluto fare la presentazione al Serra Hub, ma non è stato possibile appunto per la repentina chiusura. Per fortuna, grazie alla disponibilità di Gabriele Centis della Scuola 55 e dell’inossidabile team di Trieste is Rock che patrocina l’evento, abbiamo avuto la possibilità di presentare il nuovo cd presso l’auditorium della Casa della Musica. Quale posto migliore per questo evento!». Conclude con i prossimi impegni: «Il 2 dicembre avrò l’onore di partecipare nuovamente alla tappa del The Light of Day Benefit Tour per l’ottavo anno consecutivo a Trieste. Il sound della East Coast americana a favore della ricerca sul Parkinson, SLA e Sclerosi Multipla, che si terrà come oramai da otto anni al Teatro Verdi di Muggia, subito dopo inizieremo il Gray Wolf Tour, con un paio di date “unplugged” sia in regione sia a Trieste, ed altre date full band in Veneto (Sacco e Vanzetti a Concordia Sagittaria) e Slovenia. Per l’anno venturo al momento abbiamo in programma alcune date in Italia, Austria, Croazia, Slovenia e Francia».
Elisa Russo Il Piccolo 18 Novembre 2017