FRANZ FERDINAND LIGNANO 31.08.2023

Si formano a Glasgow nel 2002 e prendono il nome dall’arciduca Francesco Ferdinando «certo era un personaggio incredibile – dicono – ma non vogliamo sovraccaricare di significato la scelta, la cosa importante per noi era che suonasse bene, come la nostra musica». Quella proposta dai Franz Ferdinand è una miscela di indie rock, post punk e dance-rock sempre capace di scalare le classifiche, con dieci milioni di album venduti, 14 dischi di platino, vittorie ai Brit Awards e nomination ai Grammy. Hanno suonato diverse volte in Friuli Venezia Giulia, con ottimo riscontro e tornano a Lignano giovedì alle 21.15 (preceduti alle 20.45 dai Modern Encounters) all’Arena Alpe Adria per Nottinarena (organizza FVG Live e VignaPR). 

«Soprattutto ci sono i nostri pezzi storici. Portiamo dal vivo l’ultimo album “Hits to the Head” – racconta il bassista Bob Hardy – che è un greatest hits uscito l’anno scorso, non solo una raccolta dei nostri successi: ci sono un paio di inediti. Abbiamo anche altre nuove canzoni che inseriremo nella scaletta di Lignano: stiamo lavorando a un nuovo album che completeremo a fine tournée».

Siete una “macchina sforna tormentoni”. “Take Me Out”, “Do You Want To”, “Lucid Dreams”, “No you girls”, “Ulysses” e tante altre. Il vostro segreto?

«Beh, avere un grande songwriter nella band, Alex Kapranos. In secondo luogo, abbiamo tutti le idee chiare su quello che ci piace, e abbiamo un gusto eccellente. Ci troviamo d’accordo su quale sia una buona canzone. Poi in sala di registrazione devi essere in grado di ricreare l’energia live della band».
Conta l’ispirazione?

«Nell’illuminazione di pochi secondi arriva l’idea per un testo o un riff. Ma poi devi lavorarci su, tutti assieme, procedere per tentativi. Se hai una buona canzone, poi diventa molto stimolante trovare gli arrangiamenti giusti, ma richiede tempo».

Insomma, un duro lavoro?

«Un lavoro divertente. Se trovi una band che non prova godimento in questo processo, c’è qualcosa che non va». 

Per mantenervi freschi e creativi che fate?

«La nostra attitudine è: “Lo facciamo finché è appagante”. Paul, nostro batterista dal 2002 al 2021, era esausto dei live, non li voleva più fare e ha smesso. Per noi è diverso». 

La formazione attuale chi vede alla batteria?

«C’è Audrey Tait, una batterista incredibile, siamo contenti di averla, si sta divertendo un sacco in tour».

E lei trova ancora piacevole essere in tour?

«Sì molto. Dopo quello che abbiamo passato con il covid, essere di nuovo on the road è splendido, per la categoria dei musicisti è un sollievo. C’è stato un momento in cui abbiamo temuto non si tornasse più come prima».     

Cos’è cambiato dopo vent’anni di Franz Ferdinand?

«All’inizio tutto ruotava attorno al socializzare tra noi, eravamo quattro amici a Glasgow che facevano musica assieme, andavamo ai concerti, facevamo festa, giravamo il mondo. Oggi, a essere sincero, me la godo ancora più di allora, questo perché suonando da tanto sono diventato un musicista migliore. Viaggiare, scoprire i luoghi è fantastico, per esempio sono contento di tornare in Italia».

Cosa le piace?

«D’estate si sta così bene, il cibo, il vino, il caffè e poi il pubblico: quello italiano è il migliore al mondo».   

Elisa Russo Il Piccolo e Messaggero Veneto 

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